di Pier Franco Quaglieni
Carlo de Blasio, redattore capo del Tg Piemonte negli ultimi due anni, è stato nominato vice direttore del Tg3. Quando arrivò a Torino nel 2015, ci fu chi scrisse che de Blasio “era sconosciuto, o quasi, ai maggiorenti della politica cittadina e regionale” piemontese. L’articolo voleva essere una critica nei confronti di un “mezzobusto sconosciuto”,mentre quel riconoscimento fece intravvedere ,senza volerlo, una qualità rara, rarissima in R ai: l’indipendenza e l’alta deontologia professionale. De Blasio aveva dietro di sè un curriculum straordinario di livello internazionale anche alla BBC a Londra. Subentrò ai vertici della redazione piemontese ad una figura piuttosto grigia e molto settaria che aveva lasciato il posto di redattore capo di “Stampasera”, ormai agonizzante, per intraprendere la carriera in Rai. Mario Baudino, ad esempio, passò alla “Stampa” e divenne via via un critico letterario di primaria importanza. A Torino de Blasio ha portato la forza della sua esperienza internazionale. In precedenza il Tg Piemonte era una sorta di collage di servizi di promozione politica appunto dei maggiorenti, costruito seguendo il manuale Cencelli.
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De Blasio introdusse anche i suoi editoriali, concisi, lucidi, obiettivi, controcorrente. Mi capitò di ascoltarne uno e ne rimasi ammirato. Gustavo Selva non mi è mai piaciuto, ma l’efficacia degli editoriali di de Blasio facevano venire in mente l’efficacia radiofonica di Selva durante gli anni di piombo. Il TG Piemonte è cambiato non solo nei volti ,ma anche nei suoi contenuti giornalistici. Oggi è un vero giornale che dà spazio a tutte le voci. Doveva arrivare sotto la Mole un uomo colto e libero come lui per creare finalmente un Tg che è un piacere, e quasi un dovere, seguire per rimanere informati. De Blasio ha imposto il rispetto di tutte le idee, superando i criteri della lottizzazione. Ha dato, in agendo, una grande lezione ai giornali cartacei torinesi. In questi due anni ha lavorato sodo in redazione ,senza mai voler apparire nel solito milieu subalpino, ma leggendo quasi in tempo reale tutte le mail ricevute. Altri scelgono la strada presuntuosa e arrogante del “Non letto” che per un giornalista è un modo curioso di chiudersi alle notizie invece di andarle a cercare. Torino perde molto con il suo ritorno a Roma. Vorrei aggiungere per lui un viatico beneaugurante tipicamente torinese, riprendendolo da Bobbio: “Non è vero potere quello del cavallo a cui i ferri consentono di correre anche là dove il cavallo selvaggio non giunge, perché il cavallo ferrato ha perso la libertà di muoversi”.
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