Dicembre 2016- Pagina 32

Con il Suv in Metropolitana

A Porta Nuova due donne a bordo di una Jeep Compass, hanno imboccato per sbaglio l’ingresso alle scale che portano alla metropolitana

porta-nuova-metroVa bene che si dice che con un Suv si possa andare ovunque, su ogni tipo di strada, ma probabilmente l’automobilista che poche ore fa ha imboccato con la sua Jeep la scala di accesso per la metropolitana, ha preso un po’ troppo alla lettera il “famoso detto”. E’ successo questa mattina a Porta Nuova, all’ingresso di Piazza Carlo Felice che si affaccia su via Sacchi. Due donne a bordo di una Jeep Compass, hanno imboccato per sbaglio l’ingresso alle scale che portano alla metropolitana, rimanendo incastrate con la loro macchina. Fortunatamente, nonostante quel tratto di marciapiede di corso Vittorio Emanuele II sia sempre molto frequentato, non ci sono stati feriti e gravi conseguenze, se non un grande spavento da parte degli utenti del metrò e dei passanti. park-porta-nuovaSecondo una prima ricostruzione la donna alla guida dell’auto (probabilmente poco pratica della zona) voleva imboccare la rampa che portava all’ingresso del nuovo parcheggio sotterraneo di Porta Nuova inaugurato poche settimane fa, ma invece di seguire le indicazioni per il sotterraneo si è affidata alle indicazioni della segnaletica orizzontale gialla rivolta ai non vedenti e che conducevano all’ingresso della metropolitana invece che al parcheggio. Quando le due donne si sono accorte dell’errore ormai era troppo tardi poiché avevano già imboccato la rampa delle scale. Sul posto sono immediatamente intervenuti i tecnici della Gtt e alcune volanti della polizia municipale di Torino.

                                                                                      Simona Pili Stella

Brignano o la voglia di fare bilanci

Già tempo di bilanci per Enrico Brignano. Di vita, di professione soprattutto. Cinquanta per l’una, trenta per l’altra. Bilanci che hanno un titolo, referenziale e preciso, “Enricomincio da me”, se volete anche decisamente spavaldo. Senza mezze misure. Ma lui è bravo, se lo può permettere, prendere di petto un più che ottimistico mezzo del cammin della sua vita e ricamarci su, per il torrenziale divertimento del pubblico, tutto risate e applausi. Iniziando dalle sue giornate, partenza Dragona – dove è nato – direzione Roma e ritorno, con quel treno che è il suo primo palcoscenico, con quei pendolari come lui che sono il suo primo pubblico. Battute, imitazioni, tante imitazioni.

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Poi il soggiorno americano, le prime esperienze, il rimpiazzo del comico che una sera non arriva e lui è fatto salire a forza dal proprietario del locale su quella pedana piena di luci, e improvvisa, e sciorina a orecchio lingue di mezzo mondo e ne ricava altri applausi. E poi le prime prove cinematografiche (una faccia che tranquillamente interessa Vanzina e Brizzi), l’amore per il teatro che rimane (uno per tutti, è stato un eccellente “Rugantino”), nato e allevato alla scuola di Gigi Proietti, la televisione che lo fa entrare nelle case di milioni di italiani (molti sono cresciuti con Giacinto del “Medico in famiglia”), sempre più sicuro, sempre più fascinoso, sempre più macchina di spettacolo.

Brignano, insomma, è bravo, bravissimo, un animale da palcoscenico che non si risparmia, che conosce il suo pubblico e a quel pubblico dà quel che gli chiede, un mattatore che canta, balla e recita con una sicurezza e un trasporto invidiabili. Un attore brignano2che naviga sicuro nel suo mare, un attore che fila via diritto senza ostacoli. Ma gli ostacoli ci sono. E per quegli ostacoli ci vuole un coraggio che forse ancora Brignano non ha. Quello di sfrondare, di saper rinunciare alla battuta più ammiccante, al pezzo che può sfacciatamente piacere ma che può anche far rischiare allo spettacolo una qualche scivolata (il padrino alle prese con i suoi scagnozzi e con una mira poco raccomandabile), al divertimento che ti si rivolta contro (persino il balcone di Romeo e Giulietta, nelle mani dell’attore, potrebbe avere altre soluzioni e altre immediatezze), alla lunghezza eccessiva che dovresti avvertire necessaria di una interruzione, di un alto là intelligente. Sei autori (oltre Brignano, Mario Scaletta, Renato Cassini, Manuela D’Angelo, Massimiliano Giovanetti e Luciano Federico) – e un signor regista dal fondo della sala buia – dovrebbero darsi di gomito e sottolinearsi a vicenda tutto quello che una bella matita blu dovrebbe correggere, evitando di prendere fuori misura da un repertorio che deve essere più che abbondante. Perché lo spettacolo è bello, ilbrignano1 tecnicismo perfetto delle scenografie è una gioia per gli occhi, che il palcoscenico si riempia di colori o giochi con le geometrie del bianco e nero, i solisti riempiono coreografie in vero stato di grazia, la Giulietta di Ilaria De Rosa è una piccola favola di umorismo, e l’Enrico (nazionale?) è degno davvero degli applausi che gli arrivano ad ogni momento a manciate. Per cui, a quello spettacolo, risparmiamo qualche caduta, non roviniamolo.

