Giugno, i caravaggisti e una statua

Giugno è mese di vacanze, i ragazzi finiscono la scuola, i bambini lasciano l’asilo, la classe lavoratrice chiede ferie al datore di lavoro, oppure è cacciata in ferie per obbligo di legge, alcuni prenotano per una vacanza, altri hanno la villeggiatura assicurata -seppur accontentandosi di andare a casa di amici o adattandosi a casa dei parenti– a qualcuno delle vacanze non importa un fico, infatti ha intenzione di risparmiare per comprarsi un nuovo mega televisore galattico, dopo aver pagato le bollette e tutto il resto, per trovare il coraggio prossimamente di invitare la vicina di casa che è supercarina. A giugno qualcuno altro d’altra parte ha da poco iniziato la stagione lavorativa e naturalmente spera di avere tanto da fare per guadagnare abbastanza nel mentre, per così dire, bada alle ferie degli altri. Per quanto riguarda l’estate quell’uno si concede, nel mentre ramazza delle cicche per terra o asciuga l’alone di un bicchiere, si concede dicevamo di cogliere la spensieratezza di una coppia che si attarda ad un tavolino; alle vacanze lui ci penserà in inverno. Sia che siate tra quelli che sono andati in vacanza e dunque sono lontani dalla bella Torino, sia che siate in procinto di progettare un’uscita lontano dalla vostra città e siate sull’idea di mettere la petite Paris tra le vostre mete, sia che abbiate intenzione di tornare immediatamente a Torino perché “Torino è Torino e nessun altrove”, sia che ora siate fuori e non volete tornare mai più perché avete beccato un posto di mare con l’acqua cristallina, in ogni caso fate un salto con la mente o di persona alla Fontana dei Dodici Mesi inaugurata nel lontano 1898, presso l’incantevole parco del Valentino. Nella rubrica mensile che oggi vi presento, vedremo le dodici statue che compongono la Fontana in concomitanza con almeno una decina di correnti artistiche. Iniziamo da giugno e parliamo dei Caravaggisti, dando così il benvenuto alla stagione estiva che come di solito nell’emisfero boreale sarà caldissima, torrida stando alla tendenza degli ultimi anni. Durante la prossima estate la Terra si troverà, come di solito da che esiste, nel perielio più lontano dall’astro che ci dà la vita, il Sole. Il nostro pianeta sarà più lontano dal Sole, ma l’inclinazione dell’asse di rivoluzione è tale da fare in modo che l’emisfero nord riceva i raggi solari con un certo angolo acuto, un angolo da cui desumiamo che i raggi penetrano quasi perpendicolarmente e perciò sono più diretti e quindi più forti, un po’ come quando alla scrivania, stendendo un foglio sotto la luce della lampada, vediamo più chiaramente e più distintamente che non tenendolo a fianco della luce. Questo esempio del foglio e della scrivania non è dei più calzanti, pensiamo piuttosto alla fontana del Valentino. Tutti sono invitati ad andare a vedere di persona: la statua del mese di giugno è come per le altre allegorie dei dodici mesi, una statua femminile. Giugno tiene alla sua destra una copiosa balza di stoffa che sta rigida dal grembo alla spalla e che sembrerebbe essere della stessa stoffa della lunga gonna, quasi tenesse riposto a mo’ di involto qualcosa, forse un attrezzo per lavorare nei campi. La statua femminile ha tra le mani spighe di grano, porta capelli corti a differenza della maggior parte delle altre statue e infine incede con la gamba destra, calzata di un sandalo che ricorda i coturni mentre la gamba sinistra non si vede del tutto, probabilmente avvolta tra le pieghe della veste. La donna della statua tiene lo sguardo a terra, a segno, come chi ha molta strada da fare. La statua rappresenta un momento di torsione e di accoglienza. Per nessun vero buon motivo pensiamo dunque ai Caravaggisti, la corrente artistica che segue dai chiaroscuri di Michelangelo Merisi noto con il nome di Caravaggio per la sua città natale. Artista che davvero rivoluzionò la pittura e che segna un limite, una svolta, per il quale si può parlare di un vero e proprio cambio di rotta. Geniale, tribolatissimo, inquieto eppur così reale da fermare lo scorrere del tempo nelle sue tele. Ricordiamo tra i Caravaggisti italiani la pittrice nata l’8 luglio 1593 e morta il 31 gennaio 1654 Artemisia Lomi Gentileschi, oltre a Orazio suo padre e a Giulio Gentileschi (fratello). L’uso del chiaroscuro è tipico dei Caravaggisti, è possibile riconoscerli perché nell’immagine rappresentata in un qualsiasi quadro realizzato da questi pittori, la luce è ragionata, ovvero vi è un punto da cui la luce proviene e dunque le figure sono chiaroscurate tenendo in considerazione quali sono le parti su cui la luce si appoggia. L’angolo di inclinazione della luce è altrettanto importante; inoltre le parti che restano a buio oppure sono coperte dall’ombra che, per esempio, un corpo getta su di un altro, sono raffigurate fedelmente secondo il modo in cui le vedremmo in realtà. Se vi piace questa rubrica in dieci uscite, restate con iltorinese.it e andate a visitare la spendida fontana al parco del Valentino, a luglio si parlerà ancora della Fontana dei Dodici Mesi e possibilmente dello stile Liberty!

 

Elettra -ellie- Nicodemi

 

      

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE
Articolo Precedente

Legambiente scrive alla nuova Giunta regionale

Articolo Successivo

Ferma la volante della polizia e spintona gli agenti

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta