Le proteste internazionali e la rabbia del mondo cristiano non fermano il sultano. Il Turco sconfigge i cristiani e la basilica di Santa Sofia a Istanbul torna moschea.
La Corte suprema turca ha annunciato che la decisione di trasformare Hagia Sophia in museo, adottata da Ataturk nel 1934, non è valida e quindi l’edificio religioso può riaprire al culto islamico. Il presidente turco Erdogan aveva promesso più volte che Santa Sofia, fatta costruire nel VI secolo dall’imperatore bizantino Giustiniano, sarebbe tornata moschea.
La conversione di Santa Sofia in moschea ribalta dunque la decisione con cui il governo turco aveva convertito in museo la millenaria basilica bizantina trasformata in moschea dopo la conquista ottomana di Costantinopoli nel 1453. Sarà questo un motivo per spingere i cristiani del mondo contro l’islam, come ha dichiarato il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I ? Torneranno le Crociate tra i cristiani e i musulmani? Si apre una nuova fase di scontro e di rottura tra Occidente e Oriente? “Giù le mani da Santa Sofia” avrebbe probabilmente esclamato oggi, appena appresa la notizia, il viaggiatore cronista Edmondo de Amicis che nel suo diario di viaggio “Costantinopoli” rimase abbagliato dallo splendore della basilica bizantina. Nell’estate del 1875, De Amicis, che trascorse gran parte della sua vita in Piemonte, arrivò dal mare, dopo dieci giorni di navigazione, nell’antica capitale, bizantina e ottomana. Esclamò e scrisse: “ecco Costantinopoli, sterminata, superba, sublime. Gloria alla creazione ed all’uomo! E’ una bellezza universale e sovrana, dinanzi alla quale il poeta e l’archeologo, l’ambasciatore e il negoziante, la principessa e il marinaio, tutti hanno emesso un grido di maraviglia, io non avevo sognato questa bellezza…” è folgorante il primo impatto di De Amicis con la Roma d’Oriente quando sbarca a Istanbul. Nato in Liguria, la sua famiglia si trasferì presto in Piemonte, a Cuneo, Pinerolo e a Torino nell’attuale piazza XVIII dicembre, di fronte alla vecchia stazione di Porta Susa, dove De Amicis scrisse il celebre “Cuore” e dove una targa lo ricorda ancora oggi. Ma qualcosa di più straordinario doveva ancora avvenire nel suo viaggio nella città sul Bosforo…“messo appena il piede nella navata (di Santa Sofia) rimanemmo tutti e due come inchiodati. Il primo effetto è grande e nuovo. Si abbraccia con uno sguardo un vuoto enorme, un’architettura ardita di mezze cupole che paion sospese nell’aria, di colonne colossali, di archi giganteschi, di gallerie, di tribune, di portici, su cui scende da mille grandi finestre un torrente di luce, un’ostentazione di grandezza e di forza, un’idea della basilica di San Pietro raccorciata e della basilica di San Marco ingigantita e deserta, una mescolanza mai veduta di tempio, di chiesa e di moschea”. Dopo 1500 anni non c’è pace per la Divina Sapienza. Santa Sofia è stata infatti una chiesa cristiana dedicata non a una santa, come potrebbe far credere il nome, ma alla saggezza divina, l’Haghia Sophia incarnata dai greci e qualcosa di incredibile sta di nuovo per interessare l’ex basilica. Il mondo cristiano insorge, la Grecia minaccia ferro e fuoco, eppure lui, il sultano turco, va avanti con i suoi piani di conquista, come se niente fosse. Il 29 maggio scorso, in occasione del 567 anniversario della conquista turca di Costantinopoli, ha fatto recitare da un imam, all’interno dell’edificio, una preghiera islamica, la sura della Conquista. Episodio che scatenò un diluvio di critiche tra i cristiani e soprattutto nella vicina Grecia. Secondo una fondazione religiosa, vicina a Erdogan, che si è presentata a favore della riapertura dell’edificio al culto islamico, la firma di Mustafa Kemal Ataturk sul documento che trasformava Santa Sofia in museo, sarebbe addirittura falsa. “Erdogan è un islamista e vuole che il Medio Oriente sia più islamizzato” afferma lo storico israeliano Benny Morris. “Santa Sofia è un grande simbolo della cristianità ed Erdogan lo sa bene. E come se ora con Santa Sofia volesse cancellare anche le ultime tracce della cristianità in Turchia”. Non tutto è però perduto per i cristiani e i turisti che probabilmente potranno ancora visitarla. Hagia Sophia dovrebbe infatti restare anche museo come la vicina Moschea Blu, anche se non si potrà entrare durante le preghiere.
Filippo Re
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE