Gaidano, virtuoso “frescante”. Retrospettiva a Palazzo Lascaris

“Il mutevole volto di un artista”
Pittore e  ritrattista. Al grande artista poirinese è dedicats un’inedita e coinvolgente mostra
Fino al 29 novembre


Allievo ai corsi di pittura e disegno di Andrea Gastaldi, alla Regia Accademia Albertina di Belle Arti di Torino Paolo Gaidano arriva dalla sua Poirino (dov’era nato nel 1861) a soli 14 anni, nel 1875. Di modestissime origini famigliari (il padre Matteo muratore, la madre Maria tessitrice, un fratello e una sorella), a pagargli gli studi accademici è l’industriale poirinese Giovanni Melano, che generosamente si prende a cuore il suo futuro nel campo dell’arte su invito del pittore Emanuele Appendini di Borgo Salsasio di Carmagnola, che in quel periodo proprio a Poirino era stato chiamato ad affrescare la Chiesa della Confraternita di Santa Croce e che ogni santo giorno si trovava fra i piedi il piccolo Paolo intento a fargli il verso con carta e matita e colori. Bravo però. Fin d’allora. Di qui l’esortazione al Mellano. E i due ci videro giusto. Furono loro a cambiare e a innescare la giusta marcia alla vita di quel pittore in erba che, nel giro di pochi anni, sarebbe diventato una delle firme più interessanti dell’Ottocento artistico piemontese. E non solo. Basti pensare che nel 1879, quando improvvisamente viene a mancare l’Appendini che stava in allora affrescando il Duomo di Carignano, l’incarico viene affidato proprio a lui, a soli 18 anni, non ancora diplomato ma con il pieno sostegno del maestro Gastaldi. L’opera lo impegnò per sei anni, con esiti talmente positivi da fargli guadagnare l’appellativo di “signore degli affreschi”.

Di questo primo importante lavoro (cui seguirono altre prestigiose committenze di arte sacra a Torino, ma anche presso i Musei Vaticani a Roma e la cattedrale cattolica di New York per cui eseguì una “Via Crucis” finita poi per un malinteso nella chiesetta di Fubine Monferrato) troviamo parte del bozzetto preparatorio “Compito in classe” – con tanto di approvazione da parte del professor Gastaldi – esposto nella mostra a lui dedicata, fino al 29 novembre prossimo, nella “Galleria Spagnuolo” di Palazzo Lascaris a Torino. Promossa dal Consiglio Regionale del Piemonte in collaborazione con il “Circolo fotografico poirinese” ed il Comune di Poirino, la rassegna – curata da Francesco Pavesio – assembla, fra dipinti disegni e bozzetti per affreschi, 40 opere appartenenti a collezioni private e, finora, mai esposte al pubblico. Opere che ben configurano il “mutevole volto” dell’artista, diventato lui stesso, dopo gli importanti esordi, insegnante di “Figura” all’Accademia Albertina (fra i suoi allievi, Italo Mus e Matteo Olivero), nonché riferimento importante per i vertici del clero, per Casa Savoia di cui divenne accuratissimo ritrattista (celebre il ritratto a Vittorio Emanuele III, non presente in mostra) così come per l’aristocrazia e le più importanti manifestazioni e istituzioni artistiche del tempo. Pittore conteso per la sua indubbia bravura. Meno per il suo carattere. Chiuso, schivo, un po’ burbero, poco incline a curarsi del successo, Gaidano non amava frequentare i salotti buoni e l’alta borghesia; preferiva trascorrere le serate nelle piole a far baldoria con gli amici della “Società seriamente allegra della Polenta”, da lui stesso fondata.

Di qui forse anche la scarsa attenzione a lui dedicata dall’intellighenzia del tempo e di quella a venire. Le sue opere fanno parte, ancora oggi, di numerose collezioni private e non di importanti (come meriterebbero) musei, tanto che i torinesi lo conoscono forse più per la via a lui dedicata dal Comune di Torino a Mirafiori Nord che non per le sue opere. Eppure si resta incantati davanti a quell’“Autoritratto” del 1880 che apre la mostra, al tratto parziale e luminoso del giovane viso che emerge dai toni prevalentemente scuri propri della sua ritrattistica; di austera perfezione anche il ritratto dell’amico e collega “Giacomo Grosso” e un gioiellino di poetica delicatezza “La sorpresa” del ’93, come quel “Madre e figlia” che raffigura donne della “bassa” Poirino, gente umile, volti e cuore del suo popolo, tanto cari e vicini al Gaidano. Il tratto si fa più veloce, libero, audace e bizzarro, generoso di materia, nell’olio raffigurante la “Chiesa di San Lorenzo”, accanto all’“Angolo dei miracoli” con i due grandi ovali allegorici “Il Genio dell’amore” e “La notte”, ritrovati per puro caso e facenti parte di una serie di 11 tele commissionategli niente meno che dall’ “Imperial Shakespeare House” di Londra per rendere omaggio alla gloriosa figura del “Dante” inglese. Siamo nel 1900 (sedici anni dopo, Gaidano morirà improvvisamente nella sua casa torinese); sempre nel 1900, l’artista esegue anche i pannelli per il “Padiglione italiano delle Industrie e delle Arti Decorative” all’Esposizione Universale di Parigi. Un “grande” dell’arte di casa nostra. Cui forse sarebbe il caso (e la mostra a Palazzo Lascaris ce lo rammenta) di dedicare un po’ più di attenzione.

Gianni Milani


“Paolo Gaidano. Il mutevole volto di un artista”
Palazzo Lascaris – Galleria Spagnuolo, via Alfieri 15, Torino; tel. 011/5757378-340 o www.cr.piemonte.it /Prenotazioni e visite guidate: biblioteca.civica@comune.poirino.to.it
Fino al 29 novembre
Orari: dal lun. al ven. 9/17 – Ingresso gratuito

***

Nelle foto

– “Autoritratto”, olio su tela, 1880
– “La sorpresa”, olio su tavola, 1893
– “Madre e Figlia”, olio su tela
– “Torino, Chiesa di San Lorenzo”, olio su tavola
– “Il genio dell’amore”, olio su tela, 1900
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