IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
La giornalista Angela Azzaro è stata all’improvviso licenziata dall’ “Unità“, la nuova edizione diretta da Piero Sansonetti che torna agli antichi amori comunisti. Non è un bell’esordio per il quotidiano fondato da Gramsci, anche se i comunisti dovrebbero essere abituati alle purghe e alle espulsioni, come capitò nel 1969 a quelli del “Manifesto“ e tanti anni prima ai ben più illustri Ignazio Silone, Angelo Tasca e persino ad Umberto Terracini. La Azzaro sarebbe stata buttata fuori come una serva dell’ Ottocento, senza consentirle di prendere in ufficio gli effetti personali.
Ha fatto bene la FNSI a criticare duramente quel licenziamento incredibile, anche se il sindacato unitario dei giornalisti, egemonizzato da sempre dalla sinistra, ha quasi totalmente perso la sua capacità contrattuale. Io ricordo molti anni fa di essermi rivolto in via informale all’ordine e anche al sindacato, a cui non sono più iscritto da circa 45 anni, per un mancato pagamento di un cospicuo numero di articoli che l’editore di una testata in modo offensivo ed arrogante mi negava. Alcuni mi sconsigliarono ogni azione perché quell‘editore era un osso duro e un uomo senza scrupoli. Rimasi un po’ sorpreso, ma non feci nulla per ristabilire i miei diritti violati. Quell’editore poi si seppe che non pagava neppure i giornalisti assunti, sottoposti ad ogni sopruso. Quel piccolo giornale resta un unicum scandaloso. Ma vorrei ricordare un caso ben più vergognoso che riguarda la cacciata da parte di Paolo Mieli del vicedirettore della “Stampa “ Pierangelo Coscia, un valoroso giornalista che come redattore capo centrale aveva curato il passaggio dalla macchina da scrivere al pc, un lavoro improbo e decisivo per la realizzazione dei giornali. Mieli fece smontare nel giro della notte l’ufficio di Coscia che venne umiliato dal democraticissimo direttore. In quella occasione il sindacato tacque o non fece nessuna protesta pubblica. Mi è tornato alla mente questo scandaloso episodio che creò alla “ Stampa “ un clima di terrore. Era il giornale dei Gad Lerner ed Ezio Mauro, i guru del giornalismo democratico anticipatori di Massimo Giannini. Coscia diresse poi per poco tempo un giornale a cui subito mi chiamò a collaborare, ma anche in quel caso non ebbe fortuna perché si imbattè nell’editore senza scrupoli di cui ho scritto.
Anche questo fa parte del giornalismo e si tratta di situazioni molto lontane nel tempo quando la carta stampata ancora si vendeva.
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