L’intervento di recupero e rifunzionalizzazione rientra nell’ambito del progetto di Fondazione CRT “Santuari e Comunità – Storie che si incontrano”, che unisce restauro dei beni, iniziative per l’inclusione sociale, azioni di promozione culturale e turistica
• Dopo l’inaugurazione del 26 luglio, in programma un lungo weekend di festa (31 luglio-1 agosto) con osservazione del cielo stellato, una passeggiata sui luoghi del Randiere, letture, riflessioni e lo spettacolo “Infernum. Dante a tempo di rap”
Riapre le porte la Casa del Randiere di Sant’Anna di Vinadio, rinata grazie all’importante progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione “Sant’Anna: un santuario, mille percorsi”, avviato nel 2019 e realizzato grazie al sostegno della Fondazione CRT, nell’ambito del progetto “Santuari e Comunità – Storie che si incontrano”, e al contributo di Fondazione CRC e de La Guida e a donazioni private.
La nuova Casa del Randiere, custode che “vegliava” sul Santuario più alto d’Europa posto a 2.035 m s.l.m., verrà inaugurata lunedì 26 luglio, completamente trasformata al suo interno per ospitare nuove funzioni di incontro, accoglienza e racconto. La Casa ospiterà una sala polifunzionale adatta ad ospitare eventi, presentazioni, proiezioni, conferenze e attività per gruppi numerosi, al piano superiore, e uno spazio di memoria e racconto, attraverso un allestimento permanente, al piano inferiore.
“Restituiamo alla comunità, recuperato e completamente trasformato, un importante ‘tassello’ del Santuario di Sant’Anna di Vinadio: la Casa del Randiere, luogo di operosità, accoglienza, condivisione, eredità del passato che ‘parla’ oggi alle nuove generazioni – dichiara il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia –. Il progetto di riqualificazione e rinascita è stato sostenuto da Fondazione CRT nell’ambito del grande progetto ‘Santuari e Comunità’ che, insieme alle Diocesi e alle realtà del territorio, contribuisce a valorizzare il ruolo dei Santuari come luoghi di incontro, scambio, inclusione culturale e sociale per le comunità del terzo millennio”.
Tante furono le famiglie di randieri che si susseguirono nel tempo, alcune per pochi mesi e altre per molti anni. Con la scomparsa di Lidio Giraudo, l’ultimo randiere, nel 2006, si chiuse una lunga tradizione di accoglienza e ospitalità, che per secoli rese la casa del randiere un luogo di incrocio e incontro di storie di famiglie, ospiti e pellegrini.
Il progetto “Sant’Anna. Un Santuario, mille percorsi”, in linea con le tre direttrici del progetto “Santuari e Comunità” della Fondazione CRT, ha unito negli scorsi mesi gli interventi edili di restauro e recupero a iniziative di valorizzazione culturale e di carattere sociale.
Le iniziative di carattere culturale hanno portato alla realizzazione di un percorso storico-narrativo, sviluppato con il coinvolgimento di persone ed enti del territorio che hanno contribuito ad arricchire il racconto, mettendo a disposizione materiali significativi e parte dei propri ricordi anche personali. Quelle che un tempo furono le camere, la cucina, la cantina, il bar del randiere, dall’estate 2021 daranno ospitalità ad un racconto collettivo dei tanti cammini che da secoli si incrociano a Sant’Anna, percorsi nel tempo da migliaia di persone per commercio, migrazioni, guerre, fede, speranza, devozione, turismo e sport.
Il percorso narrativo ripercorrerà la storia del Santuario di Sant’Anna dalle sue origini (quando nel primo documento di cui siamo a conoscenza, risalente al 1307, veniva citata l’ecclesia Beatae Mariae de Brasca), fino ad arrivare ai giorni nostri, seguendo le trasformazioni architettoniche del complesso dedicato a Sant’Anna e lo sviluppo storico della devozione delle comunità del territorio. Alla storia del Santuario si affianca quella della figura del Randiere, il massarium già citato nel XV secolo che doveva abitare presso il Santuario sia d’estate sia d’inverno per assistere i viandanti e offrire loro riparo. I percorsi di Sant’Anna non sono però legati solo alla devozione: la Valle Stura è sempre stata un territorio di passaggio, inizialmente di commercio e scambio, e di invasione e scontro poi. Si delineano così nel tempo cammini legati alle migrazioni lavorative, al contrabbando, alla guerra e alla resistenza, fino all’alpinismo, all’escursionismo e allo sport, in tempi più vicini a noi. Una sezione intera dell’allestimento sarà dedicata ai cammini di fede, ricercando nella storia l’origine dei pellegrinaggi tradizionali che ancora oggi uniscono le comunità dei paesi della Valle Stura e non, con una selezione degli ex voto più storici e significativi, che offrono uno spaccato della vita delle comunità valligiane da fine ‘800. Una parete sarà dedicata interamente al lato più personale e affettivo che lega decine di fedeli al Santuario, attraverso fotografie di famiglia e testimonianze raccolte nei mesi del progetto tra coloro che hanno dato la propria disponibilità a contribuire al racconto collettivo: questa sezione potrà essere nel tempo ampliata e trasformata, accogliendo i ricordi di altri fedeli per costruire un archivio di immagini e parole della devozione popolare alla Santa.
