Riceviamo e pubblichiamo / Apprendiamo dai media che il servizio dei test rapidi per le farmacie non partirà a causa della mancanza di infermieri, una circostanza ampiamente prevedibile.
Anche il progetto di esecuzione dei tamponi negli studi medici è stato trattato con troppa superficialità, perché se gli stessi ospedali faticano a garantire la sicurezza delle procedure, non saranno certamente i medici di base a poterlo fare nei loro studi, che chiuderebbero seduta stante al primo riscontro positivo.
La Regione Piemonte disponga che le aziende sanitarie autorizzino questi professionisti alle prestazioni sul territorio, le strategie anti contagio richiedono un massiccio dispiegamento di infermieri per eseguire tamponi, tracciamenti e monitoraggi,
Si investano risorse economiche da destinare alle prestazioni di questi professionisti che daranno la loro disponibilità, su base volontaria e al di fuori del normale orario di lavoro. su comuni di residenza, territori e quartieri a loro più vicini e raggiungibili facilmente ed in poco tempo, Solo poche ore moltiplicate per migliaia di infermieri residenti sul territorio piemontese significherebbe potere eseguire un numero importante di test che nessuna altro tipo di organizzazione permetterebbe.
Si convolgano nell’operazione i sindaci, i comuni e i distretti per le misure organizzative e per la logistica. Lo faccia anche rapidamente perché non è detto che funzioni, ma se oltre ventimila professionisti piemontesi provvedessero anche solo al tracciamento delle proprie famiglie, del proprio condominio, del loro quartiere o del loro piccolo comune, l’espansione dei contagi potrebbe forse rallentare.
Invitiamo la Regione ad abbandonare il retaggio dell’isolamento dei professionisti per recuperare una logica di sistema e di organizzazione integrata. Da più parti sentiamo ripetere che bisogna coinvolgere medici di famiglia e pediatri di libera scelta, ma nessuno ha ancora detto come intende raccordarli sotto il profilo organizzativo.
Nessuno ha ancora sciolto il nodo cruciale oggi evidente su tutti i quotidiani: la mancanza di infermieri, quei professionisti che nessuno si è mai degnato di interpellare, da qui deriva la nostra proposta, in attesa che qualcuno ci ascolti.
Francesco Coppolella
Segretario Regionale
Nursind Piemonte
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