Quattro donne che hanno fatto la differenza

donne donna La vicepresidente del Consiglio, Daniela Ruffino: “Impegno, rigore, passione nel ricoprire gli incarichi istituzionali in un’epoca in cui le pari opportunità erano meno ‘pari’ di oggi sono, senza dubbio, le caratteristiche che accomunano queste quattro donne piemontesi”. I volumi sono realizzati dalla Consulta femminile regionale

 

“Si richiede alle donne di essere estremamente brave nel mondo lavorativo per poi considerarle normalmente dotate”. Con un tono un po’ amareggiato e d’ammenda, Marco Brunazzi, Vicepresidente dell’Istituto di studi storici Salvemini, ha concluso la presentazione delle quattro nuove biografie della collana “Donna e Donne” della Consulta femminile regionale, tenutasi nei giorni scorsi presso Palazzo Lascaris. Si tratta di mirabili monografie dedicate a quattro protagoniste piemontesi della politica recentemente scomparse: Maria Magnani Noya, Giovanna Cattaneo Incisa, Nicoletta Casiraghi e Angiola Massucco Costa.

 

I volumi, realizzati attraverso ricerche d’archivio ed incontri con persone che hanno conosciuto le quattro protagoniste, si compongono anche di un saggio biografico introduttivo che ne evidenzia i percorsi umani e politici cosicché al lettore venga data la possibilità di conoscere tutte le sfaccettature della vita delle quattro donne.

 

Abile avvocata penalista impegnata anche in importanti processi politici, Maria Magnani Noya viene soprattutto ricordata per essere stata, dal 1987 al 1990, il Primo sindaco donna della città di Torino. Diventata poi parlamentare europeo, dopo essere stata sottosegretaria alla Sanità nel primo governo Craxi, ha rivolto il suo impegno politico nazionale all’attività riformatrice nel campo del diritto di famiglia, dei diritti civili e soprattutto nell’ambito dei diritti delle donne.

 

Nel 1992 anche Giovanna Cattaneo Incisa ricoprì il ruolo di sindaco della città di Torino ed anche se il suo fu un mandato piuttosto breve (da febbraio a dicembre), la città vide una importante trasformazione sotto la sua amministrazione. Eletta per due mandati nel Consiglio comunale di Torino, si occupò, con rigore e passione civile, di temi di scottante attualità quali la crisi economica e le politiche sociali. Terminata la sua “carriera politica”, si dedicò al mondo dell’arte ricoprendo le cariche di presidente della Fondazione Torino Musei e presidente della Galleria civica d’Arte moderna e contemporanea.

 

Parlando di “prime volte” non si può non nominare Nicoletta Varra Orrù Casiraghi che, dal 1985 al 1990, fu la prima donna che ricoprì il ruolo di presidente del Consiglio e della Giunta provinciale di Torino. Di formazione liberale, durante tutta la propria carriera si è spesa con passione ed intelligenza per la tutela dei diritti delle donne, il buon funzionamento degli enti pubblici e l’affermazione di una cultura diffusa delle libertà individuali.

 

E di problematiche riguardanti la tutela dei diritti delle donne e l’affermazione dell’emancipazione femminile, si è occupata Angiola Massucco Costa. Parlamentare per il Partito comunista italiano, tra il 1970 ed 1975 è stata eletta consigliera comunale a Torino ed è stata attiva anche nell’associazionismo e nella Consulta femminile regionale. Ha ricoperto un ruolo di primo piano negli studi di psicologia sperimentale, disciplina cui ha dato un particolare impulso organizzativo.

 

Quattro storie di vita, ma soprattutto quattro storie di donne che con il loro impegno, il loro rigore e la loro passione nel ricoprire i propri incarichi istituzionali, hanno dimostrato e soprattutto insegnato alle generazioni future, l’importanza di essere e di affermarsi come “donna” in un’epoca in cui le pari opportunità erano ancora meno pari di oggi.

 

Esemplari per il coraggio, la determinazione e l’intelligenza che ne hanno contraddistinto l’impegno lungo tutto il loro percorso umano e lavorativo, non possiamo che ringraziare la vicepresidente del Consiglio regionale Daniela Ruffino, la presidente della Consulta femminile regionale Maria Agnese Vercellotti Moffa, Marco Brunazzi e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione delle biografie di queste straordinarie donne. “Impegno, rigore, passione nel ricoprire gli incarichi istituzionali in un’epoca in cui le pari opportunità erano meno ‘pari’ di oggi sono, senza dubbio, le caratteristiche che accomunano queste quattro donne piemontesi”, ha sottolineato Ruffino.

 

Ci auguriamo che le loro vite possano essere d’esempio per donne e uomini di tutte le età e nazionalità e che, il loro ricordo, possa essere di sprone alla riflessione e all’azione sulla società contemporanea affinché,sia da un punto di vista lavorativo che sociale, ci siano sempre meno disuguaglianze e più pari opportunità.

 

Simona Pili Stella

 

(Foto: Consiglio regionale del  Piemonte)

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