Alla scoperta del giardino segreto del gusto

Sboccia immerso nel cuore di torino il giardino segreto del gusto. Un’oasi silenziosa di tinte pallide e sedioline alla francese che culla a lume di candela il gustare di piatti tipici piemontesi rinfrescati da una selezione di proposte tipicamente mediterranee 

Due porte per accedervi, una su via Bodoni, affacciata sull’omonima piazza, abbracciata dalla luce del sole e della vita mondana, l’altra su via dei Mille, un po più discreta, dalla quale si scorge il mormorio del verde presente nel dehor interno: rivelato dal contrasto con l’ambiente interno decisamente minimale e acromatico, pare un dipinto di Renoir.

 

Ci accoglie il benvenuto della casa, una delicatissima russa imperiale, quanto basta per preannunciare la qualità della permanenza all’interno della casa del barolo. Tra una selezione di 200 esemplari, dalla carta dei vini selezioniamo il bramito del cervo, annata 2017, che ci stupisce con delle incredibile sfumature verdognole e un bouquet fine ed elegante.

Cominciamo con un buon connubio terracqueo: la carne cruda di vitello di fassone con uovo e tartufo nero estivo, e una tartare di gambero del Mediterraneo, bufala e nocciole. La delicatezza primaverile delle cromie del secondo ricorda, di nuovo, la colazione dei canottieri di Renoir.

Procediamo nel viaggio culinario all’interno della casa del barolo accogliendo parallelamente sia i sapori delle antiche radici culinarie piemontesi che le avance mosse dai piatti marittimi: scegliamo i raviolini del Plin al burro serviti su una crema di toma, e la delicatezza del mare con il filetto di rombo servito con verbena e melanzane.

Durante l’intero pasto notiamo con piacere un fatto non comune: è l’olfatto a ricevere informazioni sul piatto, prima ancora del gusto, ovviamente soddisfatto solo dopo la vista, provocando così un equilibrato e piacevole coinvolgimento dei sensi.

Mentre veniamo gentilmente consigliati nella scelta del dolce, la proprietaria ci racconta segreti e curiosità della conduzione familiare della casa del barolo e della vicina enoteca, che conta più di 2000 etichette. Insieme a un papà piemontese doc, originario di Bra, e ad una mamma pugliese astemia -ma espertissima, anzi l’esperta- di vini, i mattoni a vista delle volte a specchio ci raccontano la storia di antiche scuderie della nobiltà piemontese; già, perchè nel 1800 piazza Bodoni era un grande parco pubblico conosciuto come Giardino dei Ripari: attorno a questo spazio verde, poi divenuto nel 1835 l’odierna Piazza Bodoni, sorse il quartiere di Borgo Nuovo, costellato di sontuosi palazzi signorili destinati alla nobiltà sabauda.

Si dice infatti che ancora oggi, la prima notte di luna piena di ogni mese, si oda un sommesso sussurrare: sono i torinesi illustri ritratti nei 52 medaglioni sovrastanti i portici, come lo statista Bogino, la poetessa Diodata Saluzzo, il giurista Barbaroux e molti altri, che nella notte si parlano rimpiangendo forse i bei tempi andati (e le doppie entrate o uscite in luoghi a volte troppo frequentati).

Piacevolmente sedotti da un tortino al cioccolato fondente e salsa ai lamponi, e da un misterioso “frutti rossi, panna e meringa”, accompagniamo le ultime forchette con un passito piemontese dal colore del tramonto e dal sapore dolce e intenso.

Martina Calissano

 

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