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«Chiederò la procedura d’urgenza, affinché la petizione venga discussa dal Parlamento europeo prima possibile – commenta Alberto Cirio – . Le problematiche sulla TAV sono un tema già noto a Bruxelles, perché negli anni sono state presentate diverse petizioni contrarie alla realizzazione dell’opera. Non è mai stata presentata una petizione a favore però. Lo faremo adesso, per chiedere all’UE di essere tutelati e di aiutarci a far mantenere al governo italiano gli impegni presi.”
Nei giorni scorsi gli uffici della Commissione UE hanno precisato che, nel caso in cui il governo italiano dovesse ritirarsi dal progetto Torino-Lione, non è prevista una specifica penalità , né l’Italia potrebbe essere esclusa da ulteriori finanziamenti infrastrutturali.
Il problema maggiore sarebbero quindi i rimborsi che Francia e Unione europea potrebbero chiedere all’Italia, accanto ad altri costi collegati alla scelta di uno stop definitivo dei cantieri.
In base ai dati diffusi dal commissario straordinario del governo per l’asse ferroviario Torino-Lione, Paolo Foietta, il costo diretto complessivo di una retromarcia sulla Torino-Lione sarebbe di oltre 2 miliardi di euro.
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