RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
Quest’anno ricorre l’anniversario dei 150 anni dalla nascita dello scrittore tedesco Thomas Mann, venuto al mondo a Lubecca il 6 giugno1875. Inoltre, trascorsi 70 anni dalla sua morte -a Zurigo il 12 agosto 1955- oltre alle celebrazioni, segue la possibilità di pubblicare liberamente tutte le sue opere.
Quella di Thomas Mann è stata una vita molto intensa, lunga 80 anni, dei quali oltre 50 dedicati alla scrittura…e che scrittura!
Un gigante della letteratura mondiale, premio Nobel nel 29. Il primo capolavoro l’ha scritto a soli 26 anni, “I Buddenbrook”, ambientato nella sua città natale Lubecca, ispirato alle vicissitudini della sua famiglia.
(E.. aggiungo io… uno dei libri più belli mai scritti, che suggerisco di leggere a chi non l’avesse ancora fatto)
Figlio di una ricca casata di commercianti anseatici, Thomas -come il fratello Heinrich- delude le aspettative paterne dal momento che rifiuta di portare avanti l’attività di famiglia, che tra l’altro sdrucciolerà verso il disastro.
Quando il padre muore, lascia un testamento velenoso ed umiliante per moglie e figli; la madre abbandona l’austera Lubecca e si trasferisce nella più frivola Monaco, dove vive anche Thomas fino al 1933.
Con l’avvento di Hitler, cambia tutto, e la storia travolge anche i Mann; a Thomas viene revocata la cittadinanza tedesca.
La sua esistenza muta per sempre e si trasforma in quella di esiliato; anche se lui sarà solito affermare: «Dove sono io, là è la cultura tedesca».
In occasione dell’anniversario, si torna a parlare anche dei luoghi in cui lo scrittore è transitato ed ha abitato, per periodi più o meno lunghi, che hanno comunque scandito e segnato il suo tempo e le sue opere.
La casa natale di Lubecca, non completamente restaurata.
La villa californiana a Pacific Palisades, con una spettacolare vista e circondata da palme; disgraziatamente è andata letteralmente in fumo nei recenti roghi che hanno devastato Los Angeles. Pare che si sia salvato solo l’archivio.
Ed ora una carrellata di libri, più o meno recenti, che aiutano ad entrare più a fondo nella vita e nella personalità del genio creativo e dell’uomo.
Intanto occorre risalire alla sua numerosa e complessa famiglia, ed i titoli che seguono sono un ottima traccia da seguire.
Tilmann Lahme “I Mann. Storia di una famiglia” -EDT- euro 26,00
Tilmann Lahme -giornalista, docente e uno dei massimi esperti di letteratura tedesca- con questa biografia romanzata ci conduce dritti all’interno del nucleo della famiglia tedesca per eccellenza, l’ʺAmazing Familyʺ come gli americani amavano definire i Mann.
Andiamo dietro le quinte di una saga straordinaria, folle ed impetuosa; contraddistinta da talento, passioni, dolore e tragicamente intersecata dagli accadimenti storici.
Innanzitutto puntiamo l’attenzione sulle vicende di Thomas e della moglie Kathia Pringsheim, (figlia di un importante matematico e prima donna a conseguire il diploma di maturità a Monaco) che si sposano l’11 febbraio 1905.
E’ lei -donna elegante, forte, totalmente dedita alla famiglia e al marito- che gestisce con polso fermo il complicato ménage familiare, al fine di proteggere prima di tutto il lavoro del genio. Ancora lei fa da argine alla sottesa tendenza omosessuale dello scrittore.
Hanno 6 figli ed ognuno cercherà di affermarsi a modo suo; tra turbamenti, derive emotive, amori turbolenti, spesso sconcertanti e rovinosi.
Erika: scrittrice, attrice, fondatrice di un cabaret politico, corrispondente di guerra. In Inghilterra sposa -solo formalmente e per salvarsi dalla persecuzione nazista- il poeta omosessuale W.H.Auden. E’ legatissima al fratello Klaus da un rapporto che alcuni considerano morboso.
Klaus comprende presto di essere omosessuale, come Erika, la sua “Twin” dalla quale dipende emotivamente. E’ il più dotato e tormentato. Sfida il padre sul suo stesso terreno, senza però mai riuscire a eguagliarlo e ne patisce l’ombra da gigante. Fragile e tormentato si uccide nel 1949.
Golo, anch’esso omosessuale, ma in modo meno provocatorio del fratello. Trova affermazione come storico di rilievo e cerca la salvezza allontanandosi dalla famiglia.
Elizabeth, è la cocca del padre e sposa Giuseppe Antonio Borgese. Finisce per dedicare l’ultima tranche della sua vita alla difesa degli oceani; con successo e ottenendo la sua realizzazione.
