Cultura, la stagione delle grandi mostre non si ferma: a Torino è tempo di Matisse

Matisse-a-Palazzo-Chiablese-TorinoI quadri del precursore dell’espressionismo astratto americano dialogano con le opere di Picasso, Modigliani, Renoir e Bonnard

 

Dopo l’importante mostra che gli ha dedicato Roma, ora è Torino a intitolare un’esposizione interamente a Henri Matisse e al suo tempo, nel cuore del capoluogo subalpino a Palazzo Chiablese. Proprio “Matisse e il suo tempo”, aperta  fino al 15 maggio 2016, vuole essere un omaggio alla carriera di questo importante artista vissuto tra fine Ottocento e inizio Novecento. Il suo stile pittorico ha sicuramente lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte contemporanea, tanto da far parlare la critica, nel bene e nel male, dei suoi lavori, rendendoli immortali e popolari.

 

La mostra torinese, curata da Cecile Debray, vuole essere un viaggio alla scoperta del grande precursore delle avanguardie storiche e di quegli artisti che hanno animato la vita della Ville Lumiere nella prima metà del Novecento. Si articola in dieci sezioni espositive, che si susseguono secondo un ordine cronologico, comprendenti cinquanta opere di Matisse e 47 firmate da diversi altri artisti di fama, quali Miro’, Derain, Renoir, Bonnard, Modigliani e Picasso. Le opere in mostra provengono tutte dal Centre Pompidou e svelano le amicizie, gli scambi culturali e la vitalità artistica della capitale francese nel periodo in cui operò il maestro del fauvismo.

 

Alcune opere di Matisse dai colori puri, quali ” Grande interno rosso” del ’48 o “Ragazza vestita di bianco”, dialogano con i protagonisti di alcuni dipinti di Picasso, come ” Nudo con berretto turco” del ‘ 55, o “Il tempo libero” di Fernand Leger. Il percorso espositivo pone l’accento su alcuni approfondimenti tematici dell’opera matissiana,  tra cui il suo interesse per le figure delle note danzatrici orientali. Questo soggetto, molto amato da Matisse, verrà ripreso poi in ottica cubista da Braque e Picasso dopo la seconda guerra mondiale. matisse

 

L’esposizione segue il percorso compositivo dell’artista a partire dal suo esordio a fianco del simbolista Gustave Moreau, negli ultimi anni dell’Ottocento, fino alla esposizione pubblica del gruppo dei fauves nel 1905, al Salon d’Automn.  D’altronde Matisse, discepolo di Renoir, Signac e Bonnard, grande rivale di Picasso, fu il fondatore del fauvismo e con la sua opera anticipo’ l’espressionismo astratto americano. Henri Matisse, ex studente di legge, proveniente dall’ambiente della borghesia provinciale, avrebbe trovato la propria strada nell’arte molto tardi, ma fu uno dei primi, insieme ai suoi amici fauves, a meritare il riconoscimento di aver investigato il concetto di espressione in sé. Per un certo periodo i fauves, infatti, dipinsero con un abbandono, una violenza nell’impiego dei mezzi pittorici tale da giustificare la pretesa di essere i primi artisti espressionisti del Novecento. Lo scandalo al Salon d’ Automn del 1905, in cui furono esposte le opere di Matisse, Georges Roualt e André Derain, fu tale che il critico Vauxcelles li definì “fauves”, ovvero belve. Nella loro pittura è il temperamento a avere la meglio sulle regole cromatiche e compositive codificate. Matisse insegna che i colori scelti per la descrizione dei soggetti possono essere i più vari, poca importa se inverosimili  o squillanti,  ciò che importa è che corrispondano alle esigenze emotive dell’artista; l’innovazione, quindi risiede nella sua assoluta libertà espressiva.

 

 Mara Martellotta

 

Palazzo Chiablese, dal 12 dicembre 2015 al 15 maggio 2016

Info e prenotazioni: 0110240113.

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