Elio Rabbione

Operaio muore investito da auto sulla Torino-Bardonecchia

autostrada tunnelUn operaio  è morto mentre era al lavoro in un cantiere sull’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, nei pressi della galleria Cels di Oulx. E’ stato travolto da un’auto e, nonostante i soccorsi siano stati immediati, il 118 non lo ha potuto salvare. La polizia stradale di Susa sta ricostruendo la dinamica dell’incidente. E’ sotto choc il conducente dell’auto, accompagnato all’ospedale di Susa con un altro operaio, che ha evitato l’auto e si è salvato, ma è rimasto anche lui sotto choc.

“L’Artusi va al mare”

L’anno scolastico 2016/2017 presenta per l’Istituto Alberghiero Artusi di Casale Monferrato una novità. Dal prossimo 8 dicembre, grazie alla convenzione con l’Hotel Regina Mundi di Pietra Ligure in Provincia di Savona, sarà operativo il progetto “L’Artusi va al mare”.

artusi casale

Tutto il servizio ristorativo sarà curato e gestito dall’Istituto casalese con i propri docenti ed allievi, che si alterneranno durante l’intero anno con brigate di cucina e di sala in terra ligure. Un progetto unico ed innovativo sul territorio nazionale, che permetterà all’Istituto Alberghiero Artusi di sviluppare e accrescere, con una gestione diretta di una struttura alberghiera, la professionalità dei propri allievi. L’Hotel di Pietra Ligure, sarà anche destinazione di stage per tutti gli allievi dell’Istituto, che in periodi diversi durante l’anno scolastico, si trasferiranno in Liguria con i propri docenti per simulare una vera gestione di Hotel. Inoltre l’Istituto casalese, proporrà a ex allievi contratti di lavoro in terra ligure, per l’inserimento di figure professionali nello staff dell’Hotel. Naturalmente resteranno attive su Casale tutte le attività didattiche, sia in aula, sia nei laboratori, sia quelle eventualmente in esterno.

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Per informazioni telefonare 014273722 oppure tramite mail segreteria@istitutoartusi.it

L’Istituto Alberghiero Artusi è a Casale Monferrato in corso Valentino 95.

 

Juve, sui social la gioia per la vittoria

juve logo neroMassimiliano Allegri , dopo la vittoria con l’Atalanta, chiede su Twitter alla  Juventus di tenere alta l’attenzione in vista della sfida di Champions di mercoledì prossimo: “Le risposte le abbiamo date sul campo: ora nessun calo di concentrazione!”. La qualificazione c’è, ma c’è pure un primo posto del girone da onorare. “Grande Vittoria!!! #avanticosí”, dice Leonardo Bonucci,ed è una “Grande vittoria”, anche per Giorgio Chiellini. “Grande partida equipo”, il commento sui social di Dani Alves. “Il nostro stadio ci trascina, bravi ragazzi!!!”, infine, è il tweet di Paulo Dybala .

West Side Story, prepotente talento musicale di Bernstein

Debutterà al teatro Regio di Torino martedì 6 dicembre prossimo (in scena fino a domenica 11 dicembre) il musical “West Side Story”, per le musiche di Leonard Bernstein, per la regia e le coreografie originali di Jerome Robbins, direttore d’orchestra Donald Chan. Si tratta di un musical in due atti tratto dal Romo e Giulietta di Shakespeare. La pima idea, nel 1949, era stata quella di musicare una versione moderna della tragedia shakespeariana ambientata nella New York contemporanea.

