In Valle di Susa al corteo No Tav verso il cantiere di Chiomonte sono presenti centinaia di manifestanti.
Tra loro anche attivisti dei centri sociali, riunitisi al presidio di Venaus . La marcia ha preso il via verso l’abitato di Giaglione, con l’ obiettivo dichiarato di arrivare al cantiere e violare la zona rossa tracciata dalle ordinanze della prefettura che ne impedisce l’accesso. Imponente lo schieramento delle forze dell’ordine.
Momenti di tensione
Un gruppo di No Tav ha aggirato la cancellata di protezione del cantiere lungo il sentiero Gallo-Romano e altri hanno aperto un varco nella cancellata che bloccava la strada. Le forze dell’ordine hanno risposto col lancio di lacrimogeni.
Il comunicato della Questura
La Questura in una nota afferma che “È terminata con un bilancio assolutamente positivo, per chi aveva la responsabilità di gestire l’ordine pubblico, la manifestazione dei No Tav in Val di Susa.
Pur operando in un terreno difficile e reso insidioso dalla pioggia, sia gli organizzatori della manifestazione sia gli operatori di polizia hanno affrontato con grande senso di responsabilità la difficile gestione dell’evento”.
“La manifestazione non ha visto alcun momento di scontro diretto “corpo a corpo”. I disordini – aggiunge la nota della questura – sono da attribuire alla regia quasi esclusiva dei noti esponenti di alcuni centri sociali autogestiti di Torino per i quali la Questura ha già provveduto alla denuncia di 48 persone.
Alcuni facinorosi hanno forzato un cancello di protezione usando persino flessibili e fiamme ossidriche ma nessun manifestante è riuscito ad avvicinarsi all’area del cantiere.
La polizia ha disperso con lacrimogeni e idranti i ripetuti assalti dei facinorosi che hanno cercato più volte e in più punti di superare la recinzione difensiva del cantiere con ripetuti lanci di pietre petardi e oltre 40 bombe carta”.
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