Juventus-Ajax, non basta CR7


La Champions League è una questione di testa.
Non ci stancheremo mai di ripetere che per andare avanti in questa competizione servono, prima di tutto, la capacità di concentrazione e la rabbia agonistica, dal primo minuto al fischio finale.
Questo ancora prima di avere i campioni, gli schemi, l’esperienza internazionale: allo Stadium i ragazzini olandesi l’hanno ampiamente dimostrato.Dopo la memorabile gara di ritorno contro l’Atletico, il popolo bianconero ha pensato che, finalmente, tale concetto fosse stato inculcato a dovere nella squadra, visto il furore con cui Cristiano e compagni hanno liquidato gli avversari.E forse ha continuato a pensarlo anche per la prima mezz’ora di gioco, dato che la Juve è partita aggressiva anche nello stretto, ha attaccato con buona grinta i portatori di palla dell’Ajax, riuscendo a chiuderla nella propria metà campo per i primi dodici minuti, e al 27’ è passata in vantaggio con una bella incornata di Cristiano, un falco sul cross di Pjanic.
Ma l’Ajax, ben organizzata in ogni reparto, riesce a pareggiare al 34’ – seppur fortunosamente, grazie ad un tiraccio che poi è finito sui piedi di Van De Beek – e da lì tutto è cambiato. Tramortita dal goal subìto, la Juve si è sgonfiata come un palloncino bucato: sparita la pressione sugli avversari, sparita la convinzione nei propri mezzi, la Juve arretrava sempre più, lasciando possesso palla, campo ed iniziativa agli avversari.Emre Can – il migliore dei suoi – e CR7 tentavano in ogni modo di far avanzare la squadra, il primo anche bucando il centrocampo al 41’ con una sgroppata fino in area (atterrato, ma ci lascia la gamba e quindi nulla di fatto), il secondo cercando invano il dialogo con uno spento Bernardeschi, ostinato in alcune occasioni a tener palla anziché passarla a compagni meglio piazzati.
Il secondo tempo, poi, nonostante l’innesto di Kean per Dybala, ha visto il crollo totale della compagine bianconera: già al 51’ st, Szczesny viene costretto al miracolo, arpionando con il braccio sinistro un bel tiro di Ziyech, per poi ripetersi poco dopo, con un colpo di reni a sventare una conclusione di Van De Beek.
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Buio Juve
Gli olandesi spingono, attaccano da ogni parte, sembrano essere dotati di una forza inesauribile: al 62’ st è addirittura Pjanic che salva la propria porta, deviando un tiro di Ziyech con la punta del piede, ed ormai è chiaro a tutti che la Juve non ne ha più, infatti, al 66’ st l’Ajax trova il goal del vantaggio: saltano in due – Alex Sandro e Rugani – ma non riescono a fermare De Ligt, che di testa beffa un incolpevole Szczesny.Poco prima Cancelo subentrava a De Sciglio, ma il portoghese non riesce ad entrare in partita e commette molti errori, anche tecnici; all’80’ st dentro Bentancur per Bernardeschi, ma nulla può cambiare, con il morale a terra e le gambe chissà dove. L’Ajax accede meritatamente alle semifinali, impartendo una sonora lezione di calcio ad una Juventus che sempre più ricorda lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde: autorevole e rispettabile di giorno (in campionato), fa uscire il proprio lato peggiore nelle notti di Champions.
#finoallafine
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Rugiada Gambaudo
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