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Solo nel 1955 Bernstein, dopo un incontro con il librettista Arthur Laurens, scrisse di essere infiammato dall’idea di Romeo, avendo, però, abbandonato la premessa Ebrei-Cattolici, a favore di quella di due bande di adolescenti, una di bellicosi portoricani, l’altra di sedicenti americani, quella che lo stesso Bernstein chiamava “Romeo West Side Story”, su versi di Stephen Soldheim e coreografia e regia di Jerome Robbins. Bernstein, direttore d’orchestra, divulgatore, è stato un artista vitale e magnetico, imperfetto e a tratti esagerato, ma capace di dar vita alla musica come emanazione diretta dell’affettività umana. I critici hanno considerato “West Side Story” non solo una pietra miliare del musical di Broadway, ma il capolavoro dell’opera lirica americana. La storia di Romeo e Giulietta è trasportata nell’Upper West Side di New York, negli anni Cinquanta, dove due giovani si trovano coinvolti in una guerra tra bande, gli Irlandesi Jets e i portoricani Sharks. La lotta di questi piccoli eroi per sopravvivere a questo mondo di odio e violenza rappresenta il motivo regioinnovativo di questo dramma. Ci resterà per sempre nella memoria la versione cinematografica con Natalie Wood e George Charkiris nel ruolo del capo dei portoricani, e Rita Moreno, che vinse un Oscar. La canzone (song) rappresenta la base formale di questo genere e tende in questo musical a espandersi, sia come elemento autonomo, sia come appendice del brano cantato. La partitura offre nel primo atto esempi di melodia memorabile nelle due sezioni Maria (Tony) e Tonight-Balcony Scene, capace di acquistare un risalto drammatico straordinario seguita dai ritmi latino americani e dal caleidoscopio orchestrale di “America”. La bravura degli interpreti Kevin Hack nel ruolo di Tony e di Jenna Burns nei panni di Maria è indiscussa. La partitura si concentra sulla ricorrenza di intervalli e sul ritorno dei motivi, all’interno di un’indubbia unità tematica ricorrente e di una forte coesione drammaturgica fra i temi che intrecciano “Maria”, “Tonight”, “Cool”, “Somewhere”. West Side Story è percorsa da una familiarità tra i motivi che ne rende partecipe l’ascolto, facilitandolo. Questo procedimento è stato spesso utilizzato da Bernstein, anche in “Wonderful Town” e “Candide”. Questo musical dimostra quindi una profonda unità di stile e di ispirazione; se la musica e le esigenze vocali risultano complesse, i lyrics appartengono pienamente al regno di Broadway. Canzoni come “Maria”, “Tonight”, “America” hanno oltrepassato la vita all’interno del musical, per assumere una dimensione molto più ampia di quella di origine, vivere di vita propria e, grazie a loro grandi intrepreti, divenire universalmente note.

Mara Martellotta

(Foto: il Torinese)

 

Referendum, la vittoria del No: le reazioni sotto la Mole

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A Torino  l‘affluenza finale è stata del 71.49% (contro il 57.18% delle precedenti amministrative e il 56.85% del referendum costituzionale del 2006). I dati riportano la vittoria del NO con il 53,58% dei voti contro il SI al 46,42%.

I COMMENTI DELLA POLITICA

“La politica colga il segnale delle urne e torni a dare ai appendino tgcittadini le risposte che si attendono, mettendo al centro i valori della partecipazione e della condivisione.  Ci affidiamo al Presidente della Repubblica per  un percorso che consenta alle Istituzioni di tornare a comprendere gli italiani”. E’ il commento che la sindaca di Torino, Chiara Appendino, affida all’Ansa ringraziando i torinesi per una così alta partecipazione al voto.

chiampa lausAmareggiato il presidente della Regione, Sergio Chiamparino: “Ora, come sottolineato da più parti, – dichiara al quotidiano La Stampa –  occorre ricostruire  nel Paese e nel partito un terreno di confronto che non faccia arretrare l’Italia dai passi in avanti compiuti in questi ultimi anni sul piano delle riforme. Un errore personalizzare il referendum? Ne sentiremo di tutti i colori ma difficilmente il referendum poteva essere percepito diversamente da una consultazione pro o contro questo Governo».

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Stefano Esposito (Pd, parlamentare):

Gli italiani hanno scelto Presidente @matteorenzi come aveva detto si è dimesso. Discorso perfetto.comune municipio Ora ci penserà il Presidente Mattarella

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Davide Gariglio (Pd, segretario regionale)

È stata una battaglia difficile, ma siamo orgogliosi di averla combattuta. Lo abbiamo fatto con convinzione, non smetteremo di farlo.

