“Anche le realtà del territorio e non solo Torino devono essere tutelate e valorizzate. Basta vedere cosa succede nella Città metropolitana a proposito della Smat, con il Comune di Torino che tenta di fagocitare proventi, mentre è tutto il territorio che dovrebbe trarne beneficio, perché il senso della realtà metropolitana dovrebbe proprio essere quello di collaborazione tra capoluogo e comuni circostanti. In questo contesto, parlando di enti locali, il tema del risparmio e della funzionalità dei servizi non necessariamente va di pari passo con accorpamenti che rischiano di snaturare l’identità territoriale e di inceppare meccanismi rodati e ben funzionanti delle macchine amministrative locali”.
Daniela Ruffino (FI), vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte si dichiara contraria alle fusioni tra Comuni perchè spiega: ” proprio i piccoli centri sono molto spesso un esempio efficiente e virtuoso nel gestire i servizi, grazie anche all’impegno di amministratori che si dedicano senza sosta a seguire le problematiche dei cittadini. Per i territori e per le genti che li popolano quella della fusione sarebbe una battaglia persa”.
“Sono convinta che la conoscenza delle realtà locali, quasi di ogni singola persona, da parte dei sindaci dei piccoli comuni sia utile anche ad una gestione valida e funzionale degli ingranaggi amministrativi. L’Anci deve quindi combattere questa battaglia importante per i cittadini e le amministrazioni”, osserva la vicepresidente dell’Assemblea piemontese, che rammenta le parole del presidente Mattarella all’assemblea dell’Anci, dove il Capo dello Stato ha chiesto attenzione, dice Ruffino “per i piccoli Comuni, che amministrano oltre il 50% del territorio italiano, con 10 milioni di abitanti e un patrimonio ambientale, produttivo, culturale inestimabile, decisivo per l’intero Paese. E migliaia di Comuni sono quasi disabitati, mentre altri sono abitati scarsamente”.“In conclusione, dunque, si valorizzi il grande pa rimonio di esperienza, capacità amministrativa e conoscenza dei problemi che appartiene agli amministratori dei piccoli comuni. Accorpamenti a volte innaturali non gioverebbero né al contenimento dei costi, né al buon funzionamento dei servizi”, conclude Ruffino.
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