Beni confiscati alla mafia, aumentano i contributi regionali per il recupero

Cambiano definitivamente i criteri con cui si assegnano i contributi per il recupero dei beni confiscati alla mafia. Dopo il passaggio di ieri in Commissione, la delibera è stata approvata all’unanimità dall’Aula. Verranno ammesse ai bandi anche le unioni dei comuni e non solo le realtà singole. Aumenta fino al 70% il contributo della Regione per la spesa per gli interventi strutturali, fino a un massimo di 100 mila euro, soglia che sale fino al 90% per i comuni sotto i 5000 abitanti. La Regione potrà contribuire fino al 50% delle spese ammissibili per i progetti di recupero sociale, fino a massimo 30 mila euro. Anche in questo caso sale la soglia per i piccoli comuni, fino al 70%, ferma restando la cifra di 30 mila euro.
È stata prevista, inoltre, l’assegnazione del bene per finalità economiche. con il vincolo del reimpiego dei proventi per finalità sociali.
“Siamo molto soddisfatti del voto odierno – ha dichiarato Alessandra Binzoni (Fdi) – con questa decisione la Regione conferma l’impegno a contrastare in ogni modo la criminalità organizzata e a restituire alla società quanto indebitamente sottratto. I beni che ritornano alla collettività sono simbolo di rinascita sociale e territoriale”.
Per Gianna Pentenero (Pd) “questa delibera è un buon risultato, conseguito grazie al nostro lavoro, condiviso in commissione, e agli emendamenti del presidente della commissione Legalità, Domenico Rossi, che hanno recepito le richieste arrivate da Anci e Libera. Negativo lo stop ai nostri emendamenti in Aula che avrebbero ulteriormente aumentato l’efficacia del testo, in coerenza con quanto sta avvenendo a livello nazionale dove l’Agenzia sta già affidando i beni confiscati a enti del terzo settore”, ha aggiunto, riferendosi agli emendamenti che chiedevano l’ampliamento dei beneficiari agli enti del terzo settore e la revisione dei punteggi per la valutazione dei progetti.
“È fondamentale che la politica si dimostri unita e concorde, come accaduto oggi su questi temi e che i Comuni, in particolare quelli più piccoli, si vedano sostenuti nel loro impegno – è la posizione di Silvio Magliano (Lista Cirio) – un segnale di unità e di decisione per tutti gli enti locali e anche nei confronti di tutti i cittadini. Un passo importante che prelude a un secondo passo altrettanto significativo: destinare questi beni a Enti del Terzo Settore opportunamente selezionati”.
“Nei nostri territori viviamo in prima persona le difficoltà dei Comuni – ha dichiarato Annalisa Beccaria (Fi) – con questa delibera riaffermiamo il valore simbolico del riutilizzo dei beni confiscati. Appoggiamo convintamente queste modifiche che generano esperienze positive riconosciute dai cittadini e danno un segnale anche alle giovani generazioni. Essere utili in un locale che in passato è stato luogo di attività criminali è la dimostrazione di come la politica unita possa arrivare al risultato”.
Da Gianna Gancia (Lega) è arrivato “il ringraziamento per il lavoro molto importante svolto in commissione e oggi in Aula”.
“Siamo soddisfatte che tra le finalità prioritarie di utilizzo sia stata inserita anche la realizzazione di centri di riabilitazione e cura per persone tossicodipendenti – ha spiegato Alice Ravinale (Avs) – si tratta di strutture assolutamente necessarie per far fronte alle crescenti problematiche di utilizzo di sostanze stupefacenti con effetti devastanti, soprattutto tra le persone più giovani, che vanno affrontate con percorsi di sostegno e cura, di cui il Piemonte è stato avanguardia nei decenni passati, uscendo da una dinamica unicamente repressiva”.
L’assessore Maurizio Marrone ha infine ringraziato il Consiglio “per il clima di rispetto reciproco su questo passaggio. Al di là della sensibilità degli amministratori locali, spesso queste scelte impattano su bilanci già fragili e strutture amministrative ridotte. La nostra regione ha molti beni confiscati, ma la percentuale di riutilizzo resta bassa”.
Con associazioni ed enti locali ci siamo confrontati per capire come poter andare loro incontro, questa delibera è risultato importante che ci permetterà di aumentare il numero dei piccoli comuni che parteciperanno al bando”.

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