Il 26 agosto del 1990, come ogni anno i dirigenti della Federazione Psi di Reggio Emilia si ritrovarono al camposanto di Casalgrande per commemorare il sindaco Umberto Farri, ucciso nello stesso giorno del 1946 ‘per mano ignota’.
Prese la parola Mauro Del Bue, allora deputato, oggi direttore del ‘L’Avanti’, che nell’orazione ufficiale disse “La vicenda dell’assassinio di Ferri si inquadra in un insieme di violenza di origine politica che insanguinarono la provincia di Reggio Emilia nell’immediato dopoguerra”. Dopo di che invitò esplicitamente “il Comitato per l’ordine democratico di Reggio Emilia ed il suo presidente in particolare (l’onorevole Otello Montanari) ad individuare strumenti per fornire un’aggiornata versione storica e politica sugli atti di sangue del dopoguerra e sul delitto Ferri tra questi”, andando poi a toccare un nervo scoperto con l’approfondire le ragion per cui Reggio Emilia “è stata la capitale della violenza politica … negli anni immediatamente seguenti la Liberazione e duranate la fase del terrorismo rosso, originato da un gruppo politico che ebbe i natali nella nostra città”. A questo fece eco, diventando un caso nazionale, la dichiarazione rilasciata da Otello Montanari, ex partigiano ed ex deputato comunista, presidente all’epoca dell’Istituto intitolato ad Alcide Cervi ed animatore del Comitato per il Primo Tricolore, che rilasciò il 28 agosto al ‘Resto del Carlinoo’, nella quale – riferendosi all’omicidio dell’ingegner Arnaldo Vischi, direttore tecnico delle Officine Reggiane, ucciso a Correggio il 31 agosto 1945 – Montanari affermò che tale omicidio non fu opoera di fascisti, come all’epoca venne sostenuto, ma di persone iscritte al Pci, che il Pci stesso, per opera dei suoi massimi dirigenti coprì. Tali dichiarazioni, furono come un cerino gettato in una polveriera ed ebbero, effettivamente, dei notevoli echi sugli organi di stampa in una stagione in cui il web era ai primordi ed i social erano tutti da venire.
L’intera vicenda sulla violenza politica a Reggio Emilia e nella regione Emilia Romagna, che lo scambio a distanza Del Bue-Montanari, ebbe il merito di riportare alla luce dopo anni di ‘sonno’, fu al centro di un interessante convegno organizzato dal Psi della città emiliana con atti che sotto il titolo di ‘La Resistenza Tradita’ vennero pubblicati nel 1990 a cura della ‘Direzione Psi-Ufficio centrale Stampa e Propaganda’. Erano quelli gli anni della segreteria di Bettino Craxi che aveva ormai definitivamente gettato nel cestino i residui degli accordi con il Pci, un Pci che – sull’onda del Crollo del Muro di Berlino – stava in quel momento cambiando pelle e nome. Di particolare interesse è la lettura della relazione introduttiva di Mauro Del Bue ‘Perché la verità della storia diventi storia della verità’. I vari interventi del convegno non vanno a contestare quanto accadde nel periodo della guerra civile, ma la vera e propria mattanza che si verificò nel cosiddetto ‘Triangolo della morte’ in Emilia nel periodo successivo alla fine della guerra, che, a detta dei vari relatori “Nulla ebbero a che fare con la Resistenza”:
Massimo Iaretti
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