Rifllessioni su Babbo Natale

Nonno, come mai sul 25 Dicembre c’è scritto solo Natale e non il nome intero, Babbo Natale?”

La domanda di mio nipote mi ha lasciato di stucco…

Il 25 Dicembre è la festa principale per tutti i bambini, che la attendono con ansia soprattutto per un motivo: ricevono regali dai genitori, dagli zii, dai nonni; e la cerimonia dell’apertura dei pacchio dono sotto l’albero è uno dei momenti magici dell’anno…

Che tensione nei giorni precedenti, che timore di non meritare giochi, bambole, scatole multicolore perché non si è stati abbastanza buoni durante l’anno…

Che gioia scartare la carta e scoprire, oh sorpresa, proprio quello che sognavano e che avevano chiesto in letterine accorate…

Che felicità passare ore liete a giocare con i fratelli, i cugini, gli amici mentre i “grandi” intrecciano conversazioni e programmano l’ormai prossima festa di Capodanno…

Per i piccoli da decenni i regali sono portati da Babbo Natale, un personaggio inesistente creato dalla Coca Cola per reclamizzare la sua nota bibita gassata.

 

Nel 1931 Coca‑Cola commissionò all’illustratore Haddon Sundblom il compito di disegnare Babbo Natale per le pubblicità natalizie. Queste raffigurazioni hanno cambiato il modo in cui Babbo Natale veniva rappresentato: il primo Babbo Natale infatti era verde e si legava alla tradizione nordica di Odino, che immaginava il personaggio che regalava dolciumi. La sua origine peraltro può essere ascritta ancor più indietro nel tempo, legata ad un personaggio realmente esistito nel IV secolo a.C, e cioè il vescovo Nicola di Mira, che ancora sopravvive nei paesi nordici con il nome di Santa Klaus..

Potenza del marketing: in pochi decenni un’immagine pubblicitaria ha cancellato non solo secoli di tradizioni radicate, ma (e questo è l’aspetto più triste nella domanda del mio nipotino) la vera essenza del 25 Dicembre, che non è la festa di Natale Babbo, ma è la festa che ricorda la nascita di Gesù!

Nei calendari più attenti e precisi, il 25 Dicembre è infatti descritto come “Natale N.S.G.C.”, sigla misteriosissima per tutti i nipotini e per la stragrande maggioranza degli adulti, che, per esteso, significa “Natale di Nostro Signore Gesù Cristo”.

Natale è un aggettivo, non un nome! Indica il giorno “natale” (cioè della nascita) del Redentore.

Una festa intrinsecamente religiosa, staccata da ogni contenuto gaudente legato a regali, feste, cenoni, pacchi dono.

Una festa che dovrebbe far riflettere sui contenuti spirituali, sull’importanza di staccarsi dai valori materiali e meditare sui valori spirituali; altro che regali, trenini, tablet, bambole, cellulari…

E la cosa più triste è che (riflettete!) passate poche ore o pochi giorni i rutilanti giocattoli giaceranno in un angolo, dimenticati ed inutili, perché il tempo corre in maniera sempre più veloce, bruciando anche le cose più belle e desiderate e lasciando un triste, amaro vuoto nell’anima.

GIANLUIGI DE MARCHI

 

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