“Sulle sponde del Tigri”. Meraviglie archeologiche al Mao

 Da Seleucia e Coche, in esclusiva esposizione a Torino. Dal 21 settembre 2019 al 12 gennaio 2020

Ceramiche, terrecotte, vetri e oggetti d’uso comune. In tutto 40 piccoli reperti che raccontano la storia quotidiana di antichissime civiltà cariche di fascino e dell’inevitabile, intraducibile mistero che il tempo addebita alla solo apparente banalità delle cose prodotte dall’uomo nello scorrere dei millenni. Esposti al MAO – Museo d’Arte Orientale di Torino, provengono dagli scavi, svolti a partire dal 1964 e che portarono alla luce strutture abitative e manufatti di varia natura, dal subalpino “Centro Ricerche Archeologiche e Scavi per il Medio Oriente e l’Asia”, nei siti di Seleucia e Coche, due fra le maggiori capitali di importanza e dimensioni ineguagliate, sorte in uno dei punti più nevralgici di quella rete globale – la Mesopotamia centrale – che, nei lunghi secoli intercorsi fra l’impresa di Alessandro Magno e l’avvento dell’Islam, univa il Mediterraneo alla Cina. Fondata in quel luogo alla fine del IV secolo a. C., Seleucia al Tigri, assunse al tempo i caratteri di una metropoli estesa quanto Torino nel Settecento; a seguirla, sull’altra sponda del fiume, la mitica Ctesifonte, poi integrata nel III secolo d. C. con la città di Coche (o Veh Ardashir).

Entrambe rappresentarono due potenti e fra loro rivaleggianti poli d’attrazione sulle sponde opposte del Tigri, alternandosi nel reggere le sorti di imperi che furono nei secoli la controparte di Roma. All’approfondimento della loro storia civile e culturale, messa in dialogo fra la produzione di età ellenistico-partica proveniente dal sito di Seleucia, con quella sasanide (secondo impero persiano) di Coche, contribuisce certamente la rassegna “Sulle sponde del Tigri”, ospitata al MAO e curata da Vito Messina, Alessandra Cellerino ed Enrico Foietta con la collaborazione di Claudia Ramasso.

Fra i pezzi più interessanti presenti in mostra il “Versatoio di kernos (vaso a fontana)” a forma di pesce, ritrovato a Seleucia e risalente all’incirca al II secolo d. C. e – come tutti i vasi a fontana – impiegato presumibilmente in importanti e particolari cerimonie durante le quali si effettuavano offerte di bevande come acqua, latte o vino; curioso e di semplice ingegnosità anche il “Vasetto a cestino”, quasi certamente un incensiere portato alla luce nel sito di Coche e collocabile fra il III e il IV secolo d. C., insieme al “Sacerdote” del II secolo d. C. (con la lunga tunica e l’alto copricapo riferibili al culto di divinità locali o iraniche) di età seleuco – partica e all’essenziale “Figura femminile nuda distesa su un fianco” ( II secolo d. C. ), rinvenuta in un corredo funerario a Seleucia dove simili “figure” erano particolarmente diffuse e paiono riprodurre modelli di origine occidentale, sebbene la “variante nuda” si ispiri, proprio per questa sua caratteristica, anche alla tradizione mesopotamica.

Immaginata nell’ambito del progetto “Collezioni (in)visibili” promosso dal “Dipartimento di Studi Storici” dell’Università di Torino e finanziato dalla Fondazione CRT, la mostra allestita nelle sale del Museo di via San Domenico, fino al 12 gennaio 2020, è decisamente preziosa (pur nelle sue contenute dimensioni) e meritevole di particolare attenzione, in quanto non esistono in Europa collezioni di reperti archeologici provenienti da Seleucia e Coche, ad eccezione di quella conservata oggi, per l’appunto, al MAO: nel mondo, solo il Kelsey Museum di Ann Arbor (Michigan) e l’Iraq Museum di Baghdad vantano analoghe collezioni.
Durante il periodo di apertura dell’esposizione, sono previste conferenze ed attività didattiche rivolte a scuole e a famiglie, mirate ad avvicinare bambini e ragazzi al mestiere dell’archeologo e alla lavorazione dell’argilla.

Gianni Milani

***
“Sulle sponde del Tigri”
MAO – Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it
Dal 21 settembre 2019 al 12 gennaio 2020
Orari: mart. – ven. 10/18; sab. e dom. 11/19

 

 

Nelle foto:

– “Versatoio di kernos (vaso a fontana) a forma di pesce”, Seleucia, età seleuco-partica, ceramica – doppia matrice, ca. II secolo d. C
-“Vasetto a cestino”, Coche, età sasanide, ceramica invetriata, III-IV secolo d. C.
– “Sacerdote”, Seleucia, età seleuco-partica, terracotta-matrice singola, II secolo d. C.
– “Figura femminile nuda”, Seleucia, età seleuco-partica, terracotta-doppia matrice, II secolo d. C.
– “Piccola anfora con collo dipinto a bitume”, Coche, età sasanide, ceramica-fattura al tornio e a mano, V secolo d. C.
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