Reale Mutua Basket Torino, un momento di buona forma sportiva

Il Basket visto da vicino

Siamo al termine del girone d’andata e Torino, dopo un brutto momento passato attraverso crisi fisiche, di identità e di un minimo di sfortuna, sta ora vivendo un buon momento di forma che si è concretizzato in quattro “sonanti vittorie” contro squadre che palesemente sembrano di un livello inferiore, pur se nelle stesse posizioni o quasi di classifica.

Sicuramente la nuova attitudine vincente è passata attraverso un percorso di crescita anche dello staff tecnico che non è più incorso negli errori di “far riposare” i migliori nei momenti clou e che invece di consentire agli avversari di mettere a segno incredibili rimonte sono stati invece “seppelliti” da un sano istinct killer sportivo che ha permesso di vivere i dieci minuti finali sempre in maniera tranquilla e serena. E’ il passaggio dal timore dell’avversario al semplice rispetto che è la base dello sport, ma si deve avere consapevolezza dei propri mezzi. Torino è meglio delle altre squadre della categoria. Deve solo rendersene pienamente conto, e il resto sarà una preoccupazione degli altri.

Un’analisi al termine del girone di andata ha evidenziato che la Reale Mutua Basket Torino è l’unica squadra con sei giocatori “veri” di basket già passati o adatti ad un livello superiore di campionato (Cappelletti, Diop, Alibegovic, Campani, Pinkins e Marks) più due buoni giocatori della A2 (Toscano e Traini), mentre ogni altra squadra, alla meglio, non presenta più di tre o quattro giocatori “veri”.

E’ dunque la mentalità che deve consolidarsi. Torino è più forte, o anche meno brutta (a seconda dei punti di vista) di tutte le altre. Si vedrà se nel prosieguo del campionato tutto il bello sarà confermato anche se sarà difficile vincere sempre di venti (anche se a me, personalmente, sono le partite che piacciono di più…) .

Ci si troverà ovviamente contro delle squadre che, per carenza tecnica (vedi le prossime partite…), giocheranno sporco o sicuramente molto aggressivo per mettere in difficoltà chi è più tecnico, e, se l’arbitraggio consentirà il classico match di rugby che talvolta vediamo nei campi da basket, Torino dovrà dimostrare di essere più forte anche dei lividi appiattendo gli avversari con la qualità tecnica senza intimorirsi.

I molti infortuni del basket nascono anche da una crescente intensità difensiva condotta oltre i limiti di uno sport duro ma storicamente non violento che si devono provare in maniera oltremodo eccessiva durante la settimana. Non è un caso che gli infortuni, nella stragrande maggioranza si verifichino durante gli allenamenti. Eccessivo stress, conduzione al limite di movimenti se non oltre, alla lunga … dopo un’ora e più di allenamento intenso possono condurre a infortuni. Ma questa è un’altra storia che si dovrebbe leggere tra le pieghe di “protocolli” di allenamento che si ripetono simili se non uguali in tutte le squadre e di carenza di personalità anche di chi si occupa della preparazione fisica, ma tant’è…   e, al momento, lasciamo perdere ogni commento.

In conclusione, Basket Torino è una buona squadra, e, a mio parere, è la migliore con ampio margine del girone ovest. Cappelletti, se può giocare con continuità, ha dato ampi segni di ottima qualità e volontà di riscatto di quella massima serie che ha già vissuto e sfiorato ma che vorrebbe ritrovare da protagonista. Alibegovic e Campani a tratti si distinguono per qualità superiori ampiamente alla serie A2 e Diop è sicuramente un prospetto se accompagnerà la sua strapotenza fisica ad un’ottima crescita tecnica. Marks e Pinkins sono solidi giocatori di A2 versatili entrambi in più ruoli e ottimi per districare nodi difficili durante la partita. Toscano il suo lo fa sempre anche se talvolta effettua movimenti “curiosi”, mentre il buon Traini tra un errore allucinante e un assist illuminante crea quel colore e quella simpatia che lo connota come elemento comunque importante per l’equilibrio della squadra.

Il resto sarà da verificare. Da questa pagina, per quello che possa valere, arriva un’esortazione a rendersi sempre più consapevoli dei propri mezzi e a giungere sempre a rispettare gli avversari ma mai temerli. Siamo i più forti, dev’essere un problema loro. Dopodiché, se proprio vogliamo trovare un neo, è che il gioco è molto efficace ma poco spettacolare: i ragazzi giovani vedono sui vari canali tv e internet partite e giocate dell’NBA e Eurolega: al Parco Ruffini, vista la qualità dei giocatori, sarebbe importante apprezzare qualcosa di almeno vicino. Il pane è necessario per vivere, ma un sano “croissant alla crema” ogni tanto può contribuire ad emozionare il pubblico giovane e meno giovane. La passione nasce non solo dal vincere ma dal convincere, cioè vincere insieme. Go on Basket Torino, la strada sembra essere quella giusta.

Paolo Michieletto

 

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