E’ necessario individuare nuove discariche pubbliche, possibilmente in prossimità dei siti, oltre alle quattro attuali “largamente insufficienti a ricevere l’amianto da spartire”
Sono condensate in cinque pagine le osservazioni sul Piano regionale amianto 2015 – 2019 che le organizzazioni sindacali regionali di Cgil, Cisl e Uil, hanno trasmesso alle Commissioni Sanità ed Ambiente del Consiglio regionale sul Piano. E sin dalla premessa ribadiscono, con forza, come questo sia un grave problema “da affrontare con determinazione e sollecitudine perché continua a mietere vittime non solo tra gli ex lavoratori ma anche tra i cittadini”. Le proposte dei sindacati regionali si soffermano sulla mappatura, esprimendo alcune perplessità sulla conclusione della rilevamento dei siti contenenti amianto entro il 2019 in tutto il Piemonte, poiché in altri documenti dell’Arpa si dichiarava che il completamento dell’operazione si sarebbe dovuto concludere entro quest’anno. Di qui l’idea di rafforzare l’obbligo di denuncia della presenza del pericoloso materiale prevedendo nei casi di auto denuncia adeguati incentivi per rimozione e bonifica. Le osservazioni poi toccano altri settori strategici per la deamiantizzazione quali la bonifica dei siti (si prevede, se sono esatte le stime che dovrà riguardare 50/70 milioni di metri quadrati), gli incentivi per bonifiche e finanziamenti, proponendo l’attivazione di sportelli informativi nei comuni di riferimento. Inoltre viene segnalata la necessità di individuare nuove discariche pubbliche, possibilmente in prossimità dei siti, oltre alle quattro attuali, prima tra tutte Casale, “largamente insufficienti a ricevere l’amianto da spartire”. E non manca, infine, uno spazio per la sorveglianza sanitaria, con il suggerimento del coinvolgimento dei medici di medicina generale, attraverso un atto di indirizzo della Regione Piemonte su ruolo e responsabilità che i medici hanno in materia .
Massimo Iaretti
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