In vista del ballottaggio i big della politica torinese si schierano a favore di Fassino o di Appendino. O lasciano libertà di voto. Ecco alcuni schieramenti di campo
GHIGO PER FASSINO
Il fondatore piemontese di Forza Italia, Enzo Ghigo, già presidente della Regione e parlamentare, fa una scelta di campo netta pro-Fassino: “Cari torinesi, perché scegliere Piero Fassino e non Chiara Appendino al ballottaggio di domenica prossima? Quando ricoprivo incarichi istituzionali e politici nel centrodestra ho lavorato per anni insieme a chi condivideva le idee e il progetto di Forza Italia per dare un’impronta liberale e innovativa all’amministrazione della nostra Regione e del suo capoluogo. E’ forse un paradosso – ma neanche poi tanto – se coloro i quali governavano a sinistra, compresi gli eredi del comunismo, pur osteggiando politicamente il presidente Berlusconi, hanno dimostrato con i fatti la bontà delle sue stesse idee. In che senso? Semplice, facendole in molti casi proprie nella realtà, nell’attività amministrativa di tutti i giorni. Un caso emblematico è proprio quello dell’amministrazione di Torino che, negli ultimi anni, ha puntato sull’innovazione, sulla realizzazione di progetti urbanistici importanti, e sul rilancio turistico della città in chiave di sviluppo dell’economia. E’ indubbio che questa impronta di governo, così come le battaglie per valorizzare le imprese, per la sburocratizzazione, per le grandi opere, per la promozione culturale portano la nostra firma originaria di donne e uomini moderati del centrodestra. Per quanto riguarda il Piemonte e il suo capoluogo, tale azione amministrativa venne avviata quando , nel 1995, gli elettori ci affidarono il governo della regione. Ebbene, abbiamo fatto scuola, coinvolgendo in un clima di concordia istituzionale anche gli avversari politici di sempre. Mi si permetta quindi una battuta che ha però un fondo di verità: ci siamo dati tanto da fare perché Fassino da “compagno” si trasformasse in “liberal” e ora che si è ricreduto dovremmo optare per una sindaca prigioniera di un qualunquismo che osteggia i progetti irrinunciabili per il futuro di Torino? Tutte le persone e gli amministratori capaci e avveduti si battono contro la povertà, a tutela delle fasce più deboli e per dare un futuro ai nostri giovani, non solo i 5 Stelle. Ma non tutti, invece, sostengono iniziative determinanti per la crescita, come la nuova Città della Salute e il collegamento ferroviario Torino-Lione, contro i quali, infatti, Appendino si è schierata. E che dire poi, della lotta per una “giustizia più giusta” di berlusconiana memoria, contro il giustizialismo alla Marco Travaglio, uno dei più convinti sostenitori della candidata pentastellata? Insomma, dai temi locali alle politiche di più ampio respiro, non possiamo concordare con la linea dei 5 stelle. Il centrodestra ha certamente compiuto gravi errori strutturali e organizzativi che hanno portato alla frammentazione di un’area politica la quale, ritengo, rappresenti ancora la maggioranza nel Paese e nella nostra città. L’augurio è che, in futuro, possiamo ritrovare l’unitarietà politica e di intenti. Ma oggi non c’è dubbio: la scelta migliore da compiere per Torino, nel rispetto della nostra “filosofia” e delle nostre idee, è quella a favore di Piero Fassino”.
RIFONDAZIONE NON SI SCHIERA
Il segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Ezio Locatelli. “Non riconoscendoci in nessuno dei due contendenti che sono in lizza a Torino, per vincere al ballottaggio del secondo turno delle amministrative, pensiamo che l’impegno nostro debba essere rivolto prioritariamente alla costruzione di una opposizione e di una alternativa di sinistra alle politiche liberiste, di privatizzazione, di speculazione immobiliare, di disconoscimento dei bisogni sociali dei settori più colpiti dalla crisi. Nelle prossime settimane saremo impegnati nella battaglia per respingere le controriforme renziane volte a distruggere la scuola pubblica, i diritti del lavoro, la rappresentanza democratica, volte a stravolgere la Costituzione nata dalla lotta di Liberazione. Rispetto a questa battaglia, che sarà portata avanti qualsiasi sia l’esito del secondo turno, ben venga tutto ciò che può accrescere le contraddizioni nell’attuale quadro politico dominato dalle politiche austeritarie del governo Renzi oltre che nel blocco di interessi affaristici che governa Torino”.
ROSSO CONTRO FASSINO
Roberto Rosso, ex candidato sindaco di centrodestra,oggi neo-consigliere comunale centrista si schiera sostanzialmente per Appendino, pur lasciando libertà di voto ai suoi elettori: «Mai con il Pd. Non intendo sostenere il candidato che rappresenta l’immobilismo di Torino. Ma non mi interessano apparentamenti. Basta col malgoverno del Sistema Tonno, dobbiamo impegnarci anche per un progetto di respiro nazionale. Ho condotto una campagna elettorale all’insegna della lotta contro il Sistema Torino. Non intendo certo fare marcia indietro”, dichiara al Giornale. “Non mi interessano apparentamenti, non mi interessano poltrone o strapuntini di sottogoverno municipale. Il Pd ha vinto nei quartieri della Torino-bene, di quell’alta borghesia che si sente garantita da Fassino perché fa parte del Sistema Torino. Sono gli elettori che si incontrano con il sindaco al Regio, che piazzano i propri figli, nipoti ed amanti nelle varie associazioni e negli enti dove il Comune può interferire liberamente. Ovvio che difendano Fassino, ovvio che vogliano tenerselo stretto. Nelle periferie, invece, il Pd ha incontrato grandi difficoltà. Perché non bastano le menzogne di qualche giornalista per trasformare i luoghi di spaccio in ameni giardini affollati di bimbi festanti».
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