Era la mezzanotte a cavallo tra il 2 e il 3 novembre quando una
15enne astigiana, sfruttando il sonno della famiglia, lascia un
biglietto sulla scrivania di camera sua, con su scritto “ciao, vi amo
tutti”, e fa perdere le proprie tracce.
Ad accorgersene per primo il fratello che, rientrato da una serata
con gli amici, trova la porta di casa aperta e la luce della camera
da letto della sorella accesa.
Immediato l’allarme ai Carabinieri del 112 che giungono subito sul
posto ed avviano un’ininterrotta attività d’indagine che, coordinata
dal Comandante della Compagnia di Asti, consente, nelle prime ore
dell’alba, di comprendere come l’adolescente, che mai prima d’ora
aveva tenuto comportamenti del genere o dato segni di disagio, si
fosse diretta in treno nel torinese verso le 22:00.
La ragione? Incontrare un coetaneo conosciuto su Instagram
qualche sera prima.
Si susseguono le indagini che conducono in caserma gli amici della
ragazza, a conoscenza dell’intendimento della giovane, ma ignari
dell’identità del “Romeo virtuale”.
Grazie ad un esame incrociato delle prime indicazioni e del
monitoraggio dei profili social che potessero coincidere con quello
su cui la giovane aveva conosciuto l’ignoto giovane nonché grazie
alla localizzazione delle utenze cellulari della minorenne, si
circoscrive il luogo di possibile fuga nel comune di Nichelino (TO).
Un volta risaliti alle generalità del ragazzo, un 16 enne di
Nichelino, questi viene condotto in caserma e qui conferma
l’avvenuta conoscenza della ragazza con cui, a suo dire, una volta
conosciuta, decide di riaccompagnarla alla stazione ferroviaria e di
non proseguire la serata con lei.
Una volta riattivata l’utenza cellulare, che in gran parte del tempo
era rimasta spenta per evitare di essere rintracciata, i Carabinieri
di Asti individuano alle ore 15:00 del 3 novembre la giovane in un
parco di Nichelino dove viene trovata e riaccompagnata a casa dei
genitori che, disperati per la preoccupazione, la possono
riabbracciare e sincerarsi delle sue ottimi condizioni di salute.
Una vicenda conclusasi per il meglio che sottolinea ancora una
volta il rischio cui si va incontro nei casi di “conoscenze al buio sui
social”.