Nei giorni scorsi è stata presentata la squadra della FIAT Torino BAsket presso la WINS di Torino, probabile futura sede di alcune squadre giovanili dell’Auxilium, e, in un’atmosfera di simpatico spaesamento, anche i nuovi giocatori cominciano a conoscersi.
Spiccano tra gli altri Mc Adoo, il più richiesto dai giornalisti per le interviste tra i nuovi arrivati d’oltreoceano, e Cusin, il più “richiesto” invece tra gli Italiani. Il resto della compagine è pressoché sconosciuta, fatti salvi ovviamente capitan Peppe Poeta con la sua nuova “pettinatura” e il giovanissimo Okeke al quale auguriamo di poter tornare al più presto a giocarsi il proprio destino di vita su un campo da basket.Per il resto, i discorsi di inizio anno non possono altro che rimandare i giudizi a dopo il primo periodo di assestamento tra campionato ed Eurocup. Gli sforzi di quest’anno, dopo le vicissitudini note della scorsa stagione, sembrano orientati ad un sano connubio tra esperienza ed entusiasmo giovanile, che è particolarmente evidente nei nuovi Tra Holder e Tony Carr affamati di un palcoscenico per far risaltare le proprie qualità e risalire l’oceano per giocare in NBA. Stessa “fame” che sembra avere anche Vojislav Stojanovic, ragazzone slavo pronto a mettere sul campo tutta la forza a disposizione per la squadra oltre che per il proprio futuro, e, comunque, sorridente e pronto a farsi “perdonare” lo sgarbo del tiro vincente infilato a Torino un paio d’anni fa, promettendone uno anche per la FIAT. Una presentazione che avrebbe richiesto forse una conoscenza più approfondita dei ragazzi in questa sede, magari con saluti e applausi individuali: sono ragazzi giovani se non giovanissimi, e l’entusiasmo intorno a loro potrà solo fare del bene. Si è propensi a pensare che l’emozione non conta e contano solo i soldi (e sono fondamentali per allestire rosters qualificati: e per Torino i ringraziamenti sono da distribuire equamente tra la famiglia Forni e gli sponsors, e maggiormente FCA), però bisogna rammentare che alcuni dei giocatori hanno un’età vicina ai vent’anni, e a quell’età, e anche dopo a dire il vero, il calore umano intorno vuol dire tanto. I tifosi hanno fame di basket e sono impazienti di vederli all’opera e di poter acquisire abbonamenti e biglietti per vivere le emozioni del prossimo anno. Ma quest’anno, la necessaria traslocazione al Palavela ha creato non pochi problemi alla società, ed il primo tra tutti, il procrastinare degli incassi derivati dalla vendita dei diversi tagliandi. Ma sappiamo che la società sta lavorando per “riempire” al meglio gli spazi sportivi del tifo nella nuova sede.
Uniche grandi assenze giustificate coach Larry Brown, pronto ad arrivare nei prossimi giorni e in attesa di realizzare il nuovo progetto Storia del basket con la realtà della FIAT Torino, e RoyceWhite, in attesa del visto per recarsi in Italia. L’atmosfera è ancora tutta da costruire, e tutti gli sguardi dei presenti sono ancora da amalgamare. Gli stessi organi della comunicazione sono perplessi perché le scommesse quest’anno sono tante, con molte persone anche dello staff tecnico dirigenziale alle prese per la prima volta con un palcoscenico così importante. Ma anche qui, l’esperienza di chi già da tempo ha provato sulla propria pelle le difficoltà della gestione di una società di serie A, vedi oltre al presidente anche l’A.D. Massimo Feira, potrà sopperire ad ogni esigenza che si verrà a creare. La FIAT Torino sta partendo, ed ha tante possibilità, sia sportive che di impatto sul territorio. Tutto si baserà come sempre sui risultati ma anche sulle emozioni che saprà creare. Se vorrete sempre creare un istinto di commozione ad un vero tifoso di basket torinese, ricordategli sempre il canestro di Vujacich su recupero e assist di Washington e il tiro fuori di Moss: non avrete bisogno di dire altro. Il tifoso vive per questi momenti, e spera di viverne altri. La strada per farcela non è in discesa, anzi. Ma è la strada che si deve percorrere e si potrà vincere o perdere, ma come diceva il motto originale del barone De Coubertin (come da me scritto nel mio libro che tratta di storia dello sport “Storia, vita e opere degli sport moderni”, www.nonsolofitness.it editore): “L’importante, nella vita come nello sport, non è vincere ma partecipare per poter vincere”. Frase ben lontana dal fare sport per passatempo…come alcuni dopo hanno interpretato tagliando “sapientemente” l’ultima parte.
Ecco, alla FIAT Torino non si chiede di vincere, anche se lo si augura, ma che dia tutto quello che ha per farlo, e tutti i tifosi, quelli veri, saranno con lei.
Paolo Michieletto
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