Michael, sostenuto sempre dalla madre, anche economicamente, diventa musicista; ma rimane per sempre preda di instabilità e crisi emotive, finendo anche lui suicida.
Monika è il brutto anatroccolo che i genitori considerano svogliata ed incapace, la meno amata dei sei.
Le vicende della famiglia sono scandite dai fatti storici. L’ascesa di Hitler comporta l’esilio dei Mann: dapprima in Svizzera, poi in America dove Thomas continua a scrivere e viaggiare tenendo prestigiose conferenze.
Thomas Mann è un personaggio famoso e rispettato anche oltreoceano dove è accolto a braccia aperte. Una celebrità che parla alla radio in tedesco, pranza due volte con il Presidente Roosevelt e costruisce la grande villa californiana di Pacific Palisades (a spese di una ricca mecenate, Agnes Meyer).
Poi negli anni della guerra, Golo e Klaus si arruolano nell’esercito americano.
Alla fine i Mann tornano in Europa nel 1952 e si stabiliscono in Svizzera dove Thomas continua a scrivere fino all’ultimo.
La morte, per arteriosclerosi, lo coglie il 12 agosto 1955, a Kilchberg, sul lago di Zurigo.
All’epoca, Thomas Mann è considerato e celebrato come una delle personalità di maggior spicco e tra le più rispettabili al mondo.
Colm Tóibín “Il Mago” -Einaudi- euro 24,00
Questo splendido ritratto -che immagina anche la vita e la voce interiore di Thomas Mann- è valso a Tóibín (saggista, drammaturgo e docente universitario) il Premio Gregor von Rezzori 2023.
“Il Mago” è un racconto dalla struttura circolare; inizia e finisce a Lubecca, la città dove Thomas nasce e intraprende faticosamente la carriera letteraria.
La stessa in cui tornerà da anziano, dopo tanto peregrinare, in uno stato d’animo oscillante tra ricordi e rimpianti.
Nel mezzo c’è tutta la sua lunga, perigliosa, vita e il genio che irrora le sue opere immortali.
Il romanzo di Tóibín inizia con il fermo immagine di una casa alto borghese di Lubecca nel primo Novecento, dove due bambini sono in adorazione della bellissima madre, moglie del ricco senatore loro padre.
Sono i fratelli Thomas ed Heinrich Mann, i cui destini finiranno per invertirsi. E’ Thomas (non il fratello, come invece pensava il padre) a coltivare ambizioni letterarie e a tutti nasconde, con cautela, le sue pulsioni omosessuali.
Il matrimonio con Katia Pringsheim, rampolla di una ricca famiglia ebrea di Monaco, il cui salotto è crocevia dell’élite culturale del paese, sembra fare da argine alle sue energie emotive disciplinandole; soprattutto lo salva dallo stigma dell’omosessualità.
Il loro non è un matrimonio di facciata, bensì fondato su un forte legame in cui si intrecciano: affetto, stima reciproca, solidarietà; anche se non mancano momenti di tensione.
Katia accetta la bisessualità del marito ed impara a conviverci; anche perché la loro unione in parte è saldata dall’amore. Ma entrambi vivono relazioni extraconiugali, non sempre facili da gestire in modo armonioso e in parallelo al loro patto nuziale che resta inscalfibile fino alla fine.
Nel libro è accuratamente narrato il ménage quotidiano, scandito dalla nascita di 6 creaturine.
Emerge che l’organizzazione familiare è stabilita con rigore da Katia, la quale cresce e gestisce le delicate e complesse personalità della numerosa e variegata prole, così da rendere la vita domestica più armoniosa possibile.
Il suo scopo principale è garantire la pax necessaria per consentire al marito di dedicare tutte le sue energie creative ed emotive alla composizione dei suoi capolavori, senza interruzioni o inopportune distrazioni.
“Mago” è l’appellativo affettuoso con cui si divertono a chiamarlo i figli, e lui si vanta di avere poteri straordinari. Katia comunque li ha addestrati a rispettare rigorosamente il tempo che il padre consacra alla sua metodica ed eremitica routine lavorativa.
Infinita è l’ispirazione che Thomas Mann trae dal suo quotidiano e traspone nei romanzi. A partire da “I Buddenbrook”, che rimanda alla rovina della sua stessa famiglia.
O quando, durante una vacanza italiana, è attratto da un ragazzo, intravisto sulla spiaggia e, da quell’infatuazione, nasce “Morte a Venezia”.
Ancora, dalla visita alla moglie, ricoverata in sanatorio, sviluppa l’idea de “La montagna incantata”.
Ed emerge un Thomas Mann uomo complesso, non sempre limpido, padre per lo più distante e distaccato; oppure attratto eccessivamente dal figlio maggiore.
