Achille Perilli, tutte le opere nel catalogo generale

Presentato a Torino, nell’evento promosso dall’economista Paolo Turati.  All’artista romano la Galleria dell’Accademia fino a fine gennaio  dedica una personale

È uscito il catalogo generale dei dipinti e delle sculture dell’artista romano Achille Perilli ( Silvana Editoriale), presentato lo scorso 18 dicembre presso la Galleria Accademia a Torino.

Il volume, curato da Giuseppe Appella, articolato in due poderosi tomi, è frutto di intensi anni di studio e di attività dell’Archivio dedicato all’artista e curato dalla figlia Nadja Perilli, studiosa e storica dell’arte. Quest’attivita’ di studio ha condotto all’analisi ed autentificazione della produzione artistica dal 1945, anno in cui prendeva avvio l’avventura creativa di Perilli, proprio all’interno dell’acceso dibattito tra realismo ed astrattismo.

L’analisi, contenuta nel catalogo, si è concentrata non soltanto sull’enorme mole di carte dell’artista, di sua proprietà, ma anche sulla documentazione custodita in biblioteche ed in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, sulle fotografie d’epoca e sulla sua corrispondenza.

Achille Perilli, uno dei più grandi protagonisti dell’arte pittorica contemporanea, nasce a Roma nel 1927 ed ancora adolescente disegna, dipinge e frequenta lo studio del pittore Aldo Bandinelli insieme a Dorazio e Guerrini, con i quali organizza la prima mostra di studenti pittori romani presso il liceo Giulio Cesare. Quindi seguono gli studi di letteratura e storia dell’arte all’Università di Roma ed il successivo incontro, nel 1946, con Renato Guttuso. Del maestro nativo di Bagheria, Perilli frequenta il suo studio, in cui ha la possibilità di entrare in contatto con artisti quali Accardi, Consacra ed Attardi, costituendo con loro, nel ’47, il gruppo “Forma 1”, di cui avrebbe diretto il manifesto a favore di un’arte “della forma pura”. “Forma1” diventava, così, un gruppo che riprendeva il termine di “”arte aniconica”, derivante dalla parola greca “eikon”( immagine) che, preceduta dalla preposizione negativa ‘a’ ( alfa privativa) esprime una forma espressiva non figurativa, non referenziale e non rapportabile ad alcuna immagine conosciuta.

In forte polemica con il neorealismo, in espansione in quegli anni, Achille Perilli avrebbe aderito al MAC ( Movimento Arte Concreta) nel 1948, con Soldati, Monnet, Bruno Munari, Gillo Dorfles, collaborando poi, nel 1952, alla Fondazione delle riviste “Arti visive” ed “Origine”.

Prendendo le mosse dal dadaismo, l’artista romano ha costruito, in oltre settant’anni di produzione artistica, un proprio universo compositivo elaborando una materia complessa e ricercando un “segno più comunicante”, da riproporre con codici pittorici e strumenti di conoscenza innovativi. La sua prima intuizione parte dal disegno, negli anni Cinquanta, e diventa grammatica delle idee e dispositivo di analisi, capace di condurlo ad un lento avvicinamento alla forma primaria generatrice di una architettura nuova, in cui percezione e visione preparano una vera metamorfosi dei sistemi dei corpi geometrici, in equilibrio con l’universo. È così che nasce nell’arte di Perilli una variegata espressione artistica, che ingloba anche le tavole degli alfabeti, la scultura, la performance, l’happening, l’incisione ed il linguaggio della stampa. Tutte espressioni che trovano unitarietà in un corpus artistico, capace di evidenziare la base che questi diversi linguaggi hanno in comune nel loro originale messaggio comunicativo.

 

Mara Martellotta

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