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Fabio Versaci (M5S, presidente Consiglio comunale di Torino):

La Costituzione NON si tocca.

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Riccardo Molinari (Lega Nord, segretario regionale):

Ha vinto il Popolo, contro tutto e tutti. Questa BANDIERE REGIONEnotte ripaga di anni di sacrifici e lotte. Questa notte dimostra che la passione e battaglia politica, in questo mondo dominato dai media e dai soldi, ha ancora valore e senso. Grazie a tutti i compagni di viaggio di questa avventura, abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Abbiamo salvato la democrazia e l’autonomismo nel nostro Paese.

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Gilberto Pichetto (Forza Italia, coordinatore regionale):

A proposito di Renzi inutile nascondere che questo è anche un voto con un grande valore politico ed è un voto contro il premier ed il suo governo che da domani dovrà fare i conti con la realtà: governare e cercare di cambiare le regole del gioco senza il consenso popolare porta inevitabilmente a cozzare contro quell’incredibile scudo chiamato democrazia.

Ba(to)sta un Sì. Appendino: “La politica colga il segnale”. Chiamparino: “Bisogna ricostruire”

perna foto mole 2Il referendum sulla riforma costituzionale ha registrato anche in Piemonte la vittoria del No, al 56,5%. I Sì sono rimasti fermi al 43,5%. In tutto 2.446.664 i votanti, pari al 72,03% degli aventi diritto. A Torino  l‘affluenza finale è stata del 71.49% (contro il 57.18% delle precedenti amministrative e il 56.85% del referendum costituzionale del 2006). I dati riportano la vittoria del NO con il 53,58% dei voti contro il SI al 46,42%.

I COMMENTI DI APPENDINO E CHIAMPARINO

“La politica colga il segnale delle urne e torni a dare aiappendino tg cittadini le risposte che si attendono, mettendo al centro i valori della partecipazione e della condivisione.  Ci affidiamo al Presidente della Repubblica per  un percorso che consenta alle Istituzioni di tornare a comprendere gli italiani”. E’ il commento che la sindaca di Torino, Chiara Appendino, affida all’Ansa ringraziando i torinesi per una così alta partecipazione al voto.

chiampa lausAmareggiato il presidente della Regione, Sergio Chiamparino: “Ora, come sottolineato da più parti, – dichiara al quotidiano La Stampa –  occorre ricostruire  nel Paese e nel partito un terreno di confronto che non faccia arretrare l’Italia dai passi in avanti compiuti in questi ultimi anni sul piano delle riforme. Un errore personalizzare il referendum? Ne sentiremo di tutti i colori ma difficilmente il referendum poteva essere percepito diversamente da una consultazione pro o contro questo Governo».

(foto: il Torinese)

Torino vista attraverso gli occhi di una “fuori sede”

Sono arrivata con gli occhi pieni di sole e la voglia di cambiare il mondo. Mi sono persa tante volte nella geometria delle tue vie; mi sono domandata come fosse possibile che in una città che conta 870.702 abitanti ci fosse così tanto silenzio

perna foto mole mongolfiera

 

Difficile scriverti proprio oggi un omaggio. Credo che questo sia il giorno più freddo dell’anno. Il freddo che noi del sud viviamo raramente. L’unica volta che ha nevicato a Napoli, mia città d’origine, era il giorno di Capodanno. Il primo Capodanno che decisi di festeggiare al nord perché desideravo vedere la neve. Ma tu decidesti che quell’anno non la volevi la neve, lasciandomi a bocca asciutta. Sono otto anni che cammino per le tue strade, otto anni in cui l’amore che provo per te è stato messo a dura prova. Sono arrivata con gli occhi pieni di sole e la voglia di cambiare il mondo. Mi sono persa LUCI PERNA SANCARLO2tante volte nella geometria delle tue vie; mi sono domandata come fosse possibile che in una città che conta 870.702 abitanti ci fosse così tanto silenzio.

 

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Perché a Torino non si grida, si sussurra. Mi sono chiesta perché avrei dovuto cenare alle 19.30, dando senso ad un orario che fino a quel momento per me conosceva solo il divano. E, a turisti 1proposito di cena, quando ho realizzato l’esistenza di una cosa chiamata “apericena”, i miei occhi sono diventati giganti come quelli di un bambino davanti ad un giocattolo nuovo. Con una decina di euro circa avrei potuto bere e mangiare quello che volevo. Utopia. Ancora oggi ho difficoltà a moderarmi e lo si nota dalla pila di piatti che c’è al mio tavolo e a quanto sia più lunga di quelle presenti sugli altri tavoli. Mi sono sentita grande nelle aule della tua università, quando, tra i libri, sognavo ciò che sarei diventata.

