Inizia mercoledì 24 gennaio la rassegna per le scuole “Cineteca della Deportazione”, con la presentazione e proiezione di quattro pellicole sulla Shoa. Tutti i film verranno presentati alla stessa ora – alle 10.oo – nella sala Proiezioni del Polo del ‘900 a Palazzo San Celso, al n. 4 di Corso Valdocco a Torino. Il primo film è “Jona che visse nella balena” di Roberto Faenza,1993, 90’. Presenterà la pellicola Matteo Pollone, dell’Università di Torino. Le altre proiezioni avverranno i seguenti giorni: Giovedì 25 gennaio , “Il diario di Anna Frank”, di George Stevens, 1959,154′. Presenta il film Elena Ottolenghi, costretta, da adolescente, a nascondersi per sfuggire alla cattura e alla deportazione come ebrea; Martedì 30 gennaio, “Monsieur Batignole”, di Gérard Jugnot, 2002, 100’. Presenta il film Bruno Maida , storico, dell’Università di Torino;Mercoledì 31 gennaio, “Ogni cosa è illuminata”, di Liev Schreiber, 2005, 105’.Presenta il film Matteo Pollone, dell’Università di Torino.
La rassegna cinematografica è a cura dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale piemontese.
Ingresso libero su prenotazione. Info: ancr.didattica@gmail.com – tel. 011 4380111 – 011 4338697
Le pellicole:
“Jona che visse nella balena”,di Roberto Faenza,1993, 90’.
Amsterdam 1942. Jona ha quattro anni e vive insieme ai suoi genitori ebrei. Un giorno vieneportato via dai nazisti insieme alla madre, trasferito prima nel campo Westerbrock e poi a Bergen-Belsen, un campo di transito in Germania. Qui i genitori possono vedersi sempre più raramente e il padre muore per gli stenti. Mentre la madre di Jona è gravemente ammalata vengono nuovamente trasferiti, ma il convoglio viene bombardato e i sopravvissuti sono liberati dall’Armata Rossa. La mamma muore e Jona viene affidato ai vecchi amici dei genitori ad Amsterdam.
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“Il diario di Anna Frank”, di George Stevens, 1959,154′.
Trasposizione cinematografica del diario della giovane ebrea olandese costretta con la sua famiglia a una vita in clandestinità e poi deportata a Bergen Belsen. Prova convincente di regia di George Stevens che, come operatore dell’esercito americano, aveva filmato le terribili immagini della liberazione di Dachau. Il film fu premiato con 3 Oscar.
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“Monsieur Batignole”, di Gérard Jugnot, 2002, 100’.
Parigi, luglio 1942. Edmond Batignole è un salumiere che tenta di sopravvivere durante l’occupazione tedesca evitando di prendere posizione e curando soltanto gli affari. Quando il futuro genero denuncia i vicini ebrei, la famiglia Batignole riesce a recuperare il prestigioso appartamento vuoto. Simon, uno dei figli della famiglia ebrea, riesce a far ritorno in quella che era la sua casa. Batignole comprende di essere la sua sola speranza di sopravvivenza e in un primo momento nasconderà il bambino. Poi cercherà di attraversare clandestinamente il confine per portare Simon in Svizzera.
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“Ogni cosa è illuminata”,di Liev Schreiber, 2005, 105’.
Tratto dal romanzo omonimo di Jonathan Safran Foer, autore anche della sceneggiatura del film. Un giovane ebreo americano si reca in Ucraina per cercare la donna che ha salvato suo nonno durante l’invasione nazista. In questo viaggio nella memoria Jonathan viene accompagnato dal giovane Alex e dal suo nonno cieco, ma in realtà ben vedente, che ha sempre con sé il suo cane guida.
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