L’Italia del Rinascimento. Lo splendore della maiolica

Oltre 200 capolavori raccontano a Palazzo Madama la storia della maiolica italiana nella sua età dell’oro

C’è tutta la storia, affascinante e unica, della maiolica rinascimentale italiana – forse la forma d’arte che nella misura più completa e con i colori incredibilmente più accesi riflette il mondo in cui vivevano donne e uomini del Rinascimento – nella prestigiosa mostra, fra le maggiori del genere realizzate in anni recenti in Italia, allestita nella “Sala del Senato” di Palazzo Madama a Torino, fino al prossimo 14 ottobre. La rassegna riunisce per la prima volta oltre 200 manufatti (fra piatti, vasi, ciotole e brocche doviziosamente istoriate), autentici capolavori realizzati, fra la metà del ‘400 e la seconda metà del ‘500, dalle più prestigiose manifatture italiane e provenienti da collezioni private fra le più importanti al mondo nonché dalle stesse collezioni di Palazzo Madama. A curarne l’esposizione, in collaborazione con Cristina Maritano (conservatore di Palazzo Madama per le Arti decorative), uno dei massimi esperti mondiali del settore, quel Timothy Wilson cui si devono fra l’altro i cataloghi sistematici delle raccolte del British Museum di Londra, del Metropolitan Museum di New York, della National Gallery di Victoria in Australia e dell’Ashmolean Museum di Oxford, di cui Wilson è attualmente conservatore onorario. Fra le numerose opere selezionate, in un tripudio di colori di stupefacente vivacità – dai tipici fondi blu agli ocra intensi e ai gialli sfumati abbinati ai verdi luminosi – conservatisi nel tempo in modo perfetto (grazie alla particolare tecnica della maiolica), troviamo alcune chicche di autentica e prodigiosa maestria: dal grande “Rinfrescatoio del Servizio Salviati”, uscito nel 1531 dalla Bottega di Pietro e Paolo Bergantini di Faenza (oggi custodito in Palazzo Madama), alla “Brocca in porcellana medicea”, anch’essa nella raccolta di Palazzo Madama e prima imitazione europea della porcellana cinese, fino alla magnifica coppia di “Albarelli” (collezione privata), dall’incredibile lucentezza degli smalti, con decorazioni di animali, allegorie e motivi vegetali, opera di Domenego da Venezia, il più celebre dei Maestri lagunari della metà del Cinquecento. Ad aprire la mostra, in “Camera delle Guardie”, è una grande vetrina che richiama alla mente il mobile protagonista della sala da pranzo rinascimentale, la “credenza”, dove le signore del tempo (soprattutto nelle residenze di campagna) esponevano in bella mostra le maioliche, che venivano anche usate a tavola o offerte come doni in occasione particolari, quali matrimoni e nascite. Particolarmente fiorente, divenne anche il loro utilizzo nei corredi da farmacia, commissionati in genere da istituzioni religiose. La seconda tappa della mostra porta poi nella “Sala del Senato”, con le “esclusive” maioliche di Deruta, Faenza, Urbino, Gubbio, Venezia, Castelli e Torino, realizzate dai principali Maestri dell’epoca, fra i quali Nicola da Urbino e Francesco Xanto Avelli da Rovigo (detto Santino), che fu anche colto umanista e poeta alla corte di Francesco Maria I della Rovere, duca di Urbino. L’iter espositivo prosegue, infine, illustrando l’ampia varietà di temi riprodotti sulla maiolica istoriata (specifica caratteristica nata nelle botteghe dei ceramisti italiani), pittoricamente impreziosita da soggetti religiosi, ma anche profani e amorosi, tratti dai miti e dalla storia antica, o riguardanti – in caso di servizi araldici- lo status sociale della committenza, in genere importante. Le fonti grafiche per questo tipo di pittura (che andava a costituire, all’interno delle dimore signorili, una sorta di “pinacoteca in miniatura”) derivavano dai repertori di incisioni circolanti nelle botteghe dei “maiolicari” e che fungevano da tramite per riprodurre in scala ridotta le opere più celebri dei grandi pittori del tempo. Da Michelangelo a Raffaello, fra i più gettonati. In programma, a margine della mostra, è previsto anche un convegno internazionale dal titolo “Il collezionismo fa grandi i musei”, che si terrà il 16 e il 17 settembre nelle sedi di Palazzo Madama a Torino e del Palazzo dei Musei di Varallo Sesia.

Gianni Milani

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“L’Italia del Rinascimento. Lo splendore della maiolica”

Palazzo Madama – Sala Senato, piazza Castello, Torino; tel. 011/4433501 o www.palazzomadamatorino.it

Fino al 14 ottobre

Orari: lun. – dom. 10/18, mart. chiuso

 

 

 

Nelle foto

– Bottega di Pietro e Paolo Bergantini: “Rinfrescatoio del Servizio Salviati”, Faenza, 1531 
– “Brocca in porcellana medicea”, Firenze, 1575 – 1580
– Domenego da Venezia: “Albarello con allegoria della Terra”, 1550 -1570
– “La Sibilla Eritrea”, Faenza, 1500 – 1520
– Bottega di Orazio Pompei: “Bottiglia da Farmacia”, Castelli, 1550 -1560
– Francesco Durantino: “Coppa traforata”, Torino, 1578
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