Il dottore delle bici è fuori dal tunnel

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto
Vai per far ricondizionare una vecchia bici e ti raccontano una Storia più grande di te. Alberto gestisce un laboratorio di riparazioni. “Bella bici è da molto che non la usi”. Ammetto, è stata troppo in garage.  Ci riuscirai? Quanto costa? Quando riesci a ridarmela? Con mani esperte ed occhio ne fa una diagnosi…” dai, riusciamo a salvarla da morte certa”.  Rientrando in officina la mia inguaribile voglia di fare domande dà il via ad Alberto di raccontare e di raccontarsi. Precisa: vieni dentro che nel mentre parlo lavoro. Alberto Bruccoleri ha alle spalle trenta anni di tossicodipendenza.  Di cui 4 passati a Torino ed Ivrea. In strada.
Quanti anni ? 
49.
Quando hai cominciato?
A 16 anni qualche spinello e poi il buco.
Come mai ?
Cattive compagnie e poi ero incazzato con un padre violento. Scendi sempre giù verso l’inferno che diventa la tua vita.
Come mai sei finito sulla strada?
Una delle conseguenze della tossicodipendenza. 
Ci sei ricascato?
Più volte…sempre dopo delusioni o scelte sbagliate. Ho una figlia adolescente che non riesco a vedere come vorrei. Concepita con una donna sbagliata conosciuta in un centro per tossici.
Sei deluso?
Tante volte, ma la cosa più stupida è lasciar scappare via un donna più giovane di me di venti anni. Bellissima, ora vive e lavora a Roma. L’ho amata tanto. È forse l’amo ancora… Ora devo e voglio guardare avanti.
Ma vivendo per strada non eri assalito dall’ inedia? 
Mi organizzavo. Tenevo al mio decoro lavandomi tutti i giorni. Poi l’attesa per un pranzo o per la cena.
Nel mentre un dolcissimo cane di nome San si è accovacciato sui miei piedi giocando con le stringhe Rassicurato dal nostro dire.
Poi Alberto mi guarda…veramente mi vuoi intervistare?. Non saresti il primo..guarda qua e mi fa vedere ritagli di giornale.
Si assolutamente, finiamo quando ritiro la bici.
Eccomi qua 48 ore dopo.
Ciao Alberto…ciao Patrizio. Anche qui mi chiede di parlare lavorando
Ed insegna il mestiere a due giovani apprendisti Valentina e Giuseppe.
Io inizio: da ” scolaro ” ad insegnante? Troppo buono, mi dice.
Da quanto sono con te?
Da poco. Chi c’era prima non ha avuto la loro costanza o forse sono io che ho un caratteraccio.
Valentina e Giuseppe sorridono annuendo.  Noto la loro maestria nel muoversi in un ambiente ristretto e pieno di arnesi e biciclette. Torniamo a bomba.
Chi ha avuto l’idea di questa piccola officina?
Mio fratello. Avevamo un piccolo gruzzolo di tremila euro che sono stati sufficienti per iniziare. Siamo in Via Tarino, piena Vanchiglia.  Primi ad aprire in zona.
Alcune divergenze…io ho continuato perché il lavoro mi piace.
Ti è servito?
Tantissimo e questa manualità è conciliare da un continuo pensare.
Lavoro ce n’è?
Non manca. Ma otto ore al giorno non bastano.
Ultima domanda: come e perché  sei uscito dalla tossicodipendenza?
Maturando. Devo molto alla nascita di mia figlia. Sono stato in via Leoncavallo, piena Barriera di Milano. Dal gruppo Abele..ma devi averci tu qualcosa dentro per uscirne. Mi permetto con Alberto una  considerazione finale.
Mi raccomando tieniti  ancora delle “vite del gatto ” per il tuo futuro.  Sorride…sicuro Patrizio, non ci casco più”
Patrizio Tosetto
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