La morte di Giampaolo Pansa è, al di là del lutto per la famiglia e del termine del suo cammino terreno, una perdita enorme non solo per Casale ed il Monferrato, ma anche per il Piemonte e l’Italia intera
Pansa è stato per tutti un maestro di giornalismo e uno storico onesto che ha saputo cogliere con la sua penna, da un lato, le caratteristiche della società italiana e della sua classe politica con il passare dei decenni, dall’altro ha avuto il coraggio di vedere – non coprendosi gli occhi – le brutture della Guerra Civile, da ogni parte. e – soprattutto – del dopo Guerra.
Questo lo ha esposto ad uno strano fenomeno: quelli che prima lo osannavano gli hanno voltato le spalle, criticandolo, e viceversa. Ma così è l’Italia. Credo che, invece, per apprezzarlo, vada valutata la sua opera nell’insieme, dall’inizio alla fine. E in ogni caso c’è sempre uno stile che farà scuola e rimarrà nel tempo. Con questo Concittadino ho avuto un solo contatto telefonico e ci siamo visti pochi minuti tanti anni fa, ma li ho entrambi ben in mente. Era il 1994, l’anno in cui uscì ‘Ma l’amore no’, il suo primo romanzo. Gli telefonai, facendogli una lunga intervista con dei tratti anche toccanti. Mi disse che veniva a Casale poco, perché qui lo assaliva la malinconia, il ricordo dei genitori che non c’erano più. Che quando era venuto per commemorare la Banda Tom aveva fatto una corsa nella nebbia. E un momento per me emozionante fu quando gli chiesi se conosceva Lucia Baù, sua compagna di scuola al Liceo e lui mi disse ‘Certo la ricordo come una bella ragazza’. Al che gli risposi che Lucia era mia madre ed era mancata da diversi anni. Poi lo vidi davanti alla Libreria Giovannacci e mi presentai, ma fu solo un incontro fugace di uno- due minuti al massimo. Però ho sempre continuato a leggerlo e seguirlo. Pansa è stato un figlio di Casale che ha Casale ha dato molto e che a Casale, nonostante successo e notorietà è sempre rimasto legato. Per questo ho apprezzato molto il lutto cittadino proclamato dal sindaco Federico Riboldi. Ma credo che la Città di Casale Monferrato debba fare subito un passo in più per questo suo figlio che se ne è andato: valutare di istituire un Premio letterario–storico a lui intitolato. al di là ed al di sopra di tutto. E’ una proposta che formalizzerà con una lettera al Sindaco ed all’Assessore alla Cultura a strettissimo giro di posta.
Massimo Iaretti
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