E’ una sorta di psicologia per animali da compagnia. I “disturbi del comportamento” sono le più diverse manifestazioni di malessere psico-fisico come l’aggressività, gli auto-traumatismi, i comportamenti legati a paura, le distruzioni all’interno delle mura domestiche
Quando si dice che gli animali sono molto simili agli esseri umani. Si sa, la Medicina Veterinaria studia la salute degli animali domestici. Ma la branca che si occupa di disturbi del comportamento viene chiamata Medicina Comportamentale. Una sorta di psicologia per animali da compagnia. I “disturbi del comportamento” sono le più diverse manifestazioni di malessere psico-fisico come l‘aggressività, gli auto-traumatismi, i comportamenti legati a paura, le distruzioni, le urinazioni o defecazioni all’interno delle mura domestiche.
“Il tipo di intervento si differenzia in maniera sostanziale da educazione e addestramento, proprio perché opera su soggetti con disturbi del comportamento che implicano competenze diverse rispetto ad educatori od addestratori, necessitando, tra l’altro, una valutazione che riguardi anche eventuali patologie fisiche coinvolgenti la psiche” è quanto sostengono i veterinari promotori del sito veterinariacomportamentale.it (per Piemonte e Valle d’Aosta il dr. André Brunet).
Sono liberi professionisti tutti Laureati in Medicina Veterinaria, diplomati al Master di II livello dell’Università di Torino in “ Clinica delle Malattie Comportamentali del Cane e del Gatto “ e autorizzati dall’ Ordine professionale di appartenenza a fregiarsi del titolo di “Medico Veterinario Comportamentalista”.
Tutto questo per una garanzia fondamentale per il cliente, perché un laureato in medicina veterinaria deve avere un curriculum vitae adeguato ad un elevato standard per poter ottenere tale definizione, al contrario di altre figure professionali che si occupano di problemi di comportamento del cane e del gatto.
Ma in cosa consiste la visita comportamentale? Innanzitutto ha una durata che può andare da una a due ore. Nella prima fase vengono raccolti i dati utili per la diagnosi, sia tramite colloquio col proprietario sia tramite osservazione del cane o del gatto. In seguito vengono spiegate le cause alla base del disturbo (Diagnosi) e la terapia. Quest’ultima si basa sulla modificazione della comunicazione da parte del proprietario e eventualmente delle risorse ambientali disponibili (Terapia Comportamentale). Se necessario alla terapia comportamentale può essere associata una terapia feromonale e/o farmacologica,
La Pet Therapy, invece, è una forma di co-terapia in cui una relazione guidata con un animale porta dei benefici a un paziente umano. Si affianca alle terapie tradizionali e ad altre co-terapie, non le sostituisce. “Perché ci possano essere dei reali benefici – spiega il sito – il progetto deve essere costruito sul profilo del paziente. Si lavora in equipe: i professionisti che seguono il paziente (educatori, medici, psichiatri, psicologi, assistenti sociali…) indicano gli obiettivi da raggiungere e le caratteristiche del fruitore; la coppia cane-operatore imposta le attività adatte al raggiungimento di quegli obiettivi, secondo le potenzialità della coppia stessa; un veterinario valuta il benessere psicofisico dell’animale prima, durante e dopo la seduta”.
(Foto: il Torinese)
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