“Ce la metteremo tutta”. L’intervento del sindaco Stefano Lo Russo

 

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
Signor Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
Signora Presidente del Consiglio Comunale
Assessore, assessori, consigliere e consiglieri
Autorità,
è per me un grande onore poter essere qui oggi per la sottoscrizione del “Patto per Torino” nella nostra sala del Consiglio Comunale.
Poco più di cinque mesi fa una nuova amministrazione si insediava alla guida della nostra Città. Una Città che è stata capitale del nostro Paese. Civile e industriale. E che ha dato tanto al progresso dell’Italia. Torino, città di eccellenza della manifattura, del progresso scientifico e tecnologico, della cultura e del turismo. Città laboratorio dell’innovazione sociale ed economica. Una città del rinnovamento, capitale di quella straordinaria cultura del “sapere fare”. Una città che si è costruita sull’etica del lavoro, e che si è forgiata nella sua straordinaria capacità di integrare chi, nei decenni scorsi e ancora oggi, è immigrato da fuori per venire qui a cercare “un lavoro” e condizioni di vita migliori di quelle che venivano lasciate.

Donne e uomini che hanno contribuito, talvolta non senza difficoltà di inserimento ambientale, culturale e più recentemente etnico e religioso a costruirne l’identità profonda. Torino è oggi una grande comunità, multiculturale e multietnica che, pur nelle sue contraddizioni e con le sue fatiche, guarda al domani con fiducia e speranza. Una comunità che forse più di altre ha sofferto gli effetti della pandemia. Torino, in questo lungo periodo, ha vissuto tutte le ansie di un territorio fragile.
Oggi Torino è ad un bivio storico. Un bivio tra la visione nostalgica di quello che è stata e il rilancio verso il futuro. Non è il primo che affronta. Già altre volte si è trovata di fronte a fasi storiche complesse che ne hanno tracciato la rotta.
Questa amministrazione ha intrapreso un intenso e duro lavoro. Una macchina amministrativa da ricostruire, una situazione finanziaria sull’orlo del dissesto, modalità gestionali dei processi da rifondare.
Ci stiamo impegnando come non mai a ridurre i divari territoriali, generazionali e di genere, accelerare la transizione digitale e quella ecologica, migliorare e rafforzare tutti i servizi che qualificano la città. Abbiamo l’obiettivo di creare le condizioni migliori per rilanciare l’economia e dare impulso alla produttività, semplificare la burocrazia per agevolare lavoratori e imprese, potenziare le infrastrutture e favorire l’innovazione.
Il contesto internazionale è segnato da incertezze e inquietudini, con la guerra alle nostre porte. Immagini terribili che entrano nelle nostre vite e scuotono le nostre coscienze. Una guerra che rischia di minare la dimensione valoriale fondativa della nostra stessa Europa e che ha sconvolto le agende politiche delle democrazie occidentali. Da una doppia emergenza, quella climatica e pandemica, ci troviamo ora con un’altra emergenza, legata alla difesa e alla sicurezza nel cuore dell’Europa. Ma in tutte queste emergenze c’è un solo e forte messaggio: serve più Europa. Un’Europa delle opportunità, del lavoro, dei diritti civili e democratici.
La complessità del presente non si affronta con un ritorno ad una dimensione nazionale. I nazionalismi creano false sicurezze di illusorie potenze. Proprio com’è avvenuto con la crisi pandemica, in cui solo con un fronte comune e organizzato si è potuto intraprendere la strada verso la gestione e il contenimento dei contagi, solo così, con unità e compattezza in Europa e nel mondo occidentale, si potrà far fronte comune per un ritorno della pace in Ucraina.
Ed è in questo difficile contesto che si inserisce l’opportunità del PNRR: il piano di rilancio di tutto il Paese attraverso il quale l’intero sistema nazionale può trarre quella forza e quella fiducia nel futuro che da decenni attendevamo. Per Torino, e per tutta la sua area metropolitana, si tratta dell’opportunità di coniugare i due pilastri della nostra strategia programmatica: ripresa economica e ricucitura sociale.
Nei prossimi mesi ingenti risorse verranno investite nella rete delle biblioteche comunali, nelle manutenzioni delle aree verdi, per le strade, le scuole, i mercati, gli impianti sportivi e le piscine. Un piano complessivo di rigenerazione urbana con l’obiettivo di ampliare i luoghi di aggregazione e partecipazione dei cittadini. E ancora la Linea 2 della metropolitana, un’opera per la quale il suo Governo ha stanziato oltre 1 miliardo, che non solo rappresenterà una rivoluzione nella mobilità sostenibile a Torino, ma costituirà anche un motore di sviluppo e rigenerazione per tutta l’area nord della città. Il programma di investimenti che Torino effettuerà nei prossimi anni infatti con le risorse del PNRR e i fondi complementari è uno dei più importanti nella storia della nostra città: oltre alla Linea 2 della Metro, il prolungamento della Linea 1, il potenziamento della rete tranviaria, la digitalizzazione, il rinnovo del parco mezzi GTT, le pedonalizzazioni e le riqualificazioni degli spazi pubblici, il nuovo parcheggio interrato di piazza Bengasi, la manutenzione straordinaria delle strade e l’abbattimento delle barriere architettoniche, la riqualificazione energetica dei nostri edifici e di quelli di edilizia sociale, la rifunzionalizzazione del parco del Valentino e la nuova Biblioteca di Torino Esposizioni. E non sono tutti. Investimenti pubblici per un totale di oltre 3 miliardi di euro.