Una saletta proiezioni accoglierà immagini video delle bellezze naturalistiche e culturali della Valle Stura e le voci di alcuni testimoni legati in modo differente al Santuario e ai sui cammini. La sala conclusiva del percorso è invece dedicata invece alle opportunità turistiche offerte dal territorio, con la possibilità di consultare pubblicazioni e brochure relative a sentieri, escursioni, beni culturali, percorsi, riassunti in una mappa dell’Alta Valle esposta nell’ambiente che un tempo ospitava il bar del randiere. Il percorso continuerà al piano superiore, dove nel luogo in cui vi era la stanza da letto del randiere, “cuore” della casa e da cui si apre una splendida vista sulla chiesa, il ricordo dell’ultimo Randiere, Lidio Giraudo, è affidato alle parole di una delle nipoti e alle fotografie messe a disposizione dalla moglie Angela con la figlia Cristina.
L’invito a entrare nella nuova casa, a partire dal 26 luglio, è rivolto a tutti, fedeli e non, frequentatori affezionati o turisti alla prima visita: il racconto sviluppato raccoglie mille voci, mille storie e mille percorsi che si incrociano a Sant’Anna, perché ognuno possa aggiungere il proprio.
Le attività di carattere sociale, coordinate dall’associazione culturale 1000miglia in collaborazione con la Pastorale Giovanile della Diocesi di Cuneo, si sono focalizzate invece sul coinvolgimento giovanile, con l’obiettivo di ampliare i pubblici del Santuario oltre le attuali frequentazioni, suggerendo e sperimentando format di fruizione culturale degli spazi del complesso e della Casa del Randiere. Ciò ha portato a sviluppare un percorso di progettazione di iniziative ideate da giovani under30 e rivolte a giovani, che si concretizzeranno nel weekend successivo all’inaugurazione della Casa (31 luglio – 1 agosto), con una serata di osservazione del cielo stellato presso il Santuario, una passeggiata sui luoghi del Randiere in compagnia della figlia dell’ultimo randiere Lidio, Cristina Giraudo, con letture e riflessioni, e lo spettacolo conclusivo di Murubutu e Claver Gold “Infernum. Dante a tempo di rap” dedicato ad uno dei “cammini” più famosi della storia: quello descritto da Dante nella Divina Commedia.
L’iniziativa è promossa dal Santuario di Sant’Anna di Vinadio in partnership con le associazioni Volontari per l’Arte, il Cammino di Sant’Anna, 1000miglia, la Pastorale Giovanile della Diocesi di Cuneo, insieme ai partner istituzionali ATL del Cuneese, Unione Montana Valle Stura, Consorzio Valle Stura Experience e Comune di Vinadio, con il project management dell’associazione noau | officina culturale, che ha curato inoltre la ricerca e la curatela dei contenuti, insieme alla dott.ssa Laura Marino, e la progettazione dell’allestimento. L’intervento di restauro è a firma dell’arch. Paolo Lingua con l’ing. Massimo Ghibaudo (impianti) e Fabrizio Giraudo (sicurezza), con il coordinamento diocesano dell’arch. Igor Violino e la supervisione della Soprintendenza A.B.A.P. nelle figure degli arch. Stefania Manassero e Nadia Ostorero. L’esecuzione dei lavori è di DeVi Costruzioni s.r.l. insieme a Pellegrino e figli s.n.c. (impianto elettrico) e Ezio Biancotto (impianto igienico-sanitario e rete idranti). La realizzazione degli allestimenti è a cura di PortArredi srl e Sonitus srl per la parte tecnica e multimediale, i contenuti video sono di Paolo Ansaldi (Vdea Produzioni), traduzioni in lingua di Europa 92 e Alice Gallouin.
L’inaugurazione della nuova Casa, su invito, è prevista alle ore 15 del 26 luglio 2021, chiudendo le celebrazioni per la festa di Sant’Anna, e si terrà nella nuova sala polivalente che nei prossimi mesi potrà ospitare attività di gruppi numerosi, iniziative culturali, conferenze, incontri e dare riparo ai frequentatori del Santuario nelle giornate piovose, colmando una lacuna di spazi coperti che da anni gravava sul complesso.
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE