Un lungo e caloroso applauso ha salutato l’arrivo sul palco del direttore Nicola Lagioia, che dopo sette anni ne lascerà la guida: “questi anni- ha detto- sono stati una grande esperienza umana. Lascio un’istituzione molto più forte di come l’avevo trovata: la cosa importante è che il Salone abbia dato ogni anno risultato migliore di quello precedente. Il nostro è un paese ricchissimo di cultura dove gli indici di lettura hanno ampi margini di miglioramento”.
“Questo Salone è l’ennesima prova che la cultura, come la intendiamo noi, è un bene comune – ha sottolineato il Sindaco Stefano Lo Russo – al di là di qualsiasi colore politico. Sono contento di poter dire che il Salone di Torino ha attraversato amministrazioni locali e governi di diversi colori, crescendo anche di anno in anno”. Il primo cittadino ha ricordato Rolando Picchioni, a lungo presidente della kermesse, recentemente scomparso, rimarcandone lo stretto legame con la Città: “non dimentichiamo – ha aggiunto- come il Salone sia anche un grande volano economico per una città che lo ospita con orgoglio da trentacinque anni”. Anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha ricordato come il Salone “ha sempre avuto un supporto istituzionale ed economico. Noi in Piemonte -ha spiegato- vogliamo attrarre gli studenti di tutto il mondo”.
“Il valore delle idee non ha steccati” ha rimarcato il Ministro per Cultura Gennaro Sangiuliano “ai giovani dico di visitare musei, ascoltare buona musica e leggere tanti libri. La cultura è nutrimento per l’anima”. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha osservato come il logo della kermesse veda il dorso di tanti libri, che simbolicamente sono di tutti i colori “perché deve e può ospitare ogni tipo di contaminazione, di diversità. Solo dall’assenza di steccati nasce una maggiore credibilità della cultura. E la cultura è la vera arma per far tornare una pace giusta in Ucraina e in Europa”.
Paese ospite di quest’anno è l’Albania. “Nel mio paese – ha commentato la Ministra della Cultura albanese Elva Margariti – all’ospite era riservato il posto più vicino al focolare e oggi mi sento così, al caldo dell ospitalità del Salone del Libro”.
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