Domenica 5 agosto 2018, alle 11 del mattino, ad Alto (CN) nel cuore della Val Pennavaire, sul confine tra Piemonte e Liguria, verrà ricordata la figura di “U Megu”, il medico e partigiano imperiese Felice Cascione, ucciso dai nazifascisti il 27 gennaio 1944 dopo uno scontro a fuoco in località Case Fontane, nei pressi di Alto. L’iniziativa, promossa dal Comune di Alto in collaborazione con l’Anpi di Cuneo, Savona e Imperia, patrocinata e sostenuta dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale, fa parte del programma di eventi per il centenario della nascita di Cascione.La cerimonia si svolgerà in piazza San Michele dove sarà cantata “Fischia il Vento”, l’inno dei partigiani scritto proprio da Felice Cascione nel settembre del 1943 sulla musica della popolare
canzone sovietica in lingua russa “Katjuša”, diffusa durante l’ultima guerra mondiale. Porterà il saluto del Consiglio regionale del Piemonte il Presidente Nino Boeti. L’orazione ufficiale sarà tenuta da Carla Nespolo, Presidente nazionale dell’Anpi. Felice Cascione era nato cent’anni fa a Porto Maurizio (l’attuale Imperia), il 2 maggio 1918. Medaglia d’oro al valor militare, l’autore di “Fischia il Vento” fu un esempio di vita e di valori. Le azioni vittoriose contro gli occupanti e contro i fascisti si alternavano all’assistenza che il giovane medico – “bello e vigoroso come un greco antico”, come lo descrisse Alessandro Natta- prestava ai montanari delle valli da Albenga a Ormea. Fu proprio la sua generosità di medico a tradirlo. Cascione non consentì ai suoi partigiani di eliminare due prigionieri delle Brigate nere ( “Ho studiato venti anni per salvare la vita di un uomo, come posso acconsentire a dare la morte a due persone che hanno errato perché non hanno avuto, come noi, la fortuna di essere educati alla libertà, alla bontà, alla giustizia? I due prigionieri hanno salva la vita “) e pagò con la vita il coraggio di questa scelta, dopo che uno di questi fuggì e denunciò la presenza dei
partigiani. “Il tuo nome è leggenda, molti furono quelli che infiammati dal tuo esempio s’arruolarono sotto la tua bandiera…”. Così scrisse un giovanissimo Italo Calvino, quasi a commento della scelta che fece insieme al fratello Floriano di arruolarsi nella seconda divisione d’assalto partigiana Garibaldi, intitolata allo stesso Cascione, proprio all’indomani dell’uccisione di “U Megu”. In piazza San Michele, ad Alto, una targa che ricorda che la canzone simbolo della Resistenza fu intonata per la prima volta in quello stesso luogo, il 6 gennaio 1944.
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