Pronunciati invece 11 proscioglimenti per posizioni marginali, tra questi anche i figli di De Benedetti, Marco e Rodolfo
La notizia era nell’aria: sono stati rinviati a giudizio 17 imputati nel processo per le morti da amianto avvenute nel corso degli anni tra gli ex lavoratori dell’ Olivetti di Ivrea. Andranno a processo anche nomi importanti come l’imprenditore Carlo De Benedetti, l’ex ministro Corrado Passera e l’industriale Roberto Colaninno. Pronunciati invece 11 proscioglimenti per posizioni marginali, tra questi anche i figli di De Benedetti, Marco e Rodolfo. “Considerata l’inconsistenza della tesi accusatoria, l’Ingegner Carlo De Benedetti è amareggiato per il rinvio a giudizio deciso dal gup del Tribunale di Ivrea ma resta convinto che il processo stabilirà la sua totale estraneità ai reati che gli vengono contestati”. Così l’agenzia Ansa riporta le parole del portavoce di Carlo De Benedetti. “La corposa indagine dei pubblici ministeri si basa infatti su semplici ipotesi, che non si fondano nè sulla realtà processuale nè sulla realtà storica dell’azienda. L’Ingegner De Benedetti ricorda ancora una volta che per quanto di sua competenza, nel periodo di permanenza in azienda, l’Olivetti ha sempre prestato la massima attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, con strutture organizzative articolate e con misure adeguate alle normative e alle conoscenze scientifiche dell’epoca”.
“Quello che viene da Ivrea è un segnale forte, di speranza, per le vittime in attesa di giustizia per le terribili conseguenze che provoca l’esposizione all’amianto”. Bruno Pesce, coordinatore di Afeva, la storica Associazione familari delle vittime amianto, così commenta a caldo la decisione della magistratura eporediese di rinviare a giudizio (il dibattimento incomincerà l’11 gennaio del 2016) i vertici dell’Olivetti. Afeva, che ha portato il peso del triplice giudizio nel processo Eternit contro il multimiliardario svizzero Stephan Schmidheiny per le morti negli stabilimenti Etrnit di Cavagnolo, Casale Monferrato, Rubiera e Bagnoli, e che ha dato impulso all’Eternit bis, adesso fermo in attesa di pronuncia davanti alla Corte Costituzionale, è anche costituira parte civile nel procedimento Olivetti. “La giustizia in Italia ha dei pregi – dice ancora Bruno Pesce, sindacalista che ha dedicato gran parte della sua vita alla lotta all’amianto – e uno di questi è l’autonomia delle procure. Così la Procura di Ivrea ha fatto il proprio lavoro andando a verificare l’esposizione dei lavoratori al rischio amianto che si è protratta per anni ed anni, e non solo nel talco, ma anche in alcuni reparti che erano stati coibentati con questo manufatto e dove c’era appunto amianto friabile”. Per quanto riguarda Eternit bis, il fascicolo, pur trasmesso da Torino a Roma, non è ancora stato preso in carico dalla magistratura costituzionale (lo sarà probabilmente a giorni) e gli avvocati di Afeva e delle altre parti civili attendono di averne notizia per poi depositare una loro memoria contenente osservazioni nel merito di quello che i giudici costituzionali dovranno andare a verificare.
Massimo Iaretti
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