ABITARE CON STILE
Rubrica settimanale a cura di Magda Jasmine Pettinà Chi vive a Torino – o anche solo la attraversa con lo sguardo attento di chi ama l’architettura – avrà sicuramente sentito nominare il piano nobile. Una definizione che profuma di storia, di famiglie aristocratiche e di quella eleganza architettonica che ha reso la nostra città una delle capitali europee più raffinate del passato.
Il piano nobile è un concetto nato nel Rinascimento e rimasto centrale fino al XIX secolo: era il luogo dove la vita della famiglia si esprimeva nel suo massimo splendore. Non il pian terreno, dedicato a servizi e accessi, né i livelli superiori, spesso riservati alla servitù o a funzioni secondarie, ma il vero cuore residenziale del palazzo.
Come riconoscere il piano nobile
Nell’immaginario collettivo coincide quasi sempre con il primo piano, e questo non è un caso. Qui si trovavano le stanze più importanti:
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i grandi saloni di rappresentanza,
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le camere padronali,
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gli ambienti dove si svolgeva la vita sociale e privata della famiglia.
Bastava guardare una facciata per individuarlo: finestre più alte, cornici più ricche, decorazioni elaborate, talvolta balconi e terrazze aggiunti a partire dal Seicento. Era un modo chiaro e immediato per comunicare prestigio.
A dare accesso al piano nobile c’era spesso un grande scalone monumentale, che saliva dal cortile centrale e introduceva gli ospiti in un percorso scenografico studiato per impressionare.
Sotto, tra piano terreno e piano nobile, si trovavano i mezzanini, destinati alla servitù o ad ambienti tecnici: piccoli piani nascosti, con finestre ridotte, che ancora oggi rappresentano una curiosità architettonica affascinante.
Torino e il Rinascimento: l’inizio di un’eleganza
È nel Rinascimento che Torino inizia a plasmare il suo linguaggio architettonico più autentico. Con l’ascesa politica dei Savoia, la città passa dall’essere un piccolo centro urbano a un polo amministrativo, culturale e artistico di prim’ordine.
A quest’epoca risalgono opere fondamentali come:
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il Duomo di San Giovanni,
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parti della Cittadella,
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il suggestivo Palazzo Scaglia di Verrua in via Stampatori, uno dei pochissimi esempi cittadini rimasti con decorazioni rinascimentali a vista.
Il Rinascimento torinese è meno ricco rispetto a quello fiorentino o romano, è vero. Eppure proprio per questo conserva un fascino particolare: più discreto, più raro, più prezioso. Molti palazzi barocchi e settecenteschi che oggi ammiriamo affondano comunque le radici nella cultura costruttiva di questo periodo.

Dal piano nobile ai nuovi modi di abitare
Con l’Ottocento e l’arrivo di tecnologie più moderne per riscaldamento, ciminiere e condutture, la rigida suddivisione gerarchica dei piani perde significato. I palazzi iniziano a svilupparsi in altezza, nascono nuove funzioni urbane e il piano nobile diventa un concetto più simbolico che funzionale.
Eppure, nel mercato immobiliare contemporaneo, il suo fascino rimane intatto. Gli appartamenti situati negli antichi piani nobili sono ancora oggi tra i più ricercati, grazie a caratteristiche difficili da replicare nelle costruzioni moderne: soffitti alti, affacci ampi, saloni di rappresentanza, portali monumentali, scaloni storici e una luce che ha qualcosa di teatrale.
Acquistare in un piano nobile significa scegliere non solo un’abitazione, ma un pezzo di storia, un dialogo diretto con Torino e con le epoche che l’hanno resa grande.
Il piano nobile è un modo di abitare che racconta la stratificazione sociale e artistica della nostra città. Un simbolo di bellezza e rappresentanza che ancora oggi continua a sedurre chi cerca un immobile unico, elegante e ricco di significato.
Nei prossimi articoli della rubrica esploreremo altri aspetti dell’abitare storico e contemporaneo, perché conoscere l’origine degli spazi ci aiuta a comprenderne il valore nel presente.
Abitare con stile, in fondo, significa anche abitare con consapevolezza e memoria.