 

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torinese tutto web toretMi sono sentita potente quando poi ho stretto tra le mani quella pergamena. Ho giocato ad essere radical chic bevendo il bicerin nei tuoi bar e ho imparato il gusto minimal degli abiti che ti piacciono tanto, poche linee, pochi colori; l’essenziale. Ho dimenticato l’esistenza dei tacchi, perché tu vai vissuta passeggiando, a piedi o con l’aiuto del tram. Una città grande, ma che sembra tanto piccola. Tutto ha il suo posto. E il mio posto me lo sono pian piano trovato anche io. Certo è cara Torino che un po’ mi hai illuso. Promettevi grandi sogni e speranze, una stabilità tanto bramata, e poi? Figlia anche tu di un Paese che i sogni li sta bruciando, ti stai a poco a poco rialzando, ma ancora sguazzi nella precarietà. Ma io non ti abbandono. Io le vedo le tue risorse. In teportici libri vedo l’idea, vedo l’ingegno, vedo l’iniziativa. Vedo una città che si rinnova continuamente, pur restando sempre la stessa. Vedo menti fertili. Vedo giovani, tanti giovani che ti scelgono, ti raggiungono da ogni parte del mondo e con te restano. Sei una città che accoglie, non una città da cui si fugge. Sei una città che protegge. Sei una madre ferma e decisa, a volte dura, ma che ascolta. Coccoli con le tue luci soffuse e le tue piazze eleganti e, ad ogni avversità trovi la soluzione per fronteggiarla. Perché si sa, a Torino piove, ma ci sono portici che ti coprono ovunque; perché si sa, a Torino sono tutti “freddi” e poi trovi calore ovunque e in chiunque.

 

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ponte mole vittorioIl rosa del tuo cielo al tramonto che colora il Po e la collina che su di esso si affaccia è stata la cornice di tante mie riflessioni e decisioni. È lì, seduta su una panchina dei murazzi, che ho scelto chi e cosa amare. Ed è lì che ho scelto di nuovo te. Io ci sono Torino, continuerò a regalarti le mie energie, la passione che mi muove nel fare le cose, continuerò a guardare attraverso i tuoi occhi. Come la Mole: una punta che si innalza verso il cielo e, senza presunzione o eccessiva imponenza, lo domina, mi hai insegnato a non perdere mai di vista l’obiettivo, a continuare ad inseguirlo con caparbietà, ma in modo umile e delicato.Tenendomi stretta le mie origini e l’amore che ho per la mia terra, ti dico grazie. Grazie per avermi accolta. Per accettare le mie “diversità” e per farmi sentire parte di te senza snaturarmi. Grazie per avermi adottata. Io ti amo di un amore che non è di sangue, che è partito dalla testa, ma a poco a poco è entrato nelle viscere.

 

Teresa De Magistris

La storia del piccolo telegrafista delle Ferrovie Nord Milano

telegrafistaS’intitola “Il Piccolo Telegrafista delle Ferrovie Nord Milano” l’ultima pubblicazione di Pietro Pisano, edita nella collana “Quaderni di Vallintrasche”. Il racconto, comparso la prima volta nel 2011 sulla rivista “Vallintrasche”, ripropone le vicende del giovane partigiano Fedele Cova, originario di Caronno Pertusella, nel varesotto; il giovane, telegrafista delle Ferrovie Nord Milano, scomparve tragicamente precipitando in un burrone nel 1944 nelle selvagge montagne della Val Grande, mentre operava nelle formazioni partigiane di Dionigi Superti ed Ezio Rizzato. La Val Grande, chiusa tra le montagne dell’Ossola, il bacino del Lago Maggiore e la Valle Cannobina, impervio e selvaggio parco nazionale, fu teatro di uno dei più drammatici episodi della Resistenza all’occupazione nazista e al fascismo: il rastrellamento del giugno 1944. Il bel racconto di Pisano porta alla luce la storia di un ragazzo di sedici anni che, in quel tempo di neve e di fuoco, seppe “scegliersi la parte”, rischiando e perdendo la vita.

Marco Travaglini