“I lavori per gli altri quattro lotti – informa Palazzo Civico – (da corso Vittorio Emanuele II a via Grassi, dalla stessa via Grassi a corso Regina Margherita, da corso Regina Margherita a piazza Baldissera ed il nuovo ponte sulla Dora), finanziati con 25 milioni di euro dal decreto “Sbocca Italia”, sono iniziati a metà giugno e dureranno circa un anno”
La città che cambia: la metropolitana, i grattacieli, la trasformazione di Porta Susa e il passante ferroviario. Sono tutti tasselli di un ampio mosaico che, nel giro di qualche anno, darà un nuovo volto a Torino. Il Comune ha appena approvato il progetto preliminare del quinto lotto della sistemazione superficiale del passante ferroviario, il tratto che va da piazza Baldissera a corso Grosseto. “I lavori per gli altri quattro lotti – informa Palazzo Civico – (da corso Vittorio Emanuele II a via Grassi, dalla stessa via Grassi a corso Regina Margherita, da corso Regina Margherita a piazza Baldissera ed il nuovo ponte sulla Dora), finanziati con 25 milioni di euro dal decreto “Sbocca Italia”, sono iniziati a metà giugno e dureranno circa un anno”.
In relazione a questo quinto lotto si prevede la sistemazione della copertura delle gallerie ferroviarie lungo corso Venezia, l’area di 60 mila metri quadrati attualmente delimitata da blocchi di calcestruzzo e barriere in lamiera che costeggia Spina 4, la revisione del nodo di piazza Baldissera con l’inserimento di semafori e il collegamento con la rotonda di via Breglio/via Lauro Rossi/via Fossata, con una connessione inizialmente provvisoria con il raccordo autostradale tra Torino e Caselle e con corso Grosseto. “Questa dovrà essere poi armonizzata – spiegano in Comune – con il nuovo tratto di ferrovia che porterà la Torino Ceres ad inserirsi sul passante e con l’attuazione concreta delle linee di indirizzo contenute nel Masterplan della variante 200, che modifica i tratti urbanistici della Spina 4 e delle aree vicine alla stazione Rebaudengo/Fossata”. Il costo previsto per gli interventi del progetto è di 17 milioni e 700 mila euro: per la loro copertura sarà richiesto un finanziamento governativo e di poter utilizzare i ribassi dei lotti già avviati.
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