Gruppo Fca, che aria tira in fabbrica a Torino? I sindacati incontrano Regione e Comune

Di questi tempi il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e la sindaca Chiara Appendino sono alle prese con diverse crisi aziendali. Dopo il caso Embraco e quello più recente di Italiaonline, ora è la volta di esaminare la questione Fca. Anche se di crisi (al momento) non si tratta,  i sindacati metalmeccanici sono preoccupati e hanno ottenuto un incontro per esaminare la situazione degli stabilimenti piemontesi del gruppo automobilistico. Ieri hanno manifestato davanti al palazzo della Regione, in piazza Castello.  un presidio dei lavoratori. Per  Federico Bellono, segretario provinciale Fiom. è “un’occasione utile di confronto, a fronte di un’incertezza  inalterata anche dopo le dichiarazioni dell’ad del gruppo Sergio Marchionne al Salone dell’auto di Ginevra”. Le organizzazioni sindacali giudicano positivo il confronto con le istituzioni, anche se ritengono negativa l’assenza dell’interlocutore principale, lo stesso Marchionne. 


Il presidente della Regione, assieme agli assessori Pentenero e Desantis, e con il vicesindaco della Città di Torino, Guido Montanari, gli assessori Rolando e Sacco,  si legge in una nota “hanno colto la preoccupazione dei partecipanti al tavolo, ehanno deciso di inviare all’amministratore delegato di FCA Sergio Marchionne, una lettera aperta per chiedere un incontro da fissare in tempi utili ai fini della predisposizione del piano industriale, la cui presentazione è prevista per il prossimo inizio giugno”. Nella missiva verranno sottolineati in particolare: l’incertezza e i rallentamenti di produzioni già in essere e di progetti destinati a completarle, quali ad esempio il SUV di gamma alta dell’Alfa Romeo, segnalate dal frequente ricorso alla cassa integrazione anche in reparti che mai l’avevano utilizzata; le incertezze circa i progetti in grado di misurarsi con i cambiamenti strategici che stanno avvenendo nel settore automotive, a cominciare dalla produzione di motori elettrici e ibridi e l’abbandono dei diesel, con tutte le implicazioni che questo potrà avere sui vari segmenti produttivi del gruppo; infine le preoccupazioni più ampie che derivano dalle incertezze sulle strategie generali del gruppo, che sempre di più si muove su una scala globale, e che potranno avere ricadute negative sull’economia e sulla società torinese e piemontese.

 

(foto mm – il Torinese)

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