“Tra Fede e Ribellione” nell’Antica Chiesa Romanica di “San Rocco” a Condove
3 dicembre 1969: “Un giovane pittore fra fede e ribellione”, così “La Stampa” titolava una recensione a firma del grande e indimenticato Marziano Bernardi dedicata alle opere, a tema “sacro”, esposte dall’allora poco più che ventenne Pippo Leocata alla Galleria “Cassiopea” di Torino. E del giovane pittore, da poco arrivato sotto la Mole dalla sua Adrano, millenaria città alle falde dell’Etna, e allora studente alla Facoltà di Architettura (fra gli allievi di Mollino), scriveva anche , lo stesso giorno, Luigi Carluccio su la “Gazzetta del Popolo”. Due firme illustri, fra le più prestigiose nel panorama dell’arte subalpina, e non solo. Manna piovuta dal cielo, per un pittore che indubbiamente già prometteva bene, ma che pur sempre iniziava a muovere i primi passi in ambito espositivo. 31 marzo 2019: a distanza di cinquant’anni, alcune di quelle opere – Angeli, Croci e Crocifissioni, il Calvario drammatico della Passione – le troviamo oggi esposte, in periodo quaresimale e insieme ad altre che hanno segnato, nel tempo e in maniera genialmente eclettica, l’avventura artistica di Leocata, nella suggestiva mostra ospitata, fino al prossimo 22 aprile, all’interno dell’Antica Chiesa Romanica di “San Rocco” (XII secolo), nella valsusina Condove. E il titolo ripete (eliminato quel “giovane pittore” decisamente fuori luogo per un “diversamente giovane” qual è oggi l’artista siciliano, ormai torinesissimo di lunga data) quello della prima mostra di quell’indimenticabile dicembre del ’69. Dunque: “Tra Fede e Ribellione”. Termini che possono benissimo stare insieme. Non contrastanti fra loro. Poiché la fede non di rado può nascere proprio da un gesto di ribellione; così come la ribellione può essere segno e forma di manifesta protesta – anche con i mezzi dell’arte – in un ambito di fede generante riflessioni, amarezze e dubbi pur anche provvidenziali. Fede sconvolta e tradita. La stessa che, accanto al dramma, narrato con impetuoso vigore espressionista, del “Processo” o di “Storia di una Crocifissione”, entrambi oli su tela del ’69, troviamo (a prova di quanto detto) in quella sconvolgente, perfino grottesca ma non blasfema, “Autorità”, argilla ingobbiata degli anni ’90, aggredita e scomposta da tarli secolari che ne deturpano la purezza delle forme, del cuore e dell’anima. Ma accanto si arriva al Cielo più alto in quel volto dolorante, carico tuttavia di perdono, svelato e rivelato nel giottesco “Uomo” del ’69, dal capo reclinato e abbandonato alla morte, che è sicuramente opera di forza etica ed estetica fra le più suggestive e poetiche dell’intera mostra. Dove non mancano, fra le più svariate tecniche sperimentate in mezzo secolo di vita artistica perennemente in marcia alla ricerca del “nuovo”, singolari sculture lignee esaltate dal gioco astratto o informale (se il legno fosse per davvero pennellata di colore) del “Grande Crocifisso” del 2018, posto bene in vista al centro del Presbiterio, o dei due poderosi “Crocifissi blu” (uno su pannello specchiante) che portano alle stelle il flusso libero delle emozioni. E poi ancora gli “Angeli” di Leocata. Presenze di onirica, a volte inquieta, visionarietà; di rinascimentale bellezza, il giovane dalle grandi ali (autoritratto giovanile) de “Sotto il cielo di Sicilia”con alle spalle l’imponente presenza della Chiesa Madre (“La Matrice”) di Adrano, accanto a “Tutti gli Angeli del mondo”, una sorta di “beatificato” album di famiglia, fermo a un com’eravamo di fine anni ’60. In parete scorrono anche – e non potevano mancare – i lontani miti e la gloriosa storia di quella natia fetta di Sicilia mai dimenticata dall’artista: ai piedi del Golgota, su cui lontane s’ergono funeste le tre croci destinate a segnare il futuro dell’umanità, si muovono allora cavalli e cavalieri e ancora scudi e guerrieri(quelli che nel 344 a. C. liberarono l’antica Adranon dalla dominazione siracusana) e lance e coriacee armature. E’la storia minore che passa, di contro alla grande Storia che fece del figlio di Dio il Cristo-Uomo votato al sacrificio della morte per salvare l’intera umanità.
Gianni Milani
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“Tra Fede e Ribellione”
Antica Chiesa Romanica di “San Rocco”, via Cesare Battisti, Condove (Torino); per info amicisanroccocondove@gmail.com
Fino al 22 aprile
Orari: merc. 10/12; ven. 16/19; dom. 14 aprile (Giornata del Romanico in Piemonte, 9/12 e 15/19); dom. di Pasqua e Lunedì dell’Angelo (Pasquetta) 10/12 e 16/19
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