Nel romanzo non sono mai espressi giudizi morali; piuttosto si esplora il modo in cui una persona tende a presentarsi al mondo e la distanza che, invece, può intercorrere rispetto al suo io interiore più profondo.
E nel caso di un grande scrittore la cosa diventa più affascinante che mai, perché apre il varco ad interessanti analisi correlate alle sue opere, da leggere sotto lenti con diottrie diverse.
In questo libro emerge anche la statura di un Thomas Mann grande patriarca, sorta di capostipite che si cura del numeroso parentado; dalla moglie e i figli ai fratelli e i nipoti. Inoltre la sua capacità di allacciare rapporti con altri grandissimi personaggi del Novecento; da Mahler a Werfel, passando, tra gli altri, da Einstein e Truman….
Marianne Krüll “Nella rete dei maghi” -Bollati Boringhieri-
Se riuscite a procurarvi questo testo del 1993 potete scoprire un livello ancora più profondo della vita di alcuni personaggi della famiglia Mann, a partire ovviamente da Thomas.
L’autrice, sociologa tedesca particolarmente interessata ai temi della famiglia e alle tematiche femminili, in queste pagine si concentra su alcuni punti.
Sull’invisibile rete di relazioni che, soprattutto Thomas, suo fratello Heinrich, e suo figlio Klaus, hanno tessuto, e dalla quale si sono lasciati trasportare; per poi cadere, finendo per trascinare anche altre persone nello scivolone.
Le vicende dei tre presentano somiglianze: un continuo oscillare tra allontanamenti e riavvicinamenti, intrecci di affetto, amore, ma anche odio, frustrazione, rispetto ed altri sentimenti rimasti sottesi e mai espressi con chiarezza.
Un caleidoscopio di sentire interiore che si è trascinato attraverso tre generazioni, diventando spesso trappola letale.
La Krüll segue un filo rosso a partire dal suicidio di Klaus, a soli 42 anni, a Cannes, il 21 maggio 1949.
C’è come una catena che collega questo ad un impressionante numero di altri suicidi avvenuti nella stessa famiglia, nelle generazioni precedenti. Di qui una rete di modelli di rapporti intrisi di sensi di colpa, odio, recriminazioni, relazioni difficili.
Una famiglia segnata da suicidi, conflitti tra fratelli, latenti pulsioni omosessuali (Thomas) o dichiarate (Klaus ed Erika), ambiguità di rapporti (tra Thomas e il figlio Klaus).
Le famiglie in causa sono tre, e spiccano figure femminili degne di attenzione.
La madre brasiliana di Thomas, Julia da Silva Bruhns, le sorelle dello scrittore Clara e Julia, la moglie Katia e la figlia Erika.
Tutto corredato da un’affascinante documentazione fotografica che immortala i vari protagonisti.
Da segnalare che, al fondo del volume in una tasca della copertina, c’è una preziosa bussola per orientarsi meglio: sono tre mappe con gli alberi genealogici delle famiglie Mann, Bruhns (ramo materno di Thomas) e Pringshein (famiglia di Katia).
Klaus Mann “Figlio di questo tempo” -Castelvecchi- euro 18,50
Questo libro è stato pubblicato nel 1932 dal secondogenito di Thomas Mann, Klaus, nato a Monaco di Baviera nel 1906 e suicidatosi a Cannes nel 1949.
Il libro è uno scrigno prezioso, ricco di aneddoti sulla sua infanzia e adolescenza, di conseguenza anche di curiosità inedite sulla sua famiglia. Il testo ebbe subito enorme successo, ma fu bandito l’anno dopo quando Hitler salì al potere.
In realtà Klaus fin da giovanissimo legge voracemente e scrive ininterrottamente, sensibilissimo, alla ricerca di una sua voce e identità. Stila drammi, poesie, racconti…quasi a voler rivaleggiare con l’immenso padre.
Il primo romanzo lo pubblica nel 1926, a 20 anni, è “La pia danza”; protagonista un giovane omosessuale nel primo dopoguerra, tra Berlino e Parigi, ovviamente in gran parte ispirato a se stesso.
E’ brillante, legatissimo e dipendente dalla sorella che più gli corrisponde, Erika; compagna di mille avventure e continue scoperte, compreso l’orientamento sessuale.
Si cimenta come attore, ballerino, cerca una sua forma espressiva artistica.
Ama Proust e come lui ha il culto dei ricordi, tanto più che i suoi hanno il pregio di ruotare intorno al mostro sacro del padre Thomas Mann, il suo ambiente di altissimo livello e cultura.
C’è anche la ricca e colta famiglia di Katia, donna fuori dal comune e madre amorevole, sempre disponibile a sopperire e colmare quei vuoti e silenzi lasciati invece dal padre blindato nel suo studio, non disturbabile e inaccessibile.
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