Informazioni e idee oltre ogni frontiera
“Libertà di stampa e libertà di pensiero. Informazioni e idee oltre ogni frontiera”: di questi temi si è ampiamente dibattuto nel corso del convegno che si è svolto a Torino lunedì 2 maggio a Palazzo Lascaris. L’evento è promosso dal Comitato regionale per i diritti umani, dal Centro per l’Unesco di Torino e dall’Ordine dei giornalisti del Piemonte. Nel suo saluto, il presidente del Consiglio regionale del Piemonte e del Comitato per i diritti umani Mauro Laus ha voluto ricordare l’importanza di possedere, difendere e divulgare le proprie idee, e come oggi si possa parlare di neogiornalismo alla luce di quella che è una vera e propria rivoluzione attuata da internet.
Paola Azzario Chiesa, presidente del Centro per l’Unesco di Torino, ha spiegato come ogni anno il 3 maggio, si celebri la giornata internazionale proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1993, a seguito di una raccomandazione adottata in occasione della Ventiseiesima sessione della Conferenza generale dell’Unesco nel 1991. Risale invece al 1766 la prima legge in assoluto sulla libertà di espressione, promulgata dal Regno di Svezia, che all’epoca comprendeva anche la Finlandia.
Antonio Borra, consigliere nazionale dell’ Ordine dei giornalisti, e Federico Ferrero del “Caffè dei Giornalisti”, hanno trattato rispettivamente il rapporto tra editore giornalista e lettore, e il fare giornalismo in Italia con la necessità di un Freedom of Information Act.
Mimmo Càndito, inviato di guerra e presidente di Reportes Sans Frontières Italia, ha voluto soffermarsi sul momento storico in cui l’informazione ricopre un ruolo centrale nella vita dei cittadini: proprio per questo motivo il potere prova ad esercitare un’influenza e un controllo sempre più forte sui media.
Càndito non ha nascosto le sue perplessità su alcuni degli eventi più recenti che hanno riguardato il mondo dell’informazione italiana, a partire dalla fusione tra i gruppi editoriali. “Si è parlato molto dell’aspetto economico-industriale della vicenda, ma a mio avviso è fondamentale anche una riflessione di carattere etico. Troppo spesso i gruppi editoriali che stanno dietro a giornali e televisioni agiscono per interessi puramente economici, ma la verità è che noi non vendiamo giocattoli o cibarie: il nostro compito è, prima di tutto, informare l’opinione pubblica” ha spiegato.
I lavori hanno poi messo in evidenza come sia necessario mantenere vivo il dibattito sull’informazione, alimentandolo giorno dopo giorno. Le scuole di giornalismo, i master e le università svolgono un ruolo fondamentale da questo punto di vista. Perché, ha concluso Càndito citando Joseph Pulitzer, “un’opinione pubblica bene informata è la Corte Suprema delle nostre società”.
Proprio due settimane fa Reporter Sans Frontières ha pubblicato l’annuale classifica sulla libertà di stampa nel mondo, che ha visto l’Italia scendere dal 73° al 77° posto su 180 Paesi, dietro persino a Botswana e Burkina Faso. La realtà dei fatti è che 30 giornalisti italiani sono costretti a vivere sotto scorta e che nell’ultimo anno sono state registrate 569 minacce: sono tutti ostacoli a un pieno esercizio della professione che, sommati tra loro, mettono l’Italia in questa posizione.
Al convegno hanno assistito gli studenti dell’ultimo anno del master in giornalismo di Torino. È poi stato annunciato che il Premio dedicato alla memoria del giornalista colombiano Guillermo Cano Isaza, assassinato nel 1986, per il 2016 è stato assegnato alla cronista Khadija Ismayilova perseguitata dal governo dell’ Azerbaigian.
MB – www.cr.piemonte.it
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