TORINO CITTA’ DEL CINEMA, DELLA RADIO E DELLA TELEVISIONE
Prossimi eventi, rubriche e tanto altro
In un’epoca in cui pare tutto intangibile, immateriale, vacuo, il lavoro silenzioso di strutture che accolgono e custodiscono prodotti di ogni genere – dall’arte fino alla scienza – è più fondamentale che mai. Questo è l’esempio delle Teche Rai, che, dalla nascita della Radio nel 1924 e della Televisione nel 1954, archivia i materiali di quasi un secolo di storia delle telecomunicazioni.
Nel corso dei decenni, le Teche Rai hanno seguito il flusso della digitalizzazione, mettendo in atto una graduale organizzazione online del materiale, caricandolo sul Catalogo Multimediale.
E’ stato anche realizzato da poco il servizio Teca Aperta che permette a tutti – da cittadini, a studenti, a professionisti – di poter consultare l’archivio, previa richiesta.
Il Catalogo Multimediale è consultabile fisicamente anche presso le sedi diffuse delle Teche Rai, tra Milano, Roma, Napoli e, ovviamente, Torino.
La Bibliomediateca Dino Villani, a un passo dall’Auditorium Rai e dal Centro di produzione Rai recentemente intitolato a Piero Angela, nutre tutt’oggi l’anima televisiva del capoluogo piemontese. All’interno della biblioteca si trovano
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migliaia di volumi dedicati all’universo dello spettacolo, delle comunicazioni e del giornalismo
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stampa periodica e rivista specializzate
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locandine, manifesti pubblicitari e cartoline collezionati da Dino Villani, nominato il maestro della pubblicità, legata soprattutto a programmi ed eventi nazionalpopolari.
Proprio sul sito di Rai Teche è disponibile un cortometraggio dedicato a Dino Villani, visibile al seguente link: https://www.teche.rai.it/2019/03/dino-villani/
Un assaggio dei prossimi appuntamenti da non perdere
Rai Teche Torino ha in serbo ancora molte sorprese previste per i mesi finali del 2025.
Prestissimo Archive Alive! collaborerà con il Festival delle Colline, organizzato dal TPE Teatro Astra (dall’8 ottobre al 3 novembre). In occasione dello spettacolo dedicato a Salgari realizzato dal Festival, Rai Teche mostrerà un approfondimento sulla figura realizzato al centro di produzione Rai di Torino.
Poco dopo, in occasione del Glocal Film Festival (11 – 15 novembre) Rai Teche mostrerà del materiale inedito di Camilleri, non in quanto autore ma in quanto regista televisivo.
Cosa guardare sul sito di Rai Teche (senza la pubblicità di RaiPlay!)
Negli ultimi anni Rai Teche Mediateca Torino ha scavato all’interno dell’archivio per riportare alla luce materiali di repertorio da riproporre al pubblico contemporaneo in vari formati. I risultati di questo lavoro si trovano nella sezione speciali del sito ufficiale di Rai Teche: da La donna che lavora all’approfondimento sulla vita professionale di Massimo Castri, la sezione offre una grandissima varietà di contenuti.
Tra i più interessanti c’è sicuramente RAI – Frammenti di un discorso amoroso, una serie di video che riprendono gli appuntamenti avvenuti dal vivo in cui esperti come Sergio Toffetti, Filippo Porcelli o Peppino Ortoleva parlavano al pubblico di tematiche inerenti la televisione e la radio italiane. Gli interessantissimi episodi possono essere ascoltati come se fossero quelli di un podcast, lasciandosi trasportare dai racconti e dalle esperienze di questi professionisti.
Un caso simile è quello di Lezioni con la tv, un progetto che trasforma l’Archivio Rai in strumento di conoscenza per le attività didattiche. Ogni lezione tratta un argomento diverso, volto alla ricontestualizzazione in chiave contemporanea di opere come l’Odissea e i Promessi Sposi e di attività come il restauro delle pellicole, raccontati da esperti del settore agli studenti.
Abbiamo avuto l’opportunità di fare qualche domanda a Susanna Gianandrea, responsabile della Mediateca e coordinatrice di tutti i progetti dell’Archivio.
Nel corso degli anni l’Archivio Rai di Torino ha progressivamente abbandonato la veste di struttura chiusa in sé stessa e si aperto sempre di più al pubblico, promuovendo interessanti iniziative di divulgazione culturale e non solo.
S. G.: Il repertorio archivistico è talmente vasto ed eterogeneo che le persone non se ne rendono conto. Quello che vogliamo fare attraverso queste iniziative orientate verso l’esterno, verso il pubblico, è far conoscere le peculiarità e il senso dell’archivio in quanto strumento di accompagnamento dell’evoluzione antropologica, di costume, culturale, politica e artistica che la Rai ha registrato fin dalla nascita della radio nel 1929. La nostra ricerca va oltre il mainstream visibile sulle piattaforme, cerchiamo i materiali che sono stati dimenticati ma, al contrario, meritano di essere ricordati e rivisti: un esempio è La Madre di Torino, un docudrama del 1967 vincitore del Premio Italia che racconta una vicenda familiare della Torino di quegli anni, ora visibile sia su Rai Teche che su Rai Play.
Come comunica la Mediateca Rai di Torino?
S. G.: In primo luogo realizziamo i flyer cartacei, nel quale scrivo delle righe di introduzione e contestualizzazione dell’evento. Questi materiali vengono distribuiti sia attraverso la mailing list di oltre 6 mila contatti preziosamente costruita nel tempo, sia manualmente, in quanto i volantini vengono portati in edifici e strutture di carattere culturale come il Teatro Stabile, il Cinema Massimo, il Circolo dei Lettori, il Polo del ‘900 e le Università.
Per quanto riguarda i social media, utilizziamo principalmente Facebook e Instagram pubblicando post e aggiornamenti.
Inoltre, da ottobre a giugno, una volta a settimana sono presente alla Rubrica Buongiorno Regione del TGR a parlare degli eventi che facciamo e di vario materiale di repertorio archivistico – da Rossellini a Gassman a Lalla Romano.
Oltre a tutto ciò, attraverso i comunicati stampa ufficiali siamo presenti anche sui giornali.
I vostri eventi sono molto apprezzati dal pubblico, che ad ogni appuntamento riempie le sale della Mediateca di Torino. Questo feedback estremamente positivo è sicuramente un ottimo segno e fonte di grande soddisfazione.
S. G.: Siamo molto contenti e orgogliosi di questi appuntamenti nella “casa della televisione”, che accoglie chiunque voglia vedere i materiali più speciali, le chicche.
In particolare, l’afflusso dei giovani ci rende fieri del lavoro fatto. Rielaborare gli estratti dell’archivio in una chiave fruibile anche alle nuove generazioni non è sempre facile, eppure esempi come le pillole video di La donna che lavora mostrano la possibilità concreta di veicolare contenuti etichettati come “del passato” ricontestualizzandoli nella contemporaneità.
Beatrice Pezzella
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