È quindi evidente che ci attende un periodo molto intenso, per il quale è indispensabile mantenere conti solidi e avere bilanci in equilibrio.
Un lavoro che deve coinvolgere tutti, un impegno comune che deve portarci ad una nuova fase di crescita e sviluppo. Non possiamo sprecare questa grande opportunità. Ed è questo lo spirito con cui abbiamo dato vita nei mesi scorsi alla Cabina di Regia sul PNRR con la Regione Piemonte, l’Università, il Politecnico e gli stakeholder del territorio. Oggi il panorama richiede una scossa comune di tutta la classe dirigente italiana. Capace, come nel passato, di porre quelle basi indispensabili per il rilancio economico e sociale del paese.
Diventa quindi essenziale usare bene i fondi del Recovery per rimettere il Paese sulla strada della crescita e del riordino finanziario. Avanti quindi con gli investimenti capaci di aumentare la produttività e la competitività e procedere contemporaneamente alla ricucitura del tessuto sociale provato dalla crisi. Avanti con la rinegoziazione degli oneri finanziari degli enti locali nei confronti del sistema bancario. Avanti con i rapporti di partenariato pubblico-privato e il terzo settore.
Ma per gestire al meglio questa fase di rilancio è indispensabile una macchina organizzativa e amministrativa efficiente, con nuove competenze e settori da potenziare.
Corriamo alcuni rischi – Signor Presidente – su cui è quanto mai opportuna una seria riflessione nazionale e locale. Il primo: la sicurezza sui luoghi di lavoro. Non si deve più morire per lavorare. Il secondo: le potenziali infiltrazioni della criminalità organizzata. Il terzo: il contenzioso amministrativo. Viviamo in un sistema di gare e appalti pubblici che fa ormai del ricorso sistematico alla Giustizia amministrativa una prassi, con l’effetto devastante di rallentare i tempi già molto stringenti dei Piani di investimento. Il quarto: il rincaro delle materie prime che rischia di bloccare l’esecuzione dei cantieri. Il quinto: il caro energia per imprese e famiglie.
Si tratta di questioni difficilmente affrontabili sul solo piano locale per le quali è fondamentale l’intervento del Governo. Noi siamo a disposizione per fornire spunti e contributi.
Il “Patto per Torino” che ci accingiamo a firmare costituisce un modello virtuoso che vorremmo rappresentasse – anche in futuro – la modalità di lavoro e di scambio tra la Città e il Governo, un confronto permanente che rende migliore il lavoro di tutti e si riflette al meglio verso i nostri cittadini. Vorremmo iniziasse un nuovo paradigma nei rapporti tra Governo ed enti locali e per noi il modello del “Patto” è il migliore esempio di un lavoro comune e positivo.
Mi avvio a concludere. Il primo doveroso ringraziamento vorrei rivolgerlo all’Assessora al Bilancio, Gabriella Nardelli, instancabile e attenta custode dei conti di palazzo civico, al Sottosegretario Roberto Garofoli, agli uffici del MEF e delle Risorse finanziarie del Comune. Senza il loro fondamentale contributo noi oggi non saremmo stati qui a parlare di futuro in questo modo.
Grazie ai nostri dipendenti, dirigenti e collaboratori che pur in condizioni proibitive hanno continuato a permettere al Comune di andare avanti nonostante tutto e che con sforzi personali, abnegazione e attaccamento all’ente consentono alla nostra città di funzionare.
Grazie al Consiglio Comunale che ha accompagnato e sostenuto le scelte che siamo chiamati a fare.
Infine, Signor Presidente, grazie a lei.
Per come ha gestito la crisi pandemica.
Perché ha ridato autorevolezza internazionale all’Italia.
Perché ha fatto tornare importante il valore della competenza nel servire la “cosa pubblica”.
Perché nonostante le difficoltà di un sistema politico e partitico troppo spesso non all’altezza delle sfide del Paese, Lei continua a dimostrare visione, capacità di guida e leadership.
Perché sta provando a riformare questo Paese: le grandi riforme richieste dal Recovery, fondamentali per l’attuazione degli interventi e descritte nel piano Italia Domani. Riforme, come sappiamo, non semplici.
Mai come in questo momento il Governo è vicino alla Città di Torino. Tocca a noi dimostrare di essere all’altezza di questa fiducia.
Ce la metteremo tutta, può contarci.

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