Ironie cromatiche alla Matisse nel ristorante della “piazza che non c’è”

4 stelle di pace, silenzio, e piante di limone immersi tra luci soffuse e vetrate che si affacciano sulla Mole.

Siamo al Carlina, il ristorante dell’NH nell’omonima piazza di Torino. Sapori scritti in corsivo con le lettere maiuscole, Carol Rama alle pareti e l’eleganza che si respira tra le tovaglie bianche e le alte glacette su cui sono adagiate le bollicine.


Rendez vous di terra e mare affiorano dal menù, seguiti dai classici torinesi e dalla carta dei vini che rivela nella cantina dell’NH più di 500 etichette il cui comune denominatore è il terroir, connubio imprescindibile tra territorio e vitigno autoctono. Selezioniamo un’etichetta a cui concediamo anche il bis per la sua straordinarietà: Trimbach, Riesling del 2015, caratterizzato dal profumo di frutti che resta un poco pungente e non finisce, e un palato persistente ma moderato.


Addolciamo il tipico profumo del riesling con la cremosità della citronette alla nocciola che accompagna il carpaccio di pesce spada, ma non senza lasciarci sedurre dalla sua controparte terrena, la tartare di fassona e caviale servita su stracciatella di bufala e capperi fritti.


L’ironia degli accostamenti cromatici dei piatti evoca la pittura di Matisse, l’eleganza del contesto richiama i volti raffinati e a tratti ammicanti delle dame da lui ritratte.


Proseguiamo poi con una fregola sarda accompagnata da scampi e vongole, stuzzicata da limone confit e zafferano, per tornare nella nostra Torino deliziati da un controfiletto di fassona servito su crema di zucca e tenerumi.
Concludiamo il nostro viaggio culinario spostandoci nel taciturno chiostro interno per godere delle piante di limone, immersi tra le colonne di pietra bianca, gli ampi archi e le balaustre illuminate come cristalleria.

Ci seguono il secondo Riesling e le pesche bagnate nel vin brulè e cioccolato fondente, ritratto gustativo della bomboniera piemontese ma con un tocco libidinoso in cui siamo immersi.


Ci avventuriamo indisturbati nella terrazza sovrastante il chiostro, tra le lastre di acciaio e vetro che silenziose celano i camminamenti tra le suite, e da qui ammiriamo lo spettacolo della Mole e di Piazza Carlina, la piazza che non esiste se non per i Torinesi. Ebbene si, perchè questa piazza ufficialmente porta il nome di Carlo Emanuele II di Savoia, che talvolta aveva dei modi effeminati i quali hanno ispirato l’ironia dei Torinesi.


Prima Casa di Carità, poi Regio Albergo di Virtù, poi casa popolare, ora sede delle suite a 5 stelle dell’NH e vincitore del Premio Architetture Rivelate 2017. L’apice di un climax interessante che, ironia della sorte, vede ospite della penultima destinazione d’uso anche il padre del comunismo italiano, Antonio Gramsci.


Un passato controverso e una maschera da dama torinese volteggiano nell’aria scintillante sulle note di “Take Five” di Dave Brubeck, e ai futuri ospiti scoprirne il vero volto.

Martina Calissano

(foto MC)

 

 

 

 

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