Renato Missaglia, l’artista che ha donato sue importanti opere sul tema della Passione di Cristo al Museo Diocesano di Torino
il M° Renato Missaglia è un artista di origine bresciana, da anni molto attivo anche all’estero, che, dapprima imprenditore, ha intrapreso la professione artistica dal lontano 1979. Ha maturato con la città di Torino, ormai da molti anni, un legame importante.
Ha interpretato, infatti, per gli organizzatori, momenti ed emozioni delle Olimpiadi Invernali Torino 2006, che sono sfociati nel volume intitolato Con gli occhi dell’arte. XX Olimpiadi Invernali Torino 2006.
La multinazionale “Coca-Cola mondo” lo ha inoltre scelto quale testimonial artistico.
Banca Aletti, presso il Museo del Cinema alla Mole Antonelliana, ha poi organizzato una importante presentazione del suo lavoro artistico.
Per l’Arma dei Carabinieri ha inoltre realizzato il libro d’arte dal titolo I Carabinieri e Torino. Due secoli di storia, dalla fondazione ai Giochi Olimpici Invernali, un excursus a partire dalla nascita dell’Arma a Torino, in Via Pastrengo.
La Stampa di Torino ha poi rieditato il libro in diecimila copie, allegandolo al quotidiano cittadino.
– Lei ha di recente esposto nel Duomo di Torino e poi donato all’attiguo Museo Diocesano alcune opere pittoriche dedicate al tema della Passione di Cristo, presentate al pubblico proprio nel luogo dove si conserva la reliquia più importante della Cristianità, la Sacra Sindone. Quale significato ha avuto per Lei questa esposizione?
Premetto che sono un cattolico praticante da sempre affascinato dal mistero della Sacra Sindone, ragione per la quale, quando Don Carlo Franco, Giacomo Bottino ed il Maestro Antonmario Semolini mi hanno proposto un’esposizione all’interno del Duomo di San Giovanni a Torino, nell’ambito del progetto “Lo spirituale nell’arte”, parte integrante dell’Accademia di San Giovanni, ho realizzato tre opere pittoriche ispirate alla Passione di Cristo. Sono la drammatica Salita con la croce al Golgota, la Crocefissione e la Deposizione, opere poi posizionate per alcuni mesi sull’altare principale del Duomo, a fianco della Sacra Sindone, ultimo atto della Passione di Cristo.
– Il tema del Sacro lo ha già affrontato in precedenza nelle sue opere ispirate alla Via Crucis. Che cosa rappresenta per Lei questo soggetto?
Sempre colpito dalla drammaticità della Via Crucis, negli anni ho realizzato varie opere a tema con tecniche e interpretazioni diverse.
– Da dove nasce il suo interesse per la ritrattistica, che lo ha portato a dipingere i volti di Capi di Stato e Pontefici, tra cui Benedetto XVI e Papa Francesco, oltre che di alcuni tra i più importanti chef stellati?
Fino ad alcuni anni fa dipingevo per la mia collezione privata ritratti di personaggi che colpivano la mia fantasia (mai più di due all’anno).
La mia cara amica Milena Milani, alla quale li mostravo, li riteneva interessanti, ragione per la quale, un poco alla volta, mi sono dedicato a questo filone artistico.
Da anni i ritratti che realizzo non sono più finalizzati alla mia collezione privata, ma rivolti ai committenti, sempre più numerosi ed appartenenti ai settori più diversi.
I ritratti dei Papi mi sono stati commissionati direttamente dal Vaticano, i Capi di Stato da amici che volevano farne loro dono, i grandi Chef in occasione di Expo Milano 2015. (www.libroexpo2015.it).
– Proveniente da una città come Brescia, Lei ha fatto del mondo il palcoscenico della sua arte, esponendo anche al Grand Palais a Parigi, a Vienna, a Monaco, a Ginevra, New York, Shangai, Montecarlo e Palm Beach. Quali sono le differenze principali che ha colto nella percezione da parte del pubblico nei confronti dell’arte tra l’Europa e gli altri continenti?
L’elemento che mi ha sempre stimolato è stato il confronto con nuove culture e nazioni diverse; questi incontri mi hanno aiutato a crescere in maniera esponenziale.
– Nella sua arte Lei utilizza una tecnica che dimostra eclettismo ed originalità, capace di unire la pittura alla fotografia. Qual è il suo rapporto con quest’ultima disciplina?
Ho sempre amato la fotografia; fin da ragazzo fotografavo e stampavo. Ora sono riuscito a trasformare in tecnica mista il dipingere e il fotografare, un mondo senza limiti.
– Le sue opere sono dense di significati e suggestioni oniriche. Quale è il suo rapporto con l’universo onirico?
Le mie opere scaturiscono sempre da emozioni che l’universo mi regala quotidianamente, suggerite dal cambio delle stagioni, dai drammi e le catastrofi, o il semplice sbocciare di un fiore.
– Che ne pensa del rapporto tra l’arte figurativa e le altre arti, quali musica, teatro e letteratura, che contraddistingue l’operato dell’Accademia della Cattedrale di San Giovanni, che ha altresi’ generato un’orchestra come i Virtuosi, ormai nota ben oltre i confini regionali?
Ho sempre coniugato le mie opere e le esposizioni con eventi musicali e letterari, interpretando, di volta in volta, e ispirandomi alle musiche e alle opere dei grandi compositori.
Mara Martellotta
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