Abbiamo intervistato Friedrich Nietzsche

Friedrich Wilhelm Nietzsche passava le sue giornate a Torino dividendosi tra la sua abitazione di via Carlo Alberto e il Caffè Fiorio poco distante scrivendo le bozze di ”Ecce Homo”, la sua autobiografia ‘visionaria e febbricitante’.
Così ho immaginato una ”intervista impossibile” al philosoph di Röcken che fece di Torino la sua piccola patria prima di ”perdere la ragione” e ritornare migrante d’Europa dopo aver scritto queste parole al suo collega filologo Jacob Burckhardt che lo invitava a un convegno elvetico :  …« avrei voluto  essere a Basilea anch’io piuttosto che Dio ma non ho potuto omettere per il mio privato egoismo la creazione del mondo»:
 
Lei che amava la musica di Richard Wagner e teorizzò il superuomo è stato anche considerato un critico della  funzione debole della storiografia e dell’ altruismo come fonte di rigenerazione collettiva, cosa ne pensa di quelle considerazioni  ‘sull’inattuale’ alla luce della crisi contemporanea?
 
Le rispondo in parola. In ”Sull’ utilità e il danno della storia per la vita” definii lo storicismo una «febbre divorante» e una una «virtù ipertrofica» che può essere rovinosa per l’analisi dei tempi. Dei miei, si figuri di quelli odierni. Semplificando al massimo: dare dei fascisti al leghismo local-sovranista o degli stalinisti al popolo delle sardine, ci porta a parlar del nulla, il mio ”nihil” in pratica.  Vede se non interpretiamo l’oggi senza l’aiuto di una lente di ingrandimento, lo descriviamo come uno specchio deformante. Come il Wilde di Dorian Gray e il rischio è enorme, lei può capire.
 
In che senso si spieghi meglio…
 
Nel senso che si fa facilmente della tragedia una farsa, della critica sociopolitica un teatrino delle ombre e alle nuove generazioni si toglie il pane dal futuro. E ‘ giusto ricordare l’orrore del passato per fare in modo di non ripeterlo. E bisogna fermarsi lì. Lo voglio sottolineare con forza. Senza azzardati parallelismi in sociologia politica contemporanea, a destra come a sinistra. Danno e utilità. Demagogia e buona pedagogia, vanno bene utilizzati, separando il grano dal loglio. 
 
Cosa mi consiglia per comprendere lucidamente il ventunesimo secolo alla luce del secolo breve che lo ha preceduto?
 
 
Per conoscere il novecento totalitario e guerrafondaio è meglio leggere ”Buio a mezzo giorno” di Arthur Koestler e ”Viaggio al temine della notte” di Louis Ferdinand Celine.  Li consideri da me vagliati. Poi spegnerei la televisione e leggerei un buon libro, come consigliava Karl Popper.  Io avrei detestato i social, i cinguettiii vari e i ban di moderazione, come i talk show posologia una volta al giorno, dove ”ha ragione” chi urla più forte. Più pensiero e meno immediatezza mi dia retta, più linearità e meno segmentazione semantica. E’ un beneficio della mente per tutti.
 
Come sta?
 
Vede mi danno del pazzo, mi riempiono di litio ma sono  lucidissimo e lo sono stato fino alla fine da Basilea fin dopo la mia temporenea permanenza a Torino fino a Weimar e alla mia morte, nonostante le dicerie di psicosi, il mio ‘animalismo da strada’ e i bisogni di megalomania. D’altra parte: ”Umano-Troppo Umano-Non umano” valeva e vale anche per me.
 
Quel motto come lo legge alla luce del nuovo millenio, ai problemi dell’ immigrazione crescente e alla nostra ”incapacità d’accoglienza” di un Europa ricca ed egoista e di un turbo capitalismo globalizzato miope e utilitarista che si fa scempio degli accordi di Dublino? 
 
L’Italia ha un cuore immenso e gli italiani sono brava gente, vi conosco dai tempi tardo ottocenteschi, viaggiavo anche dalle vostre parti. E ‘ questo è Umano, in se. Quello ”slogan” non richiede soluzioni semplificanti, sarà un problema di tutto il nuovo secolo e forse oltre. Dovrete governarlo, non confliggerlo troppo. Integrazione economica e culturale,  rispetto delle regole da parte di tutti. Multilateralismo.Troppo-umano è il buonismo massmediatico acchiappa voti. Non-Umano ‘il lembo del mantello del Dio Unico’. Tirato su a colpi di rosari in Piazza e facili respingimenti, che vi si torceranno contro sul lungo periodo. Se lei pensa che io venni considerato prodromico al nazismo, trentotto anni prima del suo avvento, ha già una domanda in più, che una facile risposta. Nella vostra epoca ”non esistono fatti ma solo le loro interpretazioni ”. Meglio la koinè ermeneutica, che la ”facile” epistemologia. L’esercizio del dubbio che le liofilizzate certezze. ”La verità è dei folli e dei bambini” sosteneva Erasmo da Rotterdam. In fondo è di tutti, il dono di un pizzico di infantilismo illuminista, che permetta di individuarla per gradi questa tanto agognata ”verità”.  
 
Cambiamo argomento doktor Nietzsche. Ha sentito parlare di Greta Thunberg la piccola bambina svedese e la sua ‘ecologia pilotata’?
 
Si, mi è giunta l’eco.
 
Con il suo riflesso sui paesi del Terzo Mondo che ci chiedono il conto. Cosa ne pensa?
 
Se si sostituisce acqua e fango, si legga CO2 al posto dell’ossigeno, tre volte tanto che a inizio novecento, tenetevi l’ozonica fine dei ghiacci perenni, le mallatie incurabili che mietono e mieteranno milioni di morti l’anno come intere guerre mondiali. 
 
Possiamo smettere se si potesse? 
 
Si. Quindi non lamentatevi troppo. Non importa o importa, ma capita.
 
 
”Soluzioni”?
 
Un ‘economia industriale di sostituzione’ in forma pianificata e razionale che porti a incentivare le energie rinnovabili, senza andare agli Utopici tagli lineari per quelle fossili, è da persone sensate direi. Poi fate vobis. La desertificazione è effetto del riscaldamento globale, come il nichilismo dei miei tempi della siccità morale. 
Sul medio periodo sono nuovi posti di lavoro per voi tutti.  Il ‘super uomo di massa’ va toccato nel portafoglio. Mi permetta un pò di ironia.
 
Molto lucido come sempre…
 
Se invece mi può pensare come ‘oracolo del presente’ vi lascio le mie opere. Per tutti da leggere ‘cum grano salis’. Lontani dalle sempre perniciose sovrainterpretazioni.
 
La saluto e danke schoen mio ”contemporaneo”. 
 
A Lei Meister di Storia
Aldo Colonna
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