Scontri a Torino, l’altra faccia del fascismo

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Lavinia Flavia Cassaro con una sola fotografia e con i suoi insulti ha meravigliosamente sintetizzato la sgradevolezza di una certa sinistra antagonista.  E noi insistiamo:  questi  personaggi sono un problema di ordine pubblico, non espressione di opinioni politiche. Vale anche per loro la definizione data del fascismo che non è un opinione,  è una organizzazione a delinquere. E per appartenere ad una organizzazione si deve essere con altri, è qui il reato oltre la violenza, anche da parte di chi, conoscendoli, non prende le distanze e ne diventa complice. Prendere le distanze vuol semplicemente dire ammettere l’errore politico di averli legittimati essendo “compagni di strada”. Ma qui andiamo oltre. Diverse autorevoli fonti di informazione sostengono che da insegnante non aveva cattedra perché rimossa dopo le lamentele dei genitori per il suo atteggiamento e linguaggio rispetto  agli alunni. Se  è vera la notizia non solo lei deve essere licenziata, ma anche chi l’ ha coperta non rimuovendola. Delle due l’ una. O i genitori hanno detto cose non vere, o l’ insegnante doveva essere immediatamente sospesa per accertamenti. Difesa del posto di lavoro? Ma non dite stupidaggini. Basta con questa  perniciosa pretestuosità. Nel giustificarli, poi è “sicuramente rivoluzionario” insultare i poliziotti con la birra in mano. Non è la prima volta.Come dopo i provvedimenti pentastellati di Torino per limitare l’uso di alcolici. Anche in Vanchiglia al grido rivoluzionario “ubriacarsi è un diritto” ci sono stati disordini contro polizia, colpevole di essere presente. Ed anche lì novelli rivoluzionari accusarono le forze dell ordine d’ essere gli unici responsabili dei disordini. Proprio cosi. Perentori chiedono l’applicazione della legge Scelba per lo scioglimento di organizzazioni fasciste. D’ accordissimo.  Sui centri sociali? Analogo trattamento.  Al ministro Minniti hanno chiesto:  desiderare sicurezza per sé   e per gli altri è  di sinistra? Risposta : è un bene comune. E i ministri, il governo,  sono di tutti i cittadini. Ricordiamo l’inizio anni ’70 a Reggio Calabria. Un cittadino su due votò  Msi e  al grido “boia chi molla” in molti furono protagonisti di disordini di piazza contro le forze dell’ordine, contro lo Stato. A Milano  urlavano minacciosi “Reggio,  Reggio, Milano sarà peggio”.  Fascisti minaccia per la democrazia. Ora si sono aggiunti questi oramai famigerati centri sociali. Una minaccia per se stessi, oltre che per la democrazia. E per una sinistra che non deve più coprire. Centri sociali che sono l’altra faccia del Fascismo.
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