Generosissimo Ottobre quando è tempo di cambiare

LA FONTANA DEI MESI

Eccoci arrivati alla quarta uscita della rubrica sulla Fontana dei Mesi di Torino, anche questa volta cerchiamo di tenere un occhio allo splendido complesso statuario, anima della fontana, e allo stesso tempo di introdurre una corrente artistica -o meglio, in questo caso- due correnti artistiche, cercando di capire se effettivamente una scivola nell’altra oppure se siamo di fronte a due movimenti a sé stanti dal principio. Accettata la sfida sia detto che non saranno date risposte per l’una o l’altra opinione, solo alcuni dignitosissimi spunti di riflessione, insomma ognuno resti pure della sua idea sempre che voglia averne una.

Dunque le due correnti in questione sono “il bizantino” e “lo stile italiano del secolo XIV”. Mentre invece sarà una delle dodici statue femminile quella con ai piedi la scritta Ottobre ad incuriosire maggiormente la nostra attenzione. La Fontana dei mesi al parco del Valentino di Torino è un complesso artistico-architettonico che si sviluppa su di una pendenza probabilmente presente prima della costruzione artistica. Penso che il modo migliore per descriverla sia considerare una forma ovale appoggiata su un piano inclinato. A questo punto vediamo una bella ringhiera bianca che scende a parapetto dal punto più alto senza interruzioni fino a basso.

La fontana è particolarmente affascinante per quella che potremmo chiamare la sua intrinseca reversibilità. I complessi statuari maggiori al vertice sono rivolti all’interno del nostro ovale dove si trovano sia il lago artificiale che gli spruzzi d’acqua, mentre le dodici statue disposte lungo le braccia dell’ovale sono rivolte all’esterno e accompagnano il cammino del visitatore. Caso a parte due dei quattro complessi statuari al vertice: mostrano scene di forza con tensioni contrastanti, quindi questi due gruppi non si possono ragionevolmente considerare rivolti da un lato o dall’altro, piuttosto sono ascrivibili a spirali neoclassiche. Per il fatto che le dodici statue sono rivolte all’esterno, non sembra inopportuno   considerare che il camminamento in cemento intorno alla struttura sia parte in realtà integrante della fontana. Così come non riusciamo a trovare una correlazione logica che comprenda tutta le statue che compongono la Fontana nel parco, riusciamo a vedere una correlazione tra lo stile bizantino e quello primo rinascimentale solo nell’uso del dorato e poco altro. Nel XIV secolo vediamo l’inizio della pittura rinascimentale in Italia in due scuole: una degli studenti di Giotto detta anche “fiorentina” e l’altra “senese” di Ambrogio e Pietro Lorenzetti e specialmente di Simone Martini. Distinguiamo le opere in due scuole separate anche se geograficamente una non sia molto lontana dall’altra. I senesi realizzano preferibilmente su tavola e le loro immagini ricercano la spigolosità, inoltre richiamano una realtà idealizzata, i fiorentini invece tendono alla rappresentazione di uno spazio reale e realizzano preferibilmente con l’affresco. I fiorentini sono storicamente predominanti perché se i senesi sono per lo più legati al territorio della città dalla terra rossa, i fiorentini raggiungono tutto il centro Italia, Giotto stesso dipinge a Padova e a Assisi oltreché naturalmente nella città de’ Medici. A quell’epoca quando gli allievi di Giotto continuano i progetti architettonici del maestro a Firenze, lasciati sfortunatamente incompiuti, lo stile bizantino è al suo apice e insieme al tramonto. Nei secoli ha trovato terreno fertile specialmente nella Serenissima e in tutti i luoghi dove il popolo bizantino è atterrato il che in realtà è un bel pezzo di mondo. Da una parte potrebbe sembrare assolutamente incomprensibile che le due scuole, la fiorentina e la senese, non attingano dal bizantino, dall’altra sembrerebbe evidente che la loro origine sia autonoma rispetto a quello stile. Come consiglio di ricerca, un buon modo per farsi una idea più precisa sarebbe quello di andare a cercare ancora più indietro nel tempo, nelle opere di Cimabue, il maestro di Giotto, oppure chissà dove nelle immagini che hanno ispirato il Martini e i fratelli Lorenzetti, lì infatti potremmo trovare la correlazione che cerchiamo o una disconferma altrettanto attesa.

Nella prossima uscita accenneremo alle   allegorie delle quattro statue interne, ma per ora, con l’avvicinarsi del mese di ottobre, il mese in cui prendiamo in mano le redini per l’ultimo trimestre dell’anno in corso, inoltrandoci nell’autunno, io personalmente cerco di ricordare quanto sia interessante affiancare alla fontana le correnti artistiche pittoriche, tuttavia alla fine di questo articolo prende la voglia di fare una passeggiata fino alla nostra fontana al parco del Valentino di Torino e godersi lì da quelle parti almeno per un po’.

         Ellie  

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