“Quella sera avevamo chiuso insieme la terza pagina della Stampa. Molti dicono che il giornalismo è morto, ma sarà proprio questo che continuerà a distinguere il vero dal falso, come ci ha insegnato lui”. Così la figura di Carlo Casalegno è stata ricordata dal presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte, Alberto Sinigaglia in occasione della ricorrenza dell’agguato al vicedirettore de La Stampa, ucciso dalle Brigate Rosse il 16 novembre di 40 anni fa, cerimonia che ha aperto a Torino la decima Giornata della Memoria dei giornalisti uccisi da mafia e terrorismo. Il ricordo è avvenuto presso l’abitazione di Casalegno, luogo dell’agguato mortale, in corso re Umberto. “Non è un omaggio a chi non c’è più, ma un motivo di speranza per chi c’è oggi – ha detto il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti -. Casalegno era attento a raccontare da dove arrivava l’eversione e a tenere alti i valori della legalità e della democrazia”.
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