Debutterà al teatro Regio di Torino martedì 6 dicembre prossimo (in scena fino a domenica 11 dicembre) il musical “West Side Story”, per le musiche di Leonard Bernstein, per la regia e le coreografie originali di Jerome Robbins, direttore d’orchestra Donald Chan. Si tratta di un musical in due atti tratto dal Romo e Giulietta di Shakespeare. La pima idea, nel 1949, era stata quella di musicare una versione moderna della tragedia shakespeariana ambientata nella New York contemporanea.
Solo nel 1955 Bernstein, dopo un incontro con il librettista Arthur Laurens, scrisse di essere infiammato dall’idea di Romeo, avendo, però, abbandonato la premessa Ebrei-Cattolici, a favore di quella di due bande di adolescenti, una di bellicosi portoricani, l’altra di sedicenti americani, quella che lo stesso Bernstein chiamava “Romeo West Side Story”, su versi di Stephen Soldheim e coreografia e regia di Jerome Robbins. Bernstein, direttore d’orchestra, divulgatore, è stato un artista vitale e magnetico, imperfetto e a tratti esagerato, ma capace di dar vita alla musica come emanazione diretta dell’affettività umana. I critici hanno considerato “West Side Story” non solo una pietra miliare del musical di Broadway, ma il capolavoro dell’opera lirica americana. La storia di Romeo e Giulietta è trasportata nell’Upper West Side di New York, negli anni Cinquanta, dove due giovani si trovano coinvolti in una guerra tra bande, gli Irlandesi Jets e i portoricani Sharks. La lotta di questi piccoli eroi per sopravvivere a questo mondo di odio e violenza rappresenta il motivo innovativo di questo dramma. Ci resterà per sempre nella memoria la versione cinematografica con Natalie Wood e George Charkiris nel ruolo del capo dei portoricani, e Rita Moreno, che vinse un Oscar. La canzone (song) rappresenta la base formale di questo genere e tende in questo musical a espandersi, sia come elemento autonomo, sia come appendice del brano cantato. La partitura offre nel primo atto esempi di melodia memorabile nelle due sezioni Maria (Tony) e Tonight-Balcony Scene, capace di acquistare un risalto drammatico straordinario seguita dai ritmi latino americani e dal caleidoscopio orchestrale di “America”. La bravura degli interpreti Kevin Hack nel ruolo di Tony e di Jenna Burns nei panni di Maria è indiscussa. La partitura si concentra sulla ricorrenza di intervalli e sul ritorno dei motivi, all’interno di un’indubbia unità tematica ricorrente e di una forte coesione drammaturgica fra i temi che intrecciano “Maria”, “Tonight”, “Cool”, “Somewhere”. West Side Story è percorsa da una familiarità tra i motivi che ne rende partecipe l’ascolto, facilitandolo. Questo procedimento è stato spesso utilizzato da Bernstein, anche in “Wonderful Town” e “Candide”. Questo musical dimostra quindi una profonda unità di stile e di ispirazione; se la musica e le esigenze vocali risultano complesse, i lyrics appartengono pienamente al regno di Broadway. Canzoni come “Maria”, “Tonight”, “America” hanno oltrepassato la vita all’interno del musical, per assumere una dimensione molto più ampia di quella di origine, vivere di vita propria e, grazie a loro grandi intrepreti, divenire universalmente note.
Mara Martellotta
(Foto: il Torinese)
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