“Il vizio dell’odio”, “La casa senza ombra”, “Il vangelo di Anna” e “Il paradiso dei vigliacchi”; tutti ambientati a Torino o in Piemonte, tutti con gli stessi protagonisti principali: il commissario Polloni, della questura centrale, il suo amico e collega Giacomo Rizzo e, da qualche tempo, Federica Conte
“Sono nato a Torino domenica 28 Aprile 1963. Penso che sia importante il fatto che sia nato di domenica: tutti quelli che ho conosciuto e che sono nati di domenica, come mia figlia Martina, sono persone positive, solari, divertenti e simpatiche. Anche io, ovviamente, qualunque cosa voglia dire solare. Sono molto legato a Torino, città per cui nutro una specie di amore-odio. Amore per la città e la maggior parte dei suoi abitanti; odio per quei pochi che Torino riescono a rovinarla, facendola diventare una “metropoli” senza personalità. Ho iniziato a scrivere quasi per caso grazie a Mariano Rizzo, un geniale scrittore pugliese che mi onora della sua amicizia. Grazie a lui ho scoperto il piacere di inventare un mondo, metterci dei personaggi e farli vivere: una sensazione molto vicina all’atto di creazione. E sempre grazie a lui ho conosciuto nel 2007 Alberto Giachino, della Graphot Editore, che stava cercando storie gialle ambientate a Torino per una collana chiamata Dark Side.
Con loro ho pubblicato “Dove la notte inizia” nel 2009, e “Tabula rasa” nel 2011. Successivamente ho continuato in autonomia, pubblicando su Amazon, in versione elettronica, “Il vizio dell’odio”, “La casa senza ombra”, “Il vangelo di Anna” e “Il paradiso dei vigliacchi”; tutti ambientati a Torino o in Piemonte, tutti con gli stessi protagonisti principali: il commissario Polloni, della questura centrale, il suo amico e collega Giacomo Rizzo e, da qualche tempo, Federica Conte. Oltre ai tre protagonisti principali, ci sono altri personaggi che girano intorno a ogni puntata: la dottoressa Adele Crota, patologa; Silvio Marotta, amico da lunga data di Polloni ed esperto di informatica e tecnologia in genere; il professor Barovero, insegnante in pensione, e poi altri che variano di racconto in racconto, e che a volte mi diverto a ripescare. Tutti i miei personaggi nascono dalla vita reale, sia dai miei amici e conoscenti, sia da quanti sfiorano la mia vita anche solo per un breve istante. Se mi vedete in giro e vedete che vi sto osservando, non preoccupatevi: probabilmente sto pensando a come uccidervi. Meglio tenermi buono, e chiedermi un autografo o un selfie“.
Mario Pippìa
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