STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto
Mercoledì si saprà chi sono i liquidatori di Eurofidi. Ultime ore per le non univoche decisioni tra banche e Giunta regionale.
Il “solito Gariglio” si è un po’ intrufolato nelle cose di Giunta… ed è comunque, intendiamoci, suo diritto tra l’essere capogruppo e segretario regionale Pd. Due tesi si contrappongono sul perché si è arrivati a questo punto.
La prima: da oltre sette anni si sapeva e quello che da molti era considerato il “gigantismo” di Giotti ha ulteriormente aggravato la situazione. La seconda: da due anni la gestione delle banche che hanno promesso una ricapitalizzazione che, non avvenendo, ha sancito la fine. Probabilmente in tutte e due le tesi ci sono elementi di fondatezza.
Partiamo dall’oggi. Saputo che Eurofidi avrebbe180 milioni di liquidità, stupendomi, mi sono rivolto a chi ne sa molto di più del sottoscritto. Semplice, e le cifre parlano chiare… mi è stato risposto. Penso d’aver capito ma ripetere non è facile.
Per chi legge ricordo che le banche hanno sottoscritto ma non versato 50 milioni e ne sono mancati altri 50 che erano a carico di Regione Piemonte e delle Pmi. 140 milioni sono stati accantonati per le sofferenze come previsto dalla legge.
Il Totale delle sofferenze (imprese che non sono in grado di restituire i prestiti, ammonterebbe a 800 milioni). Qui la notizia: 80% garantito dal MedioCredito Centrale. Rimangono 160 milioni ed affrontare il tutto con 180 milioni di liquidità sembrerebbe un gioco da ragazzi. Ovviamente chi ne fa direttamente le spese sono i lavoratori difficilmente ricollocabili.
Mercoledì assemblea anche per la modifica dello statuto che porta i liquidatori a due. E la politica? Come oramai è suo solito latita e di fatto legittima le banche, che pur non versando un euro di capitale hanno brillantemente risolto i loro problemi, non quelli dei lavoratori nè quelli delle piccole e medie imprese. Ma Eurofidi è nato per favorire il credito